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08 November 2008

Nicholas Farrell, inglese antiamericano

Tempi duri. Fare l'americano è facile, facilissimo: oggi lo sono tutti, anche i piromani di bandiere a stelle e strisce comunisti. Perfino la sinistra più livorosamente antiamericanista e sovietica oggi dice "Chi? io? Mai stato antiamericano". Io ero anti BUSH, contro la guerra, ma da quando c'è Obama...". Lo dice perfino Lilli Gruber, le cui cronache dall'Iraq erano marcatamente saddamitiche. Beh, Obama Obama in excelsis Deo. A Natale non canteremo più Osanna Osanna, ma Obama Obama, con tanto di striscia scritta sul Presepe tenuta da due angeli.
Nicholas Farrell, dal nome e cognome che più anglosassone non si può, che rassomiglia un po' a Errol Flynn, naturalizzato italiano dopo aver sposato una giovane donna romagnola nonché scrittore nella nostra lingua che padroneggia splendidamente, va invece contromano. E scrive un pezzo di una paradossalità esilarante. Mi spiace per quei tirchioni di Libero che fanno pagare l'accesso al loro giornale on line, ma ora una volta tanto copio. Certo non posso incollare perché lavoro sul cartaceo di un pezzo ritagliato. E allora copio manualmente. Ma il pezzo di mercoledi 5 novembre è troppo divertente e merita la fatica di amanuense che sto per compiere. Titolo: Sono inglese e scusate se ce l'ho con gli americani.

La scelta è tra McCain e Obama ma diciamolo: come ci stanno sull'anima 'sti americani! Il mondo deve parlare solo di loro. Perché? Chissenefrega?! Forse ce l'ho con l'America perché sono inglese e prima di loro comandavamo noi. Fatto sta però che da poliziotti mondiali creano casini ovunque. L'impero britannico gestiva molto meglio la situazione. Meno ipocrita. Gli americani dicono: non vogliamo assolutamente governare il Vostro Paese, vogliamo solo aiutarvi a fondare la democrazia.


Noi inglesi dicevamo: noi vogliamo governare il vostro Paese, tutto lì, poi vedremo. Ma diciamolo: in fin dei conti funzionava molto meglio il sistema inglese.In ogni caso, chiunque di questi due pupazzi vince, l'America farà come ha sempre fatto. Farà L'Americano Whisky soda rock & roll, cioè il presuntuso e il prepotente con quel nauseante sorriso "Have a Nice Day". Sorriso finto che proviene dalla Costituzione con quella famosa clausola dove si parla del diritto alla felicità.

Macché felicità! Nessuno è felice perché la felicità è impossibile. Quindi nessuno ha diritto alla felicità. Al limite, esistono momenti di felicità. E basta. L'America però dispensa la felicità con la forza "if necessary" come il Duce dispensava il fascismo con l'olio di ricino. (...)

Confesso: quando penso all'America mi sento non solo "di sinistra" ma "comunista" (ndr: in realtà l'autore è un conservatore thatcheriano). Mi ritrovo negli slogan "Yankee go home" e "Hasta la victoria" (...).

L'America mi dà fastidio per tanti altri motivi. Non solo i mutui subprime ma anche la sinistra italiana è un "derivato" americano: no America no Veltroni . La sinistra della vecchia Europa si è trasformata dopo il crollo del muro di Berlino, da "cosa comunista" stile sovietico in "cosa democratica" stile politically correct. Questa political correctness è roba inventata non in Europa, ma in America, sia in California (costa ovest) sia in New England (costa est). Ma cos'è questa correctness? Beh, tante cose, ma tra l'altro Vittorio Feltri sarebbe stato licenziato per il suo fondo di ieri. In proposito di Obama il grande Feltri ha scritto:"Massì, quel nègher lì della Casa Bianca". No direttore, ma no.Scrivere una cosa del genere non si può, in America, perchè lì la legge la proibisce da 20 anni. La gente comune che abita nel Mid-West pensa esattamente come te, direttore. Ma i salottieri al comando a Los Angeles e a New York hanno deciso che non si può più dire quello che si pensa.
Gli americani sono ossessionati con i propri denti. Vogliono vivere per sempre. Sono ossessionati con shopping, jogging e lifting. Ma a me, inglese thatcheriano e anarchico, amante della libertà, l'America mi sta sull'anima.(...)
Peggio, forse senza l'America non ci sarebbe Veltroni.
(il pezzo è stato ridotto da Libero- rubrica "Fumo di Londra").


