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30 October 2008

Mailat: c'era una volta l'ergastolo

Stavolta evito di fare commenti e di esternare la mia indignazione e stupore su una sentenza che grida già vendetta da sé. Ma se da queste parti dovessero transitare i soliti malvagi buonisti che sono usi ad averci un pelo sullo stomaco lungo così, fatto di ipocrisia disgustosa e di cattiveria, per dirmi che parlare di "martiri d'Europa" è un'esagerazione, ebbene sappiano già che auguro anche a loro tutto il male che è accaduto alla povera Giovanna Reggiani e a suo marito l'ammiraglio comandante della MM Giovanni Gumiero. Quel che è accaduto al processo contro il romeno di etnia rom Romulus Nicolae Mailat lo troverete qui su questo lancio Reuter ed è una sentenza da far venire i brividi.


Ne riassumo il significato:
1) ci sono etnie protette che possono delinquere, stuprare e uccidere senza che i giudici applichino per loro il massimo della pena (lo sconto era previsto).
2) un tempo nel nostro paese per essere sicuri di rifilare per davvero l'ergastolo, davano 120 anni di galera. Ora invece hanno paura di prescriverne 30 e scrivono 29. Il perché si sa già: basta un po' di buona condotta in carcere, eppoi vedrete questo farabutto se ne esce nel giro di neanche 10-15 anni. E la signora Reggiani è stata stuprata (trattasi di stupro etnico, ma nessuno osa scriverlo, tanto meno le femministe, sempre organiche alla sinistra immigrazionista e multietnicista ), e uccisa due volte.

Perfino il sindaco Alemanno è insorto su questa conclamata iniquità. Giovanna Reggiani si conferma una martire dell'Europa mondialista e immigrazionista. La nostra inGiustizia è serva e vassalla dei poteri economici e bancocratici di Bruxelles, quelli che veicolano queste transumanze migratorie e ce le impongono con la forza. E' ormai ampiamente dimostrato. Fosse accaduto il contrario (e cioè un ratto con stupro e assassinio da parte di un autoctono verso un allogeno) l'ergastolo con lancio di chiave in mare, sarebbe stato assicurato. Tu chiamala se vuoi , "discriminazione positiva". Ovvero, politica genocida nei confronti della Patria.

28 October 2008

Il 68 compie 40 anni. E li dimostra tutti

Siamo nel 2008 e il '68 ha compiuto 40 anni suonati. Sicché non è più giovane da un pezzo. Quasi all'apertura di ogni anno scolastico la stampa conformista e i media condiscendenti non fanno che blaterare sulla ripresa di un nuovo '68. Eppoi sempre lì a fare distinguo sul fatto che il '68 aveva una carica "innovativa" (il sesso libero, la ribellione dai genitori, lo spinello, la voglia di cambiare il mondo, l'immaginazione al potere e bla, bla bla. ) mentre questo neo '68 in realtà è figlio della paura, della recessione, della poca voglia del cambiamento, dell'immobilismo e bla, bla bla . Giornalisti, proviamo o no a fare patto di non banalità? Smettiamola ogni autunno di chiamarlo "caldo" e "sindacale", ogni ottobre di chiamarlo "rosso" e ogni protesta studentesca di chiamarla "68". Cominciate voi, a cambiare, perché anche le parole sono importanti. Dimenticavo però un fatto non trascurabile: molti cronisti, direttori e vicedirettori dei giornali dei cosiddetti poteri forti, sono stati sessantottini: Paolo Mieli, Pigì Battista, Deaglio, Lerner, Riotta (oggi, direttore del TG1), Barenghi ecc. Alcuni di questi sono passati a destra, ma pur sempre sessantottini erano: Paolo Liguori, Carlo Panella, Giuliano Ferrara, Lanfranco Pace. E questo, piaccia o no, conta.

Detto ciò, non mi piace autocitarmi, ma la voglia matta di darci un eterno '68, l'avevo già individuata in questo post del 2005 dal titolo Vogliono darci un '68 forever? dove campeggia la foto del fiilosofo tedesco Herbert Marcuse.

Ogni stato ha avuto, com'è ovvio, il suo '68 (l'America lo ebbe nel '64 con la rivolta di Berkeley in California. Erano suoi leader il duo Jerry Rubin e Abbie Hoffman); la Francia (il suo leader era l'attuale eurodeputato Daniel Cohn-Bendit, detto Dany le Rouge, oggi Dany le Vert, ma soprattutto Dany le Con, cioè "coglione"), e la Germania (con il suo leader Rudi Dutschke), lo ebbero quattro anni dopo. Ma poi questi paesi hanno voltato pagina.

