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13 August 2008

Agosto, mare mio non ti (ri)conosco

Roba da farsi venire il mal di mare. Anzi, il mal d'Agosto. Ho assistito durante la prima settimana del mese, all'83esima edizione del Palio del Golfo di La Spezia, con la tradizionale regata finale. Le Borgate marinare che vi concorrono (dodici in tutto) rappresentano il tessuto socio-antropologico dei vari comuni del Golfo. Per questo il Palio è da considerarsi non una semplice competizione sportiva, ma una vera e propria tradizione consolidatasi dal lontano 1932 a oggi. E durante le prima domenica d'agosto oltre alla regata ci sono manifestazioni acrobatiche dei parà del Comsubin e delle Frecce Tricolori. In finale dopo le 10 di sera, lo spettacolo pirotecnico dei fuochi d'artificio sul Golfo, sempre di grande suggestione.

Qualche giorno prima della regata, sfila la gran parata delle Borgate per le vie della città con i costumi folcloristici e le allegorie legate ad episodi attinenti alla microstoria dei Borghi marinari del Golfo:

Lerici, Portovenere, Le Grazie, S. Terenzo Tellaro, Fezzano, Marola, Cadimare, i rioni spezzini di Fossamastra, del Muggiano e del Canaletto, quello lericino della Venere Azzurra.

Ma il sindaco Massimo Federici (ex diessino e oggi piddino) quest'anno ha voluto fare del Palio "l'elemento di inclusione sociale" degli extracomunitari, in combutta col CRDD (Circolo Ricreativo Dipendenti della Difesa). Così in mezzo alle iconografie e scenografie delle tradizionali Borgate sono sfilati anche africani, arabi, sudamericani, albanesi (con le loro bandiere), romeni, sudamericani e caraibici. Che ci azzeccavano con la tradizione del Palio dal '32 a oggi? Assolutamente nulla. Mai tenuto un remo in mano; mai avuto un equipaggio che si allena. Federici ha voluto ubbidire ad una pratica largamente consolidata da Stalin: creare una sorta di risiko delle etnie in modo tale da confondere le acque tra autoctoni e allogeni nel nome di quello che è divenuto ormai, un dogma irrinunciabile: INTEGRAZIONE .

Una parola che ha assunto sempre più, il suono dello sciacquone delle toilette, dato che più integriamo loro, più disintegriamo il nostro tessuto sociale insieme alle nostre tradizioni.

E mentre le Borgate si sfidano non senza una punta di legittima aggressività competitiva tra vari campanili come da antica usanza, l'obbligo riservato, invece, a questi neocittadini (?) è quello di amarli per decreto municipale. Anche se non fanno proprio nulla per rendersi bene accetti.

Patetico poi, l' aver osservato due arabi musulmani alla parata in costume del Tellaro che saltellavano in corteo con gli stivaletti dalle punte all'insù alla Sandokan, il turbantello bianco modello ricotta rovesciata in testa simile a quello di Bin Laden e il caftano.
A quando, dunque, la rimozione della targa sulla chiesa di S. Giorgio in Tellaro che ricorda come i suoi abitanti respinsero l'avanzata dei saraceni dal loro mare con la Leggenda del Polpo, il quale avvertì l'intera borgata suonando la campana coi tentacoli?

Dopotutto nel nome di una irenica pacificazione, abbiamo già un illustre antefatto attuale nella Spagna di Zapatero, dove uno zelante sacerdote dhimmo, ha tolto la spada alla statua del santo patrono della Reconquista: Santiago el Matamoros (S. Giacomo l'ammazzamori), per non dispiacere agli islamici.

Più che Mare Nostrum, direi che siamo al Mare Monstrum.

13 comments:

Anonymous said...

Passi per il romeno e l'albanese, ma far sfilare i musulmani nella rievocazione di un Palio Marinaro italiano, dimostra una conoscenza della Storia medievale... :(

Se proprio ci tenevano, potevano metterli che stupravano qualche figurante, saccheggiavano case, tagliavano gole, come accaduto per secoli ai paesi costieri vittime delle scorribande saracene.

Anonymous said...

Mamma mia che orrore! Fra poco dovete farvi i bagagli ed andarvene proprio, perche` darete fastidio ai nuovi arrivati!
La mia povera Italia!!!!
Un saluto Mytwocents

Nessie said...

Caro Sole che risorge, considera che questo Palio è a carattere strettamente locale. Quindi non pertinente alle altre provincie liguri di Genova, Imperia e Savona, che in quanto provincie di una stessa regione, avrebbero più diritto dei "nuovi arrivati". Dunque figurati un po' tu a che livello di "infiltrazione" coatta siamo pervenuti. Sarebbe come se al Palio di Siena facessero sfilare i cavalli di Gengis Khan e di Alì Pascià.

Nessie said...