Domandina postuma da un milione di sterline: Nicholas Farrell, lei è inglese, parla la lingua di Shakespeare e scrive in ottimo italiano. Proviene da un ex grande potenza imperiale, alleata di ferro degli USA. Mi chiedo però: avrebbe potuto, un giornalista italiano di una grande testata, scrivere un pezzo simile? pensa che glielo avrebbero lasciato fare in tranquillità?

26 comments:

Angelo D'Amore said...

la classe non e' acqua.
si capisce che c'e' un baratro tra inglesi e americani.
L'Italia chi la libero', gli americani o i traditori del duce?
nel frattempo chi da anni cercava di opporsi alle truppe di hitler? i sudditi di sua maesta'.
il sano colonialesimo lo ha esportato solo l'inghilterra.
hanno governato il mondo dalla baia di cook fino alla tailandia(luoghi che ho visitato e dove e' rimasta la loro presenza). altro che impero romano(nel senso della dimensione)non della potenza-non vorrei aprire altri fronti di discussione-
riguardo la thatcher lei forse e' l'unica figura che ha oscurato sua maesta', anche se la guerra alle folkland e' un po' da interpretare.
anche gli inglesi inizieranno ad avere un ruolo nuovamente primario negli scenari internazionali. loro malgrado, andranno a sostituire i tanti americani che pian piano lasceranno le zone calde di conflitto.
inoltre hanno donne stupende, sempre ben predisposte...ne ho conosciute tanti nei miei viaggi, prima di diventare un uomo coniugato(questo per chiarirci sui gusti sessuali,perche' non vorrei essere stato frainteso).
scusa nessi se ti ho arrecato un po' di turbolenza nel blog, ma forse hai ragione non mi ero documentato bene sulla visione dei tuoi visitatori.
per mettere un po' di sale nella discussione, diana fu vittima di un incidente o il primo bersaglio di terrorismo internazionale?
e' passata la versione che agli inglesi non piacesse questo legame diciamo inter-religioso e se fosse stato il contrario?

Lo PseudoSauro said...

Farrell scrive in un italiano discorsivo quasi perfetto. Si scopre che e' inglese solo da qui: "ossessionati con i loro denti", dove il "with their" andrebbe tradotto con "dai loro". Comunque, meglio la sua prosa che non quella di tanti giornalisti italiani "purosangue". :-)

Quanto alla sostanza, direi che e' un nostalgico dell'egemonia politica anglosassone, ma trascura il fatto che e' ancora la finanza made in GB a governare davvero il mondo. Gli USA sono solo quello che una volta si sarebbe detto il "braccio secolare". L'assunto secondo il quale gli USA avrebbero semplicemente sostituito l'UK, non sarebbe dunque sostenibile.

L'amministrazione USA uscente ha in D. Cheney la massima espressione dell'asse USA-UK, tanto che il vice di Bush e' stato spesso accusato di perseguire piu' gl'interessi inglesi, e quelli della "finanza internazionale" (Rotschild), piuttosto che non quelli USA (Rockefeller). Da questo punto di vista, la "squadra" di Obama sembrerebbe un clone di quella uscente.

Sul puritanesimo USA denunciato da F, c'e' poco da discutere: e' la pura verita'. Il pragmatismo della leadership ha bisogno del supporto della religione civile americana per funzionare, mentre il metodo inglese era piu' trasparente, ruvido ed efficace.

Dal nostro punto di vista, invece, siamo sempre al "Franza o Spagna purche' se magna", ne' potremmo fare altrimenti. Pero', se avessimo un po' piu' dignita' di quella che ci tocca per storia, potremmo fare a meno di credere al valore messianico attribuito alle varie "esportazioni" USA. Ma puo' darsi che non ci sia concesso: credere, obbedire, combattere, come una volta, ma per conto terzi. :-)

Anonymous said...