I soli a non voltare pagina siamo noi. Perchè? Innanzitutto perché il PD (DS-PDS-PCI) dispone di un potente apparato organizzativo in grado di mantenere in pianta stabile "la fabbrica della conflittualità permanente". Idem il Sindacato che ne resta "la cinghia di trasmissione". Ma un altro fattore che dimenticai di analizzare nel post di tre anni fa, è il corpo docenti che dimora per gli Atenei: quasi tutti attraversati dai roghi e dall'imprimatur di quel periodo, per formazione ideologico-culturale. Un mio giovane amico cattolico che fa l'assistente universitario mi racconta che non può degnarsi di mettere un avviso, un volantino o un bigliettino in bacheca senza rischiare di venir menato dai "collettivi". Gli Atenei italiani sono attraversati dal pensiero unico bulgaro e finché costoro non molleranno la cattedra, ho idea che la "iskra" (in russo: scintilla) veterosessantottara di questi vecchi Kontestatusa, ce la dovremo sorbire in eterno. Un altro mio giovane vicino di casa si ritrovò all'Università, una ben nota professoressa assatanata di Cina, Rivoluzione Culturale cinese & cineserie varie, usa a promuovere seminari "di gruppo" durante quegli anni ruggenti. In particolare, sui "popoli oppressi" del Terzo Mondo, manco a dirlo. Enrica Collotti Pischel, giusto per fare uno dei nomi, ma la lista sarebbe lunga. Oggi è trapassata e - poveretta - requiescat in pace! Ma il ragazzo in questione fece in tempo a sorbirsi la sua querula petulanza (aveva un'insopportabile voce da cocorita), perfino il giorno della discussione della tesi.

Poi c'è l'annosa questione del terrorismo. Non tutti i sessantottini sono diventati terroristi (per fortuna!) ma molti terroristi furono sessantottini. E questi delinquenti che a chiamarli "cattivi maestri" gli si fa perfino un complimento, sono ancora in circolazione per tenere comizi per atenei. Ora appare alquanto assurdo che mentre la Riforma delle Università non è ancora stata scritta (la Gelmini ha approntato nero su bianco, finora solo quella delle elementari) si faccia tutto questo pandemonio di occupazioni preventive, di ridicole lezioni en plein air seduti sulle piazze con a capo-tribù, docenti come Strega Nocciola-Hack; di cortei con sfondamenti di picchetti polizieschi alla Stazione Cadorna di MI, per impedire ai poveri pendolari di prendere il treno per tornare a casa, i quali, a differenza di questi fankazzisti, si fanno un mazzo così per lavorare. E quando compare qualche studente che rilascia dichiarazioni alle telecamere dei TG in un Italiano sgangherato e approssimativo, mi vien fatto di chiedere: "Ma come diavolo ci sei arrivato lì, all'Università? E chi te l'ha rilasciata la maturità liceale"? Perchè se è vero che la scuola non deve diventare uno "stipendificio", è altrettanto vero che non deve diventare un "diplomificio" né un "dottorificio" di lauree fasulle e dequalificate, come lo scandalo delle "lauree sprint" (quelle triennali e non solo).

Frattanto nel 2028 il '68 avrà compiuto 60 anni, un'età buona per la pensione. Ma lo si potrà rottamare e voltare pagina, sì o no?

23 October 2008

I Want You (She's so heavy)

Questo post è il sequel di quest'altro dal titolo America primo amore, tre anni dopo: nel primo c'era un grande entusiasmo verso il Mondo Nuovo. Nel secondo, un senso di amarezza e di delusione. Come vedo la crisi finaziaria che ha investito tutto il globo e di cui nessuno è in grado di dirci quando ne saremo fuori? Innanzitutto con una responsabilità precisa da parte di quella Right Nation che ha creduto di distribuire per l'universo la cornucopia dell'abbondanza, ma che ora ha creato un tossico e letale effetto di contagio. E se dopo l'11 settembre 2001 "eravamo tutti americani", adesso sappiamo che per metterci in salvo dobbiamo cercare i rimedi, ciascuno nei nostri patri nidi (oltre che lidi). Sì, va bene la nuova Bretton Woods di cui parla Tremonti per riscrivere le nuove regole del commercio. Ma anche lui non lo dice chiaro e tondo ma lo fa capire: la pezza a una crisi globale possiamo e dobbiamo sì, cercare di metterla globalmente riscrivendo le regole. Ma fino a un certo punto. Poi ciascuno dovrà pur trovare i propri patriottici rifugi, se vuole sopravvivere alla catastrofe. Perché non è vero che l'universo è un tutt'uno inscindibile come vogliono farci credere. E perché tutte le grandi Utopie come questa, prima o poi finiscono nello sfacelo. Ma quanto durerà questa crisi? Gli economisti tacciono e il governatore di Bankitalia Draghi elude. Interrogato in proposito, tira dritto e risponde alla stampa che non ha la bolla di cristallo. In compenso la bolla speculativa quella sì, ce l'hanno rifilata. E Draghi che quelli della Goldman Sachs (da cui è uscito il Segretario al Tesoro Henry Paulson) li conosce bene essendone stato, a sua volta, amministratore delegato, non sa dirci proprio nulla nel merito?
Ascoltate cosa ne dice la brava Milena Gabanelli qui a Report di questo giochetto di scatole cinesi, intricato quanto truffaldino del bolla su bolla. Sfilano i nomi di Lehman & Brothers, Fannie Mae e Freddie Mac, le assicurazioni Aig, Alan Greenspan (che ha sempre fatto mutui a tasso fisso per sé, pur predicando il variabile per gli altri). Morgan Stanley, Merril e Bear Sterns sono state assorbite da banche commerciali dopo essere state banche d'affari. Poi ci sono altre 120 banche sotto osservazione, perché a rischio bancarotta, e sembra che il peggio dovrà ancora venire. Parla anche dei titoli-spazzatura, la Gabanelli : i cosiddetti derivati, finiti perfino in alcune amministrazioni comunali italiane, evidentemente, troppo fiduciose sulla finanza creativa. E sui titoli "tossici" lo fa con un efficace fumetto, dal titolo I predatori del mutuo perduto.

