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29 May 2007

Fischia il vento del Nord...


....che si espande fino al Sud e per tutta le Penisola, arrivando perfino a Lampedusa. E se anche il bolso Corrierone è costretto ad ammettere che vincere sul terreno favorevole alla sinistra (e cioè alle amministrative), vuol dire che gli Italiani hanno voglia di spedire furiosamente a casa questo governo, è chiaro che qualcosa è cambiato. Non c'è bisogno di esperti e di opinionisti per capirlo. Se avessero messo lì anche pezzi di baccalà sotto sale come candidati, è evidente che li avremmo votati lo stesso, pur di non tenerci questi qua. Ma passata l'euforia è bene ricordare a Berlusconi e ai suoi alleati, che vincere per demeriti altrui (e che demeriti!) non basta. Che le sfide da affrontare saranno difficilissime. Che gli Italiani, benché salassati dalle tasse e angariati dai cattivi servizi, hanno capito quel che non si può dire in tv: questa sinistra sta facendo tabula rasa del nostro Paese, rendendolo terra di pascolo altrui da brucare fino alla desertificazione prossima ventura. Che non vogliamo trasformare questo paese in uno stato multietnico (non dico multiculturale, perché sarebbe troppo onore, visto che qua di cultura ce n'è poca). E nemmeno multiconfessionale. Che non vogliamo svegliarci coi minareti che svettano alti trenta metri sopra le nostre cattedrali e sentirci più vicini a Beirut e a Sarajevo, che a Roma o a Milano. Che non vogliamo i DICO, quale asse portante della società e della famiglia e che crediamo ancora nella forza della tradizione. Che respingiamo la Legge Amato-Ferrero pronta a fare ponti d'oro ad oves et boves, mentre vanno riducendosi i diritti per chi è nato qui, vissuto qui e discendente da genitori e avi nati a loro volta qui in Italia.

Che vorremmo una Magistratura non asservita agli interessi della sinistra, ma alla quale ogni cittadino può ricorrere senza paura che le si ritorca contro, in caso di necessità. Esempio pratico: se c'è da sgombrare un campo-nomadi, non deve arrivare l'avviso di garanzia al sindaco che si assume la responsabilità di farlo solo perché sente il dovere di amministrare correttamente la sua municipalità. Che vorremmo, parallelamente ad un'altra Italia, un'altra Europa. Non una corte di Strasburgo che offre diritti e garantismi agli affiliati ai gruppi terroristi, senze precise regole d'ingresso né doveri (si veda il caso della Procura di Varese). E senza potercene disfare spedendoli al loro paese, in forza dei cosiddetti Human Rights che ci legano le mani. Insomma, il lavoro è appena cominciato e non c'è tempo di crogiolarsi sugli allori. Ci sarà da combattere su parecchi fronti. Una raccomandazione a Fini: lasci perdere l'idea iniziale di concedere il voto agli immigrati.Gli Italiani non lo vogliono. Un'altra a Berlusconi : vada avanti nel costruire e a rafforzare il suo Partito, come polo d'aggregazione per chi ci sta, ma non si perda più nelle camarille con alleati irriconoscenti. Una terza, alla Lega: il federalismo non basta e la secessione nemmeno, se le regioni più ricche non saranno più controllabili dalle forze dell'ordine, a causa dei flussi migratori indiscriminati. Perciò, la vera battaglia sarà fermarli e prevenire nuovi arrivi. Vincere fa sempre bene, è vero. Ed è sempre un'ottima iniezione di fiducia. Però occorre andare avanti con coraggio, determinazione e costanza.