Cara Nessie,
molto interessante il pezzo che pubblichi e commenti.
Premesso che anche io sono contento della vittoria di Obama(il primo Nero alla Casa Bianca è una svolta nella storia mondiale, come pure se avesse vinto la Clinton, prima donna ad essere eletta Presidente)senza arrivare ai vertici di paranoia di tanti sinistresi di mia conoscenza che hanno passato la notte incollati al televisore(ma non erano antiamericani? o la sindrome di Napolitano-ieri con l'URSS oggi con gli USA- ha fatto così tante vittime???)ma per motivi che con la politica non hanno nulla a che fare:mi son detto che finora la Storia l'hanno scritta i bianchi, usando molto inchiostro "rosso" (cioè il sangue versato)e poiché il Fato ha deciso che è arrivato il momento che un Nero faccia qualcosa, nel nome dell'equità mi sembra giusto che gli si dia una possibilità.Le considerazioni di Farrell mi sembrano ineccepibili e comprendo il suo punto di vista:gli inglesi erano forse meno ipocriti e se occupavano una regione ammettevano di farlo nel LORO interesse e non per costruire la felicità(sic) del popolo assoggettato.Il concetto più esilarante per me è legato a Veltroni!Sì questo rinnovato interesse per gli USA e il suo neo eletto Presidente, da parte del PD, è commovente...sembra quasi che la vittoria gliela abbiano costruita loro con il loro appoggio da oltre oceano!D'altra parte il loro repertorio era così limitato e monocorde (sempre lì con il fucile puntato contro Berlusconi:Berlusconi ha sternutito, Berlusconi ha ruttato, Berlusconi si è soffiato il naso...che stress!E che monotonia!Me lo hanno reso quasi simpatico a furia di attaccarlo!)che avere finalmente un argomento in positivo- il loro amore per la causa democratica e per Obama- fa bene al cuore...Ormai possiamo aspettarci anche degli apprezzamenti da quella gente così lugubre quando è al potere e doppiamente lugubre quando ne è tagliata fuori.
Buona domenica da Occidentale

Anonymous said...

Credo proprio che il pezzo di Nicholas Farrell in Italia non sarebbe stato mai pubblicato. E, probabilmente, nemmeno scritto. Solo Feltri en Italie pubblica cose come queste. E anche tu, cara Nessie.
Xavier

Anonymous said...

Ciao Nessie, innanzi tutto rispondo alla tua domanda.
Non credo proprio che un pezzo simile firmato da un italiano sarebbe stato pubblicato sulla grande stampa (CdS, Rep., Stampa ecc.)
Condivido molte delle cose dette da Farrell, ma non tutte l'America non sarà quella terra di delizie per cui viene spacciata, ma nemmeno la "Sodoma e Gomorra" che scherzosamente prospetta Farrell.
E' un paese immenso, con grandi diversità e contraddizioni, purtroppo a noi arriva solo la "faccia" Politically correct, dell'America radical-chic.
Quanto a fregarsene di cosa fa l'America, anche questo, é impossibile.
E' una super-potenza é la sua politica interna ed estera condiziona tutto il pianeta.
Solo, bisogna cercare di mantenersi neutrali e criticarla quando se lo merita o sostenerla se é il caso.
Inoltre non dimentichiamo che decine di soldati americani sono morti per liberare l'Europa dal nazismo.
Quanto all'Inghilterra sarà stata anche un potenza, ma ormai é stata conquistata dall'islam, ed é diventata lo strapuntino di imam e mullah.
Basti solo ricordare che nella terra di Farrell sono attivi già numerosi tribunali coranici...
Se devo essere sincera mi fanno più incazzare gli inglesi.
Ciao mary

Nessie said...

Comincio dagli ultimi, cioè i primi secondo il Vangelo. Da te, Xavier, e dall'antiamericanismo un peu français che io ho ben conosciuto, essendo stata cresciuta da una cara demoiselle gollista. No, è evidente che no. Che i giornali italiani sostenuti dalle Grandi Banche non avrebbero mai consentito un articolo alla Farrell. Che neanche a voi, cari cugini d'Oltralpe (per me più che cugini) è consentito sentirvi francesi e che come ti ho già detto, hai fatto bene a mettere lo stemma. Ma LIBERO, cosa vuoi, è una barchettina di carta dove il suo direttore può dire quel che vuole. PER ORA.
Una piccola noticina in calce: se la signora Carla Bruni Sarkozy si vergogna di essere italiana a causa della battuta del premier, ebbeno io mi vergogno che un'italiana come lei che ne ha fatte più di Carla in Francia (mai come in questo momento la battuta è più azzeccata) ora se la tiri da raffinata first lady con la puzza sotto il naso, a causa di un mariage con un parvenu della politica, sponsorizzato altrove. A chacun ses grimpeurs sociaux. Io mi tengo il mio, che almeno si è fatto un mazzo grosso così per diventare un imprenditore. Qualcosa di suo ha fatto.

Nessie said...

Occidentale, sì davvero patetici, sono delle mosche cocchiere che rubano il vento al successo altrui, pensando di farlo proprio. Perché Veltronzo non si tinge di nero, così sarebbe al completo della sua pateticità?