Frattanto a Bush è presa la riunionemania: bisogna riunire il G7, poi il G8, ora addirittura il G20: siamo tutti nella stessa barca. Ah sì? E chi ha spinto fino al tracollo l'economia globalista e globalizzata basata sul debito e sulla "finanza creativa"? Tutti sapevano, ma tacevano. E perché manager, finanzieri e banchieri di tutti i nomi delle imprese fallite finora fatti, non sono già in manette come dovrebbero essere? Ecco che allora anche in Usa si tenta di andare a ritroso: colpa di Clinton, colpa di Reagan e della Reaganomics, è la fine dello yuppismo (young urban professional ), dei suoi cantori come i romanzieri Jay McInerney e Brett Easton Ellis. Del narcisismo del denaro che serve a fare altro denaro come il perverso personaggio interpretato da Mickey Rourke in Nove settimane e mezzo di Adrian Lyne.

Beh, mi sono rotta: ne ho già sentite troppe! Pure sulla blogosfera ora sono diventati tutti economisti: prima lib-lib, poi lib-lab, neolib, neolab, ora keynesiani. A giro dialettico compiuto, risaranno socialisti. Eppoi cos'altro? Intanto war must gon on come il famoso show: in Afghanistan hanno cambiato le regole di ingaggio per i nostri soldati (i caveat), mettendoli in prima fila; ma poi Frattini dice che coi Talebani si dovrà pure trattare. Ma come?! Quando lo diceva solo l'anno scorso Fassino del PD gli davamo tutti del matto da legare: roba da mettergli lo scolapasta in testa. Se è per questo davamo dei suonati anche a chi parlava di interventi dello stato nelle banche e nell'economia. Ma il Leviatano atlantico ci impone un "contrordine alleati!" che sembra quasi la versione imperial-liberista del comunistissimo "contrordine compagni".

Intanto a Lampedusa gli sbarchi si intensificano. Ma i nostri sono altrove a combattere cosa? Il terrorismo internazionale, of course. Qui in Italia si fa solo beneficenza. E quelli che sbarcano qua sono tutta "brava gente"? Eppure vengono dalla Somalia, dove ci sono le corti islamiche, dalla Nigeria (un rogue state pieno di mafia e terrorismo) , dal Sudan (altro stato canaglia) . Inoltre in Italia abbiamo quasi più moschee che alla Mecca e alla Medina, tutte in odore di fondamentalismo e di predicazione d'odio. E allora? perché gli Alleati non ci aiutano hic et nunc? Abbiamo molte basi militari americane disseminate per tutta Italia (vedi mappa), perché non vengono usate alcune portaerei come deterrenza, qui e ora? Cosa aspettiamo? Che avvenga un altro 11 marzo madrileno o un 7 luglio londinese?



Non si può, prima c'è l'Afghanistan, l'Iraq e domani cos'altro sarà? un'altra guerra per rimettere in circolo l'economia? Ma se lo zio Sam ci ripete:

I want you, I want you so bad come nella canzone che dobbiamo fare? Guardatelo un po' in faccia il Grande Vecchio oggi: come si fa a trasferire our hearts and our minds su di lui?



Beh, Uncle Sam, Dio te l'ha data la tua Statua della Libertà. Ebbene, ora vai e trascinatela in spalla. Lo ha fatto il Signore con la croce, lo puoi fare anche tu con la tua lady Liberty. A ciascuno il suo Gòlgota. Per me, She's so heavy. Mi basta e mi avanza lo stellone della mia Repubblica - pesante anche quello.



PS: il povero Alexis de Tocqueville si rivolterà nella tomba nel constatare questo sconsolante panorama...."democratico" & "liberale".
Update: ToccheVip aveva in HP agli Esteri un post di un'importanza cruciale per le sorti del mondo: gli abiti di Sarah Palin e il guardaroba di Obama. Della serie, c'è una crisi nera e non so che abito mettermi.

20 October 2008

Caro Maroni, che fine ha fatto la tolleranza zero?

Se c'è una parola che mi fa venire l'orticaria è "tolleranza zero". Perché? Perché se ne è usato e abusato fino al logorìo, ma i risultati sono stati assai modesti: i furti e le rapine ci sono come prima, gli stupri idem e quanto ai clandestini, ne sbarcano ogni giorno il doppio e il triplo. Con l'obbligo onusiano di chiamarli "migranti" o addirittura "rifugiati". Maroni ha fatto grandi promesse e io non nego che all'inizio sia stato ben intenzionato. Però già sapevo che l'avrebbero fermato ed esternai i miei dubbi in tempi non sospetti in questo post . Il sospetto non sarà sempre l'anticamera della verità, però ci va piuttosto vicino. E difatti la commissione europea sulla sicurezza presieduta da Barrot (da non confondere con l'altro eurocrate-monarca col parrucchino nero che è Barroso) gli ha prontamente spacchettato e alleggerito il "pacchetto", altro termine da orticaria. In pratica che succede adesso?




  • Niente carcere per gli ingressi dei clandestini, ma una contravvenzione (capirete che deterrenza!)


  • Stop all'allontanamento dei comunitari senza requisiti che delinquono (quelli che provengono dall'area Schengen)


  • C'è poi un "decreto flussi" firmato dal Viminale (cioè da Maroni stesso) , che autorizzerà l'arrivo di 170.000 stranieri tra operai e badanti.