Cara Mytwocents, ho parlato di risiko delle etnie di marca staliniana, ma, in realtà, è un modello che ci viene universalmente imposto.
E in Italia, a quanto pare, è veicolato da sinistra (il caso del sindaco Federici) a destra (il caso del Circolo ricreativo della Difesa, che è un'associazione legata all'omonimo Ministero attualmente in mano al centrodestra).
Andare via sì, ma dove, tenuto conto che questo è il modello in auge "all over the world" e chi non lo accetta è considerato "razzista" e "xenofobo", nel migliore dei casi?

Anonymous said...

Cara Nessie, non ci lasciamo prendere dalla depressione. Loro possono fare quello che vogliono e dire perfino che Osama Bin Laden è diventato filo occidentale. Ma finchè noi non cediamo nei nostri pensieri e nella nostra volontà, non avranno vinto. Se loro sono tenaci, noi lo dobbiamo essere più di loro. Non dobbiamo perdere il coraggio e la volontà di lottare. Finché non molliamo, siamo invincibili. E sono convinto che la pensi anche tu così.
Xavier

Anonymous said...

Nessie, questo pezzo lo riporto integralmente da me.

Ciao!

Nessie said...

Grazie caro Xavier, per la tua fede e la tua speranza.Sì, finché non molliamo siamo invincibili. Voglio però sottolineare un aspetto: ci scandalizziamo tanto se i Cinesi infiltrano gente loro tra i Tibetani, aprendo negozi e incrementando la mescolanza di etnie per poterli controllare meglio e per far dimenticare ai Tibetani chi sono e da dove provengono... E da noi cosa si fa di così diverso?
Che lo si faccia nel nome del totalitarismo comunista o che lo si faccia nel nome del Dio Mercato, il risultato è lo stesso. Solgenitzyn lo sapeva bene.

Grazie Filippo, fai pure. Ciao.

Anonymous said...

É proprio cosi' Nessie,
é affare globale. Ieri hanno fatto i funerali del petit voyou haitiano ucciso da una poliziotta accerchiata e son stati piu' imponenti dei funerali di un Capo di Stato. Palloncini bianchi, colombe, tutti affranti a partire dai giornalisti. Ma cosa abbiamo sbagliato, come possiamo rimediare...tutte lagne del genere.
Ma la gente ordinaria tace perplessa..

Nessie said...

Lonty, la gente comune tace perplessa perchè il dogma di amare di più lo straniero (anche se illegale e fuorilegge) degli autoctoni è diventato un imperativo assoluto per tutti gli stati di tutto il mondo. E' quello che chiamano NWO (Nuovo ordine mondiale), il quale cancella e annulla perfino le piccole realtà locali come quella che ho testé descritto.
Un "mondialista" convinto direbbe che siamo angusti, provinciali e meschini a voler preservare un Palio così com'è, dal 1932 a oggi.

nuovopatriota said...

Io il palio lo farei con il tiro al cannone lungo le coste italiche. Non so se mi spiego..

+nuovopatriota+
[torneranno i crociati.. e saran mazzate!]

Nessie said...

Per il momento il diritto a tirar cannonate ce l'ha solo Zapatero da Ceuta e da Melilla. SaLVO poi a dare del razzista a noi bamba Italiani quaquaraqua. Lui però fa i fatti e la Ue glieli lascia fare. Come pure a monsieur Sarkò che ha respinto al mittente non so quanti rom chiamando questa azione con un nome poetico: "rimpatrio umanitario".

Anonymous said...

Ciao Nessie, non hai capito...!!
Un tempo qui i saraceni venivano respinti perchè si presentavano armati. Adesso, che si sono fatti furbi (a suon di buscarle) si armano di ombrelli da vendere sotto il solleone e noi dobbiamo aiutarli. Mica sono parenti di quelli là sai? Noooo, siamo noi che non capiamo le "diverse usanze". Come quella di orinare notte tempo sui giochi che all'indomani i bimbi toccano con le manine. Vanno compresi. Perchè loro ci vogliono annientare tanto quanto i loro antenati. Solo, in maniera "diversa". Sono molto più buoni dei loro avi. E noi molto più rincoglioniti dei nostri. Finchè non si fa come in Corsica, non c'è speranza. Ma io non mollo! e tu neanche... :-)

Nessie said...

Love, si ripresentano armati anche oggi. Le moschee sono la loro arma impropria. E il bello è che la gente comune pensa sia un normale luogo di culto, invece di un luogo di predicazione d'odio e di indottrinamento ideologico (vedi il recente caso dell'imam di Varese).
Poi c'è il problema di altre enclaves, ciascuna con le sue specialità: senegalesi e nigeriani che fanno i pusher della droga. Albanesi e romeni con la prostituzione, cinesi con il traffico di paccottiglia illegale e tarocca.
Insomma, paradossalmente era più semplice da capire quando c'erano i pirati saraceni dal mare spediti qui dalla Sublime Porta.