Sauro: "Dal nostro punto di vista, invece, siamo sempre al "Franza o Spagna purche' se magna", ne' potremmo fare altrimenti. Pero', se avessimo un po' piu' dignita' di quella che ci tocca per storia, potremmo fare a meno di credere al valore messianico attribuito alle varie "esportazioni" USA. Ma puo' darsi che non ci sia concesso: credere, obbedire, combattere, come una volta, ma per conto terzi. :-)".
Già non è che si chieda molto altro: solo un po' di dignità. Che a quanto pare è quella che manca.

Nessie said...

Angelo, questo è un blog di destra gelosamente e autenticamente identitario. E altrettanto lo sono i suoi ospiti visitatori.
Su Lady D. io francamente non credo al complotto di Sua maesta contro il legame interetnico, tenuto conto che i più lassisti in materia di religione sono proprio gli anglicani (le varie concessioni all'islam da parte dell'arcivescovo di Canterbury).
A distruggersi la vita ci ha pensato lei da sola e con le sue mani: la mitizzata Lady D.
God save the Queen, piuttosto che sceme del genere. Ma è solo un mio modesto punto di vista.

Nessie said...

Mary, al contrario. Farrell non parla dell'americano medio come di un seguace di Sodoma e Gomorra, ma come un import-export di perbenismo universale nonché di puritanesimo (nella fattispecie la political correctness, che proviene propria da là).
Nemmeno io se è per questo, condivido TUTTO quel che ha scritto, ma come puoi ben vedere da te, l'ho inserito - non a caso - sotto l'etichetta "cultura" invece che "media e mass media". Perché secondo te?

Perché Nicholas Farrell rivendica il suo diritto culturale alla "paradossalità" e all'irriverenza, merce rara in tempi di correttismo politico come quello attuale. In fondo tutto ciò si collega sempre più a quello spirito di Voltaire sempre più calpestato e oltraggiato.
Poi è ovvio che dovendo scegliere tra i British malmostosi e gli Americani, anch'io come popolo non ho dubbi: preferisco i secondi ai primi. Ma questo lo sa anche Farrell, tant'è vero che si è piazzato in Italia e vive piuttosto nella Regione "rossa" dell'Emilia-Romagna litigando furiosamente coi compagnucci, che tra i suoi compatrioti.
Quello che ho scritto ad Angelo sull'islamizzazione galoppante in UK precede solo di pochi secondi quanto hai affermato anche tu.
Però, non mitizziamo il presunto antislamismo americano, perché anche questo è una bella favoletta. Il Kosovo e la Turchia prima nella Nato e ora in Ue, lo stanno spingendo proprio gli Americani. Perciò, occhio...

Anonymous said...

"rivendica il suo diritto culturale alla "paradossalità" e all'irriverenza, merce rara in tempi di correttismo politico come quello attuale"

E fa bene a rivendicarlo. Anche se nei confronti dell'America, fin'ora tutta la grande stampa é stata tutt'altro che riverente nei confronti dell'America di Bush...
Con Obama é un altro paio di maniche, ma vedremo quanto durerà questa "cotta" per il presidente nero, che prima di essere nero. è AMERICANO.
Detto questo ho letto anch'io della frase di "Carlà la terminator" e ci ho scritto su un post cattivello:-)))))
Ciao mary

Nessie said...

Mary, adesso vengo a leggere, mi intriga troppo :-) . Però non posso mettere commenti fino a stasera perché sono fuori sede, e mi muovo su un baracco di pc lentissimo. Ciao!

Massimo said...

Sì, proprio, un pezzo così scritto da un Italiano. Da noi, per evidenziare il fatto che gli americani si sono scelti un Abbronzato, si deve necessariamente farlo sotto forma ironica ... ;-)

marshall said...

Che ti ho detto nell'altro commento, cara Nessie?
Ma come vedi, trovo comunque cinque minuti per scriverti. Qui ho appreso di costui, di cui non avevo mai sentito parlare, e che è senzaltro un bel tipetto, tutta arguzia e pepe. Ah, quanto sarebbe bello averlo in politica, qui da noi. Mi sembra quasi di vederlo come un anti Pannella. E quante "cattive" abitudini farebbe cambiare, con i suoi "pungiglioni"! (e mi riferisco al finale del post!!).
Tornando al post, nel suo complesso, lo trovo pieno di spunti di grande meditazione! Meditazioni alle quali si può sottrarre, chi ha un minimo di sensibilità. Si guardi e si pensi, per esempio, a quello che avrebbe fatto l'Inghilterra in Iraq (come afferma Farrell), e quello che invece ha fatto l'America con Bush. E poi c'è quel grande spunto che ci dai tu: quello del prossimo Natale, quando canteremo Obama, Obama anzichè Osanna.
Non mi dispiace Obama, anzi lo vedo già come un eroe, per tutto quello che gli aspetta, ma non vorrei si risolvesse il tutto in una disillusione generale, con tristi risvegli alla realtà: e i presupposti paiono esserci comunque tutti.
Ciao.
Domani voterò per Mina.