  • La commissione Ue ha praticamente indultizzato la pena di quei comunitari che delinquono con un "invito" ad allontanarsi dal territorio nazionale".


Questi sono tutti i punti "stralciati" dal pacchetto approvato il 23 luglio scorso. Dopo la Ratifica del Trattato di Lisbona (avvenuta anche questa nel luglio scorso), se c'è qualcuno che pensa ancora di essere in un paese libero con un governo "sovrano" in grado di dotarsi di leggi "autonome" ad esclusivo beneficio dei suoi cittadini-elettori, è bene che si faccia visitare.

Gongola Marco Minniti, ministro-ombra dell'Interno del cosiddetto "governo ombra" del Pd nonché antagonista di Maroni: "Tutte le nostre perplessità sono state confermate dalla Ue". Come dire: ve l'avevamo detto che avevamo ragione noi. E' naufragato così anche il mito dell'alternanza in materia di sicurezza, quello che avrebbe dovuto essere il punto forte di un governo di destra.
Aggiornamento: Sul censimento nomadi e sulle nuove norme sul ricongiungimento familiare immigrati, leggere qui, le ultime novità dal Viminale.

18 October 2008

Le metamorfosi di Hack, la strega stellare











Ho avuto anch'io il mio sex appeal e mi chiamavano "La Fattucchiera che ammalia".


















Poi mi abbruttii per il troppo studio dei pianeti e delle stelle: non ero la più Bella, ma certamente la più Intelligente.



































Finché un bel giorno precipitai dalle stelle....alle stalle. Io e il mio inseparabile Stregatto che quando sorrido, chissà perché, mi dà certe graffiate...

16 October 2008

Sandro Veronesi, la falsa coscienza e le classi per stranieri

Dopo la proposta leghista sulle classi per stranieri, hanno subito dato fiato a tutte le fanfare delle solita retorica buonista (sinistra, Famiglia Cristiana, antiGelminoidi, okkupatori abusivi di aule scolastiche, contestatusa in eskimo-naftalina ecc. ). L'amica Mary del blog Orpheus racconta un episodio di un suo amico appartenente alla sinistra radical chic nel suo commento qui. Un amico o conoscente di sinistra che predica bene e razzola male, che predica egualitarismo e amore universale per tutti, ma poi corre a mettere al riparo i figli tra le élites di quelli che possono permettersi scuole private per utenza chic, non lo si nega a nessuno. E anch'io ne ho conosciuti un paio: marito e moglie comunistissimi che non hanno neanche messo la croce sulla lapide dei genitori morti, ma poi hanno portato i fligli nelle private gestite dai religiosi "per avere migliori opportunità socio-educative" come si dice nel più fumoso "pedagogese" gauchiste. Però non mi sarei mai immaginata che si avesse la faccia tosta di andare pure a dichiararlo ai quattro venti: cioè al Corriere. Leggete in questa intervista cosa dice lo scrittore Sandro Veronesi (nella foto). Davvero illuminante!

Ma come!? Perché non ha fatto rimanere in trincea i suoi figli per poi lottare come genitore, per "modificare dall'interno" (come si diceva nello slang sinistro) la scuola di Stato?

Invece no. I genitori fuggono, io con loro perché non voglio per mio figlio, una classe dove gli stranieri frenano la didattica e le nozioni, però poi dalle pagine dei giornali critico. Che cosa? Lo Stato. Ma signor Veronesi, lo Stato, per parafrasare un noto slogan della Coop che le sarà certamente gradito, siamo noi. E se c'è una proposta per cercare di far imparare l'italiano ai bimbi stranieri, dov'è lo scandalo? Non è forse più scandoloso il segregazionismo dell'ignoranza linguistica?

Laddove non ci sono le condizioni e i prerequisiti per una scolarizzazione dei bimbi stranieri nelle scuole italiane, bisogna crearla, signore mio. Un fanciulletto italiano figlio di italiani, dell'età di sei anni, anche quando non sa ancora leggere né scrivere, possiede già una buona quantità di nozioni, di stimoli, di requisiti e prerequisiti che facilitano l'ingresso nella scuola e la relativa alfabetizzazione. Tutte cose che un bambino straniero figlio di stranieri non può avere. E senza nostra MADRELINGUA Italiana (che non a caso si chiama così) non si possono veicolare le lezioni. In che mondo vive la sinistra? E i signori "scrittori" della medesima?


14 October 2008

Nella vecchia fattoria

Non vorrei sembrare una giuliva Heidi a cui sorridono i monti, mentre le caprette le fanno ciao, ma ora che c'è la crisi economica invece di dire "Mio Dio c'è la crisi e non so che vestito mettermi", penso sia buona cosa cercare di mettere in atto dei cambiamenti "di sostanza". E se cambio io, può cambiare anche il mondo. E' già da qualche tempo, a dire il vero, che non corro più ai supermercati come prima per approvvigionarmi. Sì, giusto per gli indispensabili: acque minerali,vini, detersivi , utensili per la casa, pasta. Cominciai a diradare le visite da quando ci fu quel pesante sciopero dei camionisti, rendendomi conto proprio allora di quanto fosse fragile e fittizio il sistema di vita che ci siamo creati: basta uno sciopero di mezzi da trasporto su 4 ruote o dei benzinari, per ritrovarci soli con un gambo di sedano afflosciato in mano, senza niente da mettere in frigo, nella mensa e sotto i denti. Da allora ho iniziato ad andare in una piccola fattoria-agriturismo non lontana da casa mia per comprare prodotti caseari, carni buone di allevamento (hanno delle mucche nelle stalle, proprio lì nei paraggi) .