25 May 2007

Se i preti sono pedofili, i comunisti mangiano i bambini

Siamo alla guerra dei luoghi comuni e dei sillogismi più assurdi. Cui bisogna replicare con egual moneta, se si vuole sopravvivere. Altrimenti non c'è salvezza. L'operazione Santoro sulla pedofilia in Vaticano che andrà in onda, come promesso, giovedi prossimo, raggiunge due scopi: 1) dare fiato alle inchieste-bufala della BBC, già screditate in GB, quale risposta mediatica da parte di una tv biecamente sinistra, autoreferenziale e incapace di rinnovarsi, al Family Day; 2) rimuovere l'ostacolo del celibato dei preti cattolici, ultimo tabù rimasto presso le chiese protestanti, tra cui emerge la Chiesa anglicana, considerata una delle più secolarizzate.
Ma ne esiste un terzo, di cui sono fautori i soliti rosaripugnanti di casa nostra, che con ogni probabilità parteciperanno in studio, alla trasmissione di giovedì prossimo: legalizzare e rendere trasparente la pedofilia, come ha già tentato di fare Marco Cappato, dell'associazione Luca Coscioni ai microfoni del TG2, dove ha tenuto palesemente il bordone al Partito dei Pedofili Olandesi. La loro tesi è semplicemente aberrante: se certe cose accadono in convento e in Vaticano, liberalizziamole come si fa per droghe e spinelli. E allora otterremo così il nichilismo e lo sfascismo assoluto. Tanto peggio, tanto meglio. Oltreché, benitenso, aver raggiunto lo scopo supremo pannellian-comunista di disfarsi del Vaticano. Dio è morto, Marx è risorto. E' diventato gay, fa la lotta di sesso e mette la stella a 5 punte sulle cattedrali . Con buona pace per mons. Bagnasco, piantonato dalla scorta - unico caso in tutto il mondo di un religioso sotto scorta.
Per chi volesse saperne di più sul secondo obiettivo, rimando alla lettura de Il Foglio di mercoledi 23 maggio che fa esplicito riferimento al filosofo inglese Roger Scruton sul bigottismo wasp " Non sono i pedofili l'obiettivo della BBC, ma il celibato dei sacerdoti". Ovvero , come il secolarismo è ossessionato dal sesso e rinunciarvi è uno scandalo secondo le tesi di Scruton, il quale sostiene che la BBC sparge una cultura del nulla, mentre invece moraleggia sulla chiesa.

Ma torniamo alla Santoreide. Quello che più disgusta è che certi giornalisti abbiano la faccia di tolla di fare i martiri della repressione sulla libertà di stampa, quando trattasi invece di calunnia a mezzo stampa. Ma abbiamo o no il diritto, come telespettatori, di avere delle inchieste decenti, visto che la RAI sta in piedi coi denari del nostro canone? E perchè, la brava Milena Gabanelli (che pure è di sinistra) avrebbe rifiutato detto format della BBC, per il suo programma Report, per lasciarlo nelle mani di S.Michele da Sarno? Perché a differenza del suo collega non è una masaniella arruffapopolo e ha fiutato la bufala cosmica. E per giunta, già scaduta come una mozzarella di Battipaglia.
Non credo che guarderò Michele-Bellaciao. E nemmeno il lubrico Vauro con quell'espressione da satiro infoiato alla perenne ricerca di cose pecorecce con cui condire le sue vignette. Sempre arrogante con la Chiesa e i cristiani, ma supino e prono all'islam, come durante il caso delle vignette danesi nel 2005. Non alzò un dito - questo ciarlatano - per difendere i suoi colleghi danesi sotto Jihad per le caricature antiMaometto del Jylland Posten. Anzi, ipocritamente, difese pure il "sentimento religioso islamico", mentre questi satanassi davano alle fiamme le ambasciate danesi.
Resta da esaminare un interessante paradosso. E riguarda i temi dell'omosessualità e della famiglia. Il diffuso pregiudizio anticristiano vieta ai cattolici di dichiararsi solidali con le posizioni della chiesa su questi temi (si veda il caso Buttiglione a Strasburgo nel 2004). Nel frattempo si è accasato in Europa e in Italia un islam radicale e fanatico che sull'omosessualità dice, predica (e fa) cose orribili. Cose che la Chiesa non sostiene più da parecchio tempo. Ma i vari Michele-Bellaciao, i Vauro, l'Arcigay e l'Arcilesbiche, in compagnia di radicali, dei falcemartellati, verdi e postcomunisti, si voltano dall'altra parte e fingono di non sentire. Scherzi da "preti rossi" del relativismo etico e culturale.
Torniamo alla pedofilia. Essa può infiltrarsi anche in sagrestia (scusate la rima), come in tutti gli ambienti chiusi: collegi, scuole, luoghi i lavoro. Ne è piena perfino l'UNICEFe l'ONU, pensate un po'...Ma tutto questo accade perché l'umanità è un legno storto, non certo perché sia la chiesa e il Cristianesimo a predicarlo. Né, è una ragione evidente per tentarne la via della legalizzazione come osano fare i radicali, servendosi di cattive campagne di stampa e utilizzando i canali-tv dei Santoro-Bellaciao. E allora per rimanere ai luoghi comuni, se i preti sono TUTTI pedofili, i comunisti mangiano i bambini e i radicali glieli forniscono.