Nessie said...

Massimo, sì, come la vignetta odierna di Gianelli sul Corriere, dal titolo "La telefonata". C'è il Berlusca al suo tavolo da lavoro circondato da telefoni bianchi come quelli della diva del ventennio Assia Norris. In quel mentre, squilla un telefono nero DRIIIIN! e lui dice: "Finalmente! Questo è Obama" :-)

Nessie said...

Marsh, tra i tanti spunti, io trovo che offre parecchio da rifletterci sopra quello relativo alla "felicità" imposta dalla Costituzione americana. E' un emendamento confutato anche da Massimo Fini, altra penna al pungiglione.
Magari trattasi di un'iperbole da parte di Farrell nel paragonare questa norma all'olio di ricino di Mussolini, ma una cosa è certa: se è vero che ogni uomo ha diritto alla felicità, è altrettanto vero che di questo non dovrebbero occuparsene né le leggi né i governi.
Se mi è consentito, la felicità è uno stato d'animo del tutto privato e personale. Esattamente come la tristezza.

marshall said...

Nessie,
errata corrige al mio commento:
....alle quali NON si può sottrarre chi ha un minimo di sensibilità....

marshall said...

Nessie,
lo spunto sulla felicità è prorio uno di quelli cui ho accennato. E sono d'accordo su quanto dici, che la felicità è un fatto del tutto personale. E io, se lo permettete anche a me, ne so qualcosa: e proprio sulla "mia pelle".
Si dice spesso che i malati, i disagiati, chi ha un handicap, sia per forza di cose infelice. Non è assolutamente così nel mio caso. Ho imparato ad accontentarmi e a gioire di quello che di meglio, posso ricavare dalla vita, giorno per giorno. Oggi, per esempio, ho intrapreso la lettura di un libro sulla vita di San Carlo, ambientata nel contesto della sua epoca e di quella che era la vita, in generale, in quella parte d'Italia che va da Pavia ad Arona, passando per Milano: e sono felice delle "esaltanti scoperte" che sto facendo.

Ciao.

Nessie said...

Caro Marsh, è un'importante testimonianza umana la tua.
Ma per rimanere al politico la "libertà esportata" per mezzo della Freedom House, la "democrazia esportata" e la "felicità esportata" danno luogo invece a pesanti totalitarismi. Perché non bastano le migliori intenzioni a fare di noi occidentali uomini "liberi", "democratici" e "felici" per tutto il pianeta. E perchè lo slogan multinazionale "I believe in ONE world" è una pericolosa trappola. Come tutte le Utopie, del resto.

Curiosamente, su questa tesi convergono sia Massimo Fini (Il vizio oscuro dell'Occidente), che Tremonti nel capitolo "Il lato oscuro della globalizzazione" del suo libro "La paura e la speranza" di cui mi sono già occupata.

Anonymous said...

A me gli inglesi storicamente e in generale non piacciono. Nick fa un eccezione, un po perchè è uno dei pochi che sa veramente apprezzare le bellezze italiche (più degli stessi italiani), e tra una piadina, un risotto ai tartufi e una bevuta di buon lambrusco sa tenere bellamente testa ai tanti comunistoni che lo circondano al bar dello sport, dal quale sembra scrivere i sui pezzi.
Eh caro nick capisco il tuo andare sempre controcorrente e poi il fatto di aver trovato, imbarcati sulla corazzata americana, fior di contendenti di scazzottate politiche ti abbia mandato il sangue alla testa, ma proprio non riesco ad essere d'accordo co te almeno questa volta. Dai tempo al tempo e vedrai che presto loro (i sinistri) scenderanno alla prima fermata, e allora non dovrai preoccuparti troppo del politicamente corretto, perchè vedrai che anche mr. Obama non sarà più tanto cool, intanto miss Rice era già stata più volte definita una "scimmia", chissà che a Obama Hussein non vada anche peggio. Dopotutto se è vero che gli americani ci hanno appioppato questa sola del politicamente corretto (che è un po come certi parassiti della vite che giungono da laggiù) è pur vero che qualunque cosa arrivi dagli States il primo porto a ricevere e smistare in Europa siete proprio voi "albionesi".