Vedo pure le galline lasciate libere che mi attraversano pigramente il sentiero quando arrivo da quelle parti. E allora ho iniziato a comprare anche uova fresche di pollame ruspante allevato a granoturco (hanno tutto un'altro sapore da quelle di allevamento col guscio sottile che si spacca subito), e i petti di pollo.



Bighellonando tutt' intorno per ispezionare, ho visto le gabbie di conigli. E allora: "Non avrebbe qualche coniglietto da vendermi?" ho chiesto alla proprietaria. Per i conigli bisognava prenotare da una settimana all'altra. E così ne ho prenotato uno da fare in casseruola con patate e piselli. Per farla breve: carni bianche (polli e conigli) e rosse, uova, insaccati di salame nostrano, formaggelle, cacciotte. Beh, che ci vado a fare da quando c'è la fattoria in quei non luoghi di alienazione che chiamano outlet, o iper o megastore o supermarket, a spingere il carrello in stato semicomatoso, a sentimi un "consumatore" tra tanti (parola orrenda!) invece di un nobile cliente ? E a constatare che proprio quei megastore sono il richiamo di moltitudini dai variopinti costumi che provengono dai 4 angoli del pianeta? Lì, ci trovi la moglie del talebano che spinge imbaccucata in chador il carrello coi figli o l'indiano sik col turbante e la moglie col sari , tutti egualitaristicamente equiparati sotto l'etichetta di "consumatori mondiali".
Noto anche che i contadini non buttano via niente: pane secco e bucce di patate o di mele che danno alle bestie, residui alimentari che interrano negli orti, dopo averne fatto utile compostaggio. Scoperta dell'acqua calda, certo, ma pensate a quanto paghiamo in più nel prezzo per il vassoio in polistirolo e l'involucro di cellophane (il cosiddetto packaging) il quale serve poi a tenere in piedi il grande business dei rifiuti. Alla fattoria anche il ciclo dei rifiuti, drasticamente ridotto, è naturalmente virtuoso.


Mancava ancora qualcosa: la verdura. Poco lontano c'è un orto molto esteso con una serra: "la vende quella verdura?" - ho chiesto al contadino. All'inizio ha fatto un po' di moine : ma no, non posso, la cicoria di questa stagione è amara, i pomodori non sono maturi. Le carote sono bitorzolute e brutte. Chissenefrega delle carote tutte regolari che vendono al banco dei supermercati sotto cellophane e polistirolo (sì, anche quelle!), che non sanno di niente e manco sai da dove arrivano? Poi alla cassa paghi col tesserino di plastica (la carta di credito) e...la plastica fu dappertutto. Anche nella carta-moneta. Vada dunque, per le bitorzolute brutte ma buone. E allora ho estratto i duri tuberi dal terreno con la soddisfaziome di sentirmi pure Rossella O'Hara quando diceva "Dopotutto, domani è un altro giorno".



Ora parliamo un po' di prezzi. Costa meno la spesa in fattoria? Sì, qualcosa in meno, anche se non tantissimo in meno come si favoleggia. In compenso si mangia qualitativamente molto meglio; non si fanno quelle mortificanti code alla cassa e non ci si incazza per il parcheggio. Insomma la vecchia fattoria fa rima con economia. IA-IA-OHHHHHHHHHH! Una microeconomia dal volto umano, familiare e identitario.

11 October 2008

Martiri d'Europa: Haider come Pim e Theo?







Pim Fortuyn (foto in basso a destra) : assassinato il 6 maggio 2002, perché ritenuto "xenofobo"e dopo che il suo partito aveva guadagnato suffragi. E perché amava la sua Olanda più di quelli che l'invadevano; Theo Van Gogh (in alto) : artista e regista assassinato il 2 novembre 2004, perché ritenuto islamofobo e amava la sua Olanda più di quelli che l'invadevano; Joerg Haider (a sinistra) : probabilmente ucciso all'alba dell'11 ottobre 2008 in un mortale incidente stradale avvenuto senza alcun testimone, mentre era reduce da un raduno del suo partito, il BZO, che era uscito vittorioso dalle ultime elezioni, per il lancio di una nuova rivista. Ritenuto dalla stampa ufficiale e dai main streams, xenofobo e non in linea coi parametri della Ue-BCE, la quale Ue aveva già fatto l'embargo contro di lui ai tempi del suo governo, amava di più la sua Austria, di quelli che l'invadevano. Leggete qui la sua ultima intervista e fatevi delle opinioni personali, non veicolate né filtrate da ciò che vuole farvi credere la stampa ufficiale in mano alle Banche. Per tre ragioni diverse ma anche, in un certo senso, analoghe e trasversali ai tre personaggi citati, sono tutti e tre dei patrioti, degli identitari martiri d'Europa e di quella globalizzazione che vuol stravolgerne la fisionomia. Nulla avviene per caso. Oggi l'identità europea e chi la difende viene minacciata e punita con la morte. A quando il prossimo?