21 May 2007

La sicurezza degli Italiani secondo il pensiero Sottile


"E' un tragico errore della sinistra - dice Giuliano Amato, ministro degli Interni - pensare che il problema della sicurezza sia un problema dei ricchi, che hanno qualcosa da difendere. Accade esattamente l'inverso: è chi ha pochissimo da difendere, e che proprio per questo si difende ancora più aspramente, a chiedere maggior tutela. Ed è lui, quando non si sente difeso, a diventare più nemico di chi gli è più simile". Sottigliezze da vero Doktor Sottile. Ovvero Sottilanschauung. Impossibile non essere d'accordo.


Ma com'è - ora che si è capito che la sicurezza riguarda TUTTI i cittadini a prescindere da come votano - che Amato ha firmato una legge dove si abbrevia a 5 anni il percorso per ottenere la cittadinanza, dà diritto al voto attivo e passivo agli immigrati, prevede liste di collocamento all'estero, allunga i permessi di soggiorno con tante altre splendide "sorprese" all'interno del "pacchetto", tra le quali la possibilità di poter presentare liste di partiti a carattere etnico-confessionale come i sedicenti "partiti immigrati"?
Andiamo avanti... Più poliziotti, più carabinieri, più alloggi per gli immigrati, villaggi per i rom, evitare i quartieri e i rioni monoetnici, soldi per la videosorveglianza, delocalizzazione per le Chinatown e molto altro ancora, nella medicina del dott. Sottile. Non c'è che dire: è benintenzionato, il Ministro! Manca però la parola fatata, quella che permetterebbe a un politico di razza (brutta parolaccia) di pescare i voti a destra e a sinistra (categorie obsolete, rispetto alle nuove catastrofiche emergenze): NON FACCIAMONE ENTRARE PIU'! Chi lo dice (e lo fa) si becca i voti da una parte, come dall'altra, secondo il più elementare dei principi: PREVENIRE E' MEGLIO CHE REPRIMERE.


In caso contrario, ci si ridurrà alla schizofrenia di Zapatero: ingresso di 700.000 immigrati prima delle elezioni del 2004. Poi una volta eletto, spara (o fa sparare) ai clandestini dalle enclaves spagnole di Ceuta e Melillo, situate sulla costa settentrionale del Marocco. Carote e fucilate. Non era meglio dire NO da subito? Ovviamente, di questo cortocircuito i mass-media, complici, tacciono. Lodi sperticate, invece, per le "buone intenzioni" del dott. Sottile. A cominciare dal Corriere della Sera. Ah, già, dimenticavo: siamo in campagna elettorale.