Hey Nessie, quando si ritorna a parlare delle cose belle?

Fabio

Nessie said...

Mah...vedremo Fabio, vedremo. Uno degli effetti della globalizzazione è proprio quello di snaturare la destra e la sinistra della loro essenza ideologico-culturale azzerrandone le ragioni storiche delle loro esistenza. Tra Veltronzo che ha scelto la correctess americaneggiante e quel giornalista americano a Bruxelles che ha chiesto al Berlusca di scusarsi con Obama, non vedo francamente una gran differenza.

Parlare di cose belle, tipo cosa? Musica? Lo farò appena me ne ricapita l'occasione. Ciao

Josh said...

Se penso che a Natale dovremo cantare Obama Obama invece che Osanna Osanna mi prende molto male.

A leggere Farrel che scrive -"L'America però dispensa la felicità con la forza "if necessary"- mi viene da replicare con il George & Ira Gershwin Songbook "It ain't necessarily so" :))
Comunque un giornalista italiano 100% non avrebbe assolutamente potuto scrivere nulla del genere per via della dittatura del politically correct.
E forse, visto come in linea di massima sono stati cresciuti, pasciuti e programmati a forza di politically correct e mondi alla rovescia fin dai tempi dalla scuola, a nessuno nemmeno sarebbe passato per la mente proprio di scrivere un pezzo di questo tipo, con tanta franchezza. Nemmeno il coraggio dell'idea, o il formarsi di un pensiero simile nel precerebro, censurata ab ovo.

Sulle egemonie GB-USA il Sauro come sempre espertissimo in massimi sistemi e realismo ci coglie. Abbracci.

X Mary: a me fanno incazzare sia inglesi sia americani, i primi per come si sono ridotti coi tribunali coranici & co, ma pure gli altri per buona parte della loro politica estera e lo sperimentalismo economico che poi paghiamo tutti. E perchè ora è reato dire 'Buon Natale' e da anni si può dire solo "seasonal greetings" (auguri stagionali) e non proprio Buon Natale tout court nudo e crudo, come a dire che nell'anno zero non è nato Nessuno, per non offendere i nostri sì caritatevoli amici (di tutti i tipi).

Josh said...

@Nessie,
quando dici di non mitizzare il presunto antislamismo americano, oltre che evidente dalla politica estera che citi, va notata la stessa cosa in politica economica: si sa che petrolieri USA e Arabi sono in pratica più che parenti.
E che tutte le Leagues hanno la sede principe in USA da dove dicono a tutti cosa dire e cosa pensare in vista dell'One World.

E che certe verità 'trasversali' cioè qualunquiste del puritanesimo attuale -non più reale ma solo di facciata- e recitato, sono la fuffa anche in USa della 'religio' unica, che per il One World, unirebbe ebraismo, cristianesimo devitalizzato e islam nella stessa livella del politically correct....quell'uso amricano insomma che fa preferire svendite beneaugurali omnicomprensive di fine stagione piuttosto che pronunciare chiara e tonda la fatidica frase 'Buon Natale'.

Nessie said...

Grazie per il passaggio. Notazioni sempre pertinenti e puntute. Sono scesa sotto di un bel po' per risponderti: come vedi sono andata avanti parecchio.
Seasonal Greetings è una boiata aziendalista della serie "In Dollars we trust" :-)

Anonymous said...

mi piace quanto sempre scrive il sig. Farrell su Libero. Come posso fare per inviargli miei commenti e ''suggerimenti''? In fondo scrive quello che io spesso penso in anticipo.Forse si tratta della verità.Grazie e saluti.
Giancarlo Politi pensionato dalla Toscana ferox(VINCI-Firenze)

Prefe said...

ciao
io analizzo libero e il giornale spesso.
Sono arrivato qui perchè sto cercando notizie su farrel.
Questo tizio è veramente assurdo.

Mi segno il tuo blog.
Passa a trovarmi.ciao!

Lorenzo said...

Questo blog è un po' élitario. Buzzurri, provocatori e trolls stiano alla larga: non c'è trippa per gatti né ratti!
Personalmente toglierei "è un po'" per sostituirlo con un più consono "è squisitamente". Bel Blog, hats off to you.