10 October 2008

Giuliooooooo!


A qualcuno sta antipatico per via di quella sua aria da professorino saccente che la sa sempre troppo lunga. A me tutti gli "antipatici" - chissà perchè - stanno simpatici. E viceversa molti tra i simpaticoni-piacioni, li reputo indigesti e insopportabili, non fosse altro perchè cercano ad ogni costo la "captatio benevolentiae". Giulio Tremonti è la figura d'uomo migliore che abbia questo governo. Ha profetizzato con largo anticipo il patatrac che stiamo vivendo già nel libro "Il fantasma della povertà" e ancor più ne "La paura e la speranza", di cui mi sono già occupata in mio precedente pezzo qui.

Va in tv e parla di "pazzi illuminati" e "fanatici" quando ancora non sapevamo i nomi della banche che dovevano fallire (Lehman & Brothers, i quali hanno un curriculum storico-economico ben poco limpido già ai tempi delle piantagioni di cotone) né dei manager finanziari corrotti dell'economia americana basata sul debito.
Numerose sono le sue interviste televisive (a Porta a Porta davanti a D'Alema, ad Anno Zero con Bertinotti, in "La storia siamo noi" di Minoli sulla crisi del '29, (quest'ultimo, un documento molto interessante andato in onda a ore antelucane che consiglio di rivedere), dove pareva una Cassandra cospirazionista. Ed invece ha anticipato né più né meno quello che poi sarebbe successo. E una volta accaduto, non se ne è stato davvero con le mani in mano a lagnarsene e a perdere tempo nel far rimarcare un compiaciuto "Io l'avevo detto!", ma da buon "polentone" valtellinese (è nato a Sondrio, ma è di origine cadorina), si è rimboccato le maniche e si è messo subito al lavoro, cercando di darci "Speranza" dopo la " Grande Paura". Un galantuomo che ora di fronte al decreto salva-manager di Alitalia, le ha cantate belle chiare: " Quell'emendamento è fuori dalla logica di questo governo. O va via quell'emendamento o va via il ministro dell'Economia''.

Non pago di ciò, Tonino o' Zappatore da Bisaccia si è messo a berciare in Parlamento - l' ha preso evidentemente per la sua stalla di bifolco - che era tutto merito suo. Ma i ragli dell'asino non giungono al cielo.

Beh, a questo punto, chapeau al superministro dell'Economia che non va alla puntata di ieri di Anno zero a sprecare del suo prezioso tempo nell'arena delle mattanze santoriane: c'è altro di più proficuo da fare di questi tempi, per il nostro Paese. E per finire, una nota di humour tra Bossi e lui, il Giulio, complice Mentana, a Matrix che se le ride sotto i baffi che non ha. Bossi, intervistato sulle affermazioni di Tremonti, pare svegliarsi dal coma profondo in un reparto rianimazione e grida: "Giulioooo!" Ormai è un classico da Web-Blob. Ma questa volta "Giuliooooooo!" , lo dico anch'io. Magari anche con qualche o in più.

07 October 2008

Le racisme antiblanc et la diabolisation

I francesi, si sa, hanno una più lunga frequentazione di quanto ne abbiamo noi con le dinamiche interetniche. Non fosse altro perché la Francia è stata potenza coloniale e ha subito il fenomeno di decolonizzazione anche dai Terrritori d'Oltremare. Ecco perché sfornano preziosi manuali su come interagire nei confronti delle dinamiche controverse che la globalizzazione ha recato con sé e per non rimanere schiacciati dai conflitti multikulti e interetnici che si sono già evidenziati in modo virulento nei disordini delle banlieues. Nasce quindi un utile pamphlet che è anche un invito a riflettere sui temi più spinosi e urgenti. Ma soprattuttto un modo per non farsi schiacciare e intimidire da campagne di stampa sul tipo di quelle a cui stiamo assistendo in questi giorni. Ricordiamoci che il miglior modo per perdere è quello di sentirci già interiormente umiliati e sconfitti. Come si pianifica la morte di una nazione? Quando si coltiva al suo interno "il senso di colpa" perpetuo, fino a inferiorizzarla. Il libro "Le racisme antiblanc" (Il razzismo antibianco) del belga Bruno Gheerbrant mi pare un manuale molto interessante per approfondire e prendere coscienza di un fenomeno per noi italiani, nuovo quanto repentino, e di grande smarrimento psicologico-sociale nonché di choc emozionale (individuale e collettivo) perpetrato ai nostri danni. Eccone alcuni stralci da me riassunti:




Gli attacchi descrittivi consistono nel dare un'immagine svalorizzata dei popoli, nazioni o minoranze di tipo europeo. Partecipano al rinforzo dei grandi miti del razzismo antiBianco.


Incoraggiano i gruppi etnici europei a staccarsi dalle loro origini, dalla loro storia, dalle loro culture e da altri individui del loro stesso gruppo etnico. Mirano a provocare non una perdita, ma un abbandono volontario d'identità. Il loro scopo è spingere in popoli europei ad abdicare alla loro sovranità, alle loro istituzioni e ai loro diritti, per negoziare dei posti in sovrannumero verso culture e ai rappresentanti d'altri gruppi etnici. L'immagine svalorizzata e negativa indotta, crea un clima propizio ai crimini interetnici e ai crimini razzisti perpetrati a detrimento dei Bianchi.