17 May 2007

Pannella, finale di partita

Per un momento nella vita fummo tutti radicali. Alzi la mano chi non ha mai firmato un referendum o che non sia andato a votarlo. La modernizzazione della società italiana uscita dal dopoguerra, un po' contadina, un po' bigotta, un po' ottusamente provinciale, è passata anche dai radicali e da Pannella, il quale si assunse il ruolo di grande "liberalizzatore" in materia di diritti civili. A differenza di Zapatero, però il fu Pannella era stato uno strenuo anticomunista. Ragion per cui, ai tempi della Prima Repubblica, in mancanza di un partito anti-DC e anti-PCI, votai radicale per parecchie volte. Ora però molte cose sono cambiate.
Molti personaggi di quel partito si sono dati alla macchia, forse per mettersi in salvo dalla pervasiva giogioneria pannellesca. Massimo Teodori, milita nelle file del centrodestra ed è il famoso docente americanista che sappiamo. Taradash e Della Vedova sono dei liberisti attenti al mercato vicini a FI, sicché a schierarsi con la compagine veterocomunista e assistenzialista, dei rifondaroli, pidiccini e diessini manco ci pensano. Angelo Panebianco è il lucido e attento politologo del Corriere che tutti conosciamo come battitore libero. Eugenia Roccella, figlia di quel Franco Roccella co-fondatore del partito Radicale, è stata l'organizzatrice del Family Day. Angelo Pezzana (FUORI, prima associazione omesessuale in Italia, federata ai radicali) oltre a essere cronista su Libero per il MO, segue le orme di Pim Fortuyn d' ispirazione "neoconservative". Che succede? Perché i radicali hanno perduto tanti pezzi?

Succede che Pannella non ha saputo rinnovarsi e che di fronte alle sfide del mondo attuale (fondamentalismo islamico, terrorismo, nichilismo e deriva relativista) sbaglia il bersaglio e se la piglia col Vaticano - forse perché aspira egli stesso a diventare Papa Laico. Esattamente come fece il PCI del dopoguerra. Esattamente come continuano a fare i rifondaroli, i verdi e il PdCI con l'America, la quale viene considerata all'origine di tutti i mali. La sinistra (estremista e non) ha sempre bisogno di un nemico. Confliggo ergo sum, è il suo motto. E il nuovo (si fa per dire) nemico è la Chiesa, dove la lotta di classe si trasforma in aspro scontro fra morale "rossa" e morale "bianca". Ecco perché è ricomparso pure il simbolo della stella a Cinque punte delle BR proprio sulle cattedrali.

Lo si è visto il 12 maggio scorso a Piazza Navona, Marco Pannella, fingere di fare il barricadero don Chisciotte anche adesso che il suo partito è al governo con i socialisti, insieme a Prodi. E in questa sua nuova Breccia di Porta Pia di un redivivo XX Settembre, di cui lui è sgangherato bersagliere che manca il bersaglio, si trascina dietro, proprio quei "compagni comunisti" da lui tanto avversati in passato. Non mi piace maramaldeggiare coi perdenti (seppur governativi) fatti di quattro gatti, ma l'insuccesso se lo meritano proprio, tenuto conto che anche dopo il 13 giugno 2005 (debacle del referendum sulla fecondazione assistita), i radicali si sono ostinati a non prendere atto che oggi la storia va in tutt'altra direzione. Che il popolo italiano, ha subito lo sfascio e lo sconquasso di quella famiglia, il cui referendum per il divorzio, abbiamo tutti entusiasticamente firmato e che vide il suo trionfo il 12 maggio del 1975. Ma che proprio per questo, non potevano essere in piazza con lui a celebrarne la morte, ma dovevano per forza cercare di rabberciarne i pezzi a Piazza S.Giovanni - quel santo che non fa inganni. Che cercare la morte per eutanasia, in un'epoca che è già fatta di morte e di nichilismo (la shahada dei kamikaze) non è la migliore delle idee. E se proprio Pannella sta digiunando contro la pena di morte (l'ennesimo digiuno ricattatorio), ebbene, allora dovrebbe cominciare a mostrarsi minimamente coerente coi principi intrinseci alla vita stessa. Ma come ha scritto l'intelligente Ferrara, "la manipolazione è l'essenza stessa del laicismo". Perciò Pannella manipola, bara, briga, ma tira dritto per la sua strada.