La diabolizzazione (uso di proposito il francesismo in luogo del più logoro termine "demonizzazione", perché c'è all'interno della parola la nozione specifica di diavolo e diabolico, senz'altro più forte del generico "demone-daimon") è la più frequente e la più costante degli attacchi descrittivi. Essa agisce nella durata. Questo metodo consiste nell'utilizzo del silenzio selettivo, nella ripetizione costante di alcuni fatti con la deformazione od omissione di certi altri, allo scopo di dare un'impressione generale negativa di una persona del tipo europeo o di gruppi etnici europei per farne oggetto di riprovazione, al fine di giustificare alcuni comportamenti pregiudiziali nei loro confronti. Essa inculca stereotipie razziste a danno dei popoli europei e prepara il terreno sul quale si sviluppa il razzismo Antibianco. Il metodo della diabolizzazione, di frequente utilizzato a detrimento dei bianchi è di presentare costantemente i razzisti coi tratti di una persona di strato etnico europea, ciò che favorisce poi il passaggio alla generalizzazione (sovente l'idea secondo la quale tutti i bianchi sono razzisti e che loro soltanto sono razzisti).


La generalizzazione consiste nel prendere a campione l'individuo più ignobile d'una popolazione bianca e designarlo come tipico di TUTTO quel gruppo etnico, e il suo crimine, come il risultato d'un tratto caratteriale inerente al suo popolo.


Lo sbianchettamento consiste nello spostare la responsabilità d'un problema, o di un crimine commesso da una minoranza etnica o di uno dei suoi membri in seno a un paese occidentale. La Buona Scusa è il metodo d' inversione di colpevolezza che consiste nel giustificare un comportamento o dei propositi razzisti d'una persona attraverso il pregiudizio reale o supposto di cui il suo gruppo etnico sarebbe stato vittima da parte dei bianchi.

La calunnia e la menzogna razzista consiste nel presentare un fatto falso, dispregiativo per l'immagine di un Bianco, come verità.


L'attacco fisico e presenziale. Questa lista in cinque tappe permette di misurare i gradi di razzismo antibianco in una comunità. Gli incidenti che vanno dalla prima alla seconda tappa devono essere segnalati alle autorità sociali del quartiere dove si sono svolti. A partire dal terzo stadio quando il razzismo antibianco si manifesta apertamente c'è una situazione di urgenza e la vita del bianco è davvero in pericolo. Tutti gli incidenti di questo tipo devono essere segnalati alla polizia per farne oggetto di una raccolta dati.


Ostruire il passaggio fa parte del non detto, ed è uno degli atti d'intimidazione più classico dei razzisti antibianchi. Consiste, per il razzista, quando è certo di avere un determinato vantaggio fisico o quando è in gruppo, di mettersi deliberatamente di traverso sul percorso di un bianco, forzandolo a fare uno spostamento, pena, il rischio di violenze fisiche. Impone un rapporto di forza nel quale la vittima bianca è messa in situazione d'inferiorità fisica e psicologica, poiché perde il controllo della situazione che le si presenta. .


L'insulto razzista. L'insulto apertamente razzista è un tipo di aggressione che può prendere forme multiple. Potete sentire "Sporco bianco", "uno sporco formaggio" "prosciutto" o "biondino" "Uno sporco Francese" (ndr: da noi di recente: "Italiano bastardo") "faccia di gesso" ed è un tipo d'aggressione che può assumere forme molteplici.


Il colpo del "parrucchiere ". Questa pratica tipica del razzismo antibianco consiste nell'afferrare una ciocca di capelli o addirittura di passare la mano su tutta la capigliatura di una bianca o di un bianco, senza preoccuparsi di che ne pensa la vittima. Più una bianca o un bianco sono "tipizzati", cioè più hanno capelli chiari, più sono esposti. In apparenza insignificante, il colpo del parrucchiere marca un crescendo nella violenza razzista diretta contro i bianchi. Qui la bianca o il bianco sono fisicamente messi di mezzo dal razzista, a causa del loro aspetto fisico. La vittima è ridotta allo stato di oggetto, spossessata del suo statuto di essere umano e il razzista in questione, stabilisce e "cosifica" un rapporto tra superiore e inferiore .


Il colpo del parrucchiere è una delle pratiche più degradanti - e la più diffusa - del razzismo antibianco. E' l'ultima tappa prima del passaggio all'atto violento verso i bianchi (continua qui in lingua francese).



03 October 2008

Il razzismo dell'antirazzismo, una nuova caccia alle streghe

Ieri sera in tv ad Anno Zero Gad Lerner ha insultato con un livore inaudito Daniela Santanché e il sindaco Tosi di Verona. Non perdeva occasione di irridere, deridere, fare del sarcasmo gratuito, sminuire, disprezzare e insultare ma soprattutto di interrompere di continuo, gli interventi dei due ospiti in studio. Se i due ospiti si fossero comportati così con lui, avrebbe con ogni probabilità invocato vittimisticamente i pogrom. Santoro dal canto suo, è furbo, perfidamente furbo. Ha invitato la Santanché perché sa che ora è un "cane sciolto" e che non ha più un suo partito. E in Italia chi non è aggregato ad una qualche "casa politica" è più vulnerabile e può essere facilmente sansebastianizzato. Incoraggiato da ciò, un ospite facente parte del pubblico l'ha insultata pesantemente, ragion per cui Santoro si è deciso, alla fine, a espellerlo per non farsi cadere, quel che resta della sua faccia. Lerner "il maccartista dell'antirazzismo militante" era di un'arroganza davvero insopportabile ed è arrivato perfino a tacciare di "razzismo" i milanesi perché hanno fatto sloggiare le preghiere islamiche sul marciapiede sotto casa loro in Viale Jenner. E' inaudito! Voglio altresì richiamare l'attenzione su come in questi giorni i media esasperino le notizie relative alle aggressioni sugli extracomunitari e su come, viceversa, le minimizzino mettendo sordina e silenziatore con numerosi distinguo, quando trattasi di crimini e delitti a matrice multietnica a danno degli autoctoni .



Non dimentichiamo questi martiri d'Europa e d'Italia che possiamo già annoverare tra le vittime dei delitti multikulti di un' Italia e di un'Europa che forse spariranno:



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  • Gorgo al Monticano di Treviso 2007 - Picchiati e torturati barbaramente fino alla morte, con atti di incredibile efferatezza i due coniugi, Lucia Comin, 60 anni, e il marito Guido Pellicciardi, 67, all'interno della dependance attigua a villa Durante, da una banda di criminali, che avrebbe anche violentato la donna con una sbarra d'acciaio prima di finirla. I due omicidi sono l'albanese trentacinquenne Naim Stafa e Alim Bogdaneanu, rumeno di 21 anni.



  • Perugia 2007 – Una giovane americana Meredith viene assassinata e accusato dell'omicidio è l'ivoriano Rudy Hermann Guedé insieme ad Amanda Knox e a Raffaele Sollecito.



  • Bologna 2007 - Una studentessa di 24 anni scesa in strada per buttare la spazzatura, è stata bloccata da due uomini, nordafricani, che con un coltello l'hanno minacciata e costretta a salire in macchina e violentata a turno.



  • Tor di Quinto (Roma) Ottobre 2007 – La signora Giovanna Reggiani mentre rientrava a casa, è stata assalita, violentata e torturata a colpi di pietre fino alla morte. Poi è stata gettata in un fosso da un 24 enne di etnia rom a nome Malat .



  • Landriano (Pavia) 2008 - Italiano 47enne, si reca in farmacia per acquistare medicinali per il figlio appena dimesso dall'ospedale e subisce una violenta e selvaggia aggressione ad opera di tre nordafricani, che lo rapinano e massacrano con una mazza da baseball mandandolo all'ospedale dopo avergli rotto la vertebra cervicale (nessuno dice che potrebbe restare paralizzato).



  • Ascoli Piceno - Un rom di etnia romena a nome Marc Ahmetovic, ubriaco al volante e senza patente, travolge e uccide quattro ragazzi marchigiani minorenni.

  • Milano - Capodanno 2008. Madre e figlia si sono trovati circondati da nigeriani in Piazza Castello che approfittando della confusione volevano violentarle, buttandole per terra e stringendole d'assedio tutt'intorno.






  • Mi fermo qui, ma state certi che i bollettini della paura quotidiana che avvengono nelle nostre città non più nostre, che ci costringono a sopportare e a tacere, saranno da me puntualmente aggiornati e registrati. Io non dimentico. Non dobbiamo lasciarci intimidire da questi mirati attacchi mediatici che rappresentano un'istigazione al suicidio da parte di noi italiani, manco fossimo degli inutili lemmings.










    01 October 2008

    Se uccidere Brunetta non è reato

    Rieccoci alle "quote rosa". Il nuovo direttore dell'Unità Concita Di Gregorio (nella foto piccola) non ha perso tempo per mostrare quanto sono brave, belle, buone e dolci le donne ai posti di comando. Tanto gentile e tanto onesta appare Madama la Concita nel salutare i suoi nuovi lettori. La famigerata vignetta comparsa sul suo giornale che circola già per il web dal titolo Guerre giuste, per dirla con gli stessi termini espliciti di Fausto Carioti, fa proprio schifo. Il tragico è che non fa neppure ridere. Inoltre conferma ancora una volta - se mai ce ne fosse bisogno in questo paese - che alla "peggio gioventù" non c'è mai fondo. E' dedicata al povero Renato Brunetta il quale, secondo questo genio della grafica (un tal Mauro Biani) , DEVE morire. Con buona pace per i fannulloni. Va detto che Brunetta vive sotto scorta da parecchi anni (ancor prima della sua nomina a ministro della Pubblica Amministrazione) , come potete leggere nel pezzo di Carioti, e che dopo il prof. Marco Biagi è stato anche lui uno dei candidati nel mirino delle BR (quelle che i media si ostinano a chiamare "nuove" ma che puzzano sempre di vecchio piombo comunista) .


    C'era già in questi giorni, un inquietante antefatto da parte del teppista Caruso, il quale aveva minacciato che se le riforme di questo governo dovessero andare in porto, ad un imprecisato qualcuno potrebbe toccare la sorte di venir "gambizzato" E che non se ne abbia a male, visto che se l'è cercata.
    In aggiunta a ciò, lo squallido Vauro, nel tentativo di correggere l'errore del "compagno-vignettista-che-sbaglia" ha peggiorato la situazione, con un'altra vignetta su quello stesso filone. Matitisti a delinquere, lui e il suo compare d' Unità in quota rosa.