Pannella, finale di partita. Come quei personaggio beckettiani che mimano una partita impossibile e invisibile, con un nemico inafferabile, rincorrendo una palla che non c'è. Troppo innamorato di sé stesso per cambiare gioco, squadra e obiettivi. Ma soprattutto, per comprendere da che parte tira il vento della storia.
Pannella, ovvero, squadra che perde non si cambia. Un raro esempio di masochismo politico senza via di scampo.

10 May 2007

Occhio alla famiglia allargata...


Pare che i partecipanti radicali alla contromanifestazione che si terra' a Roma in concomitanza con la manifestazione del 12 maggio a sostegno della Famiglia, abbiano incoraggiato a scroccare la credenziale (fotografia) concessa dall'organizzazione "Piu' famiglia" ai partecipanti che utilizzassero il servizio ferroviario. Su Libero ( "Le armate del coraggio laico scroccano lo sconto del treno" del 9 maggio 2007 pag 9), i dettagli della scoperta. Se cosi' fosse si tratterebbe dell'ennesima istigazione alla truffa e ai brogli, e nemmeno la piu' grave, portata avanti da forze politiche che ora stanno al governo. Adottate volentieri le pecorelle smarrite... aggiungete un posto a tavola e, se possibile, date loro uno scappellotto (o un calcio nelle terga) come si fa con i bimbi discoli... e occhio al Telefono Azzurro.

09 May 2007

Boselli: l'insuccesso gli ha dato alla testa

Ricordate Zelig di Woody Allen? Chissà perchè a me Boselli, ha sempre ricordato Leonard Zelig nella scena in cui lo davano per missing ma poi lo ritrovano mimetizzato e sparuto in mezzo ad un raduno di nazi intorno a Hitler, alla ricerca dell'identità perduta. E che là - in mezzo ad un' adunata oceanica dove berciavano all'unisono Heil ! - non potrà mai riavere. Ieri sera a Porta a Porta faceva pure lo spiritoso con Tremonti. Boselli e Pannella: ovvero le disgrazie non vengono mai sole. Siccome sanno entrambi di avere percentuali da prefisso telefonico, hanno pensato bene di mettere insieme le loro forze nella lista dei Rosapugnettari: ma uniti si perde. E ci si porta pure sfiga. E alle ultime elezioni, infatti, hanno suddiviso i prefissi, litigando pure. Ora il prode Boselli-Zelig ci riprova con l'ennesima camaleontica metamorfosi: andare più a sinistra dei DS e sfidare i vescovi in singolar rosapugnace tenzone. Extra ecclesiam nulla salus, caro Boselli. Ci hanno provato prima di te i comunisti atei in URSS, in Polonia e pure in Italia. E non ci sono riusciti.

Poi - secondo il più disinvolto e sfacciato trasformismo sinistro - il prode Enrico si fa premura di offrire la sua solidarietà all'arcivescovo Bagnasco per la stella a cinque punte BR sulle cattedrali e il proiettile inviatogli nella busta. Sai quanto gliene importa a Bagnasco di ricevere la solidarietà pelosa di simili falsoni...Infatti in occasione del Family Day di piazza S.Giovanni, il trio Lescano Pannella-Boselli-Bonino intendono promuovere un controFamily a dir poco rosaripugnante sul piano della democrazia. Hanno già avuto il Gay Pride, hanno già avuto la manifestazione pro-Dico con la Pollastrini, e ora a Piazza Navona faranno il giorno del vino e delle rose.. Soprattutto del vino. Roba da etilici...in canna!

(NessieCorsivo)

07 May 2007

Malgré la racaille, Sarko a gagné

Le hanno tentate tutte, ma proprio tutte. L'aspirante Marianna ha perfino sibilato con evidente velenosità, che se Sarkozy sarà eletto "on aura toutes les banlieues encore au feu".
E non pensava ai maghrebini della seconda generazione - quelli che incendiavano auto, scuole e centri sociali nelle banlieues parigine. Con ogni probabilità pensava già ai suoi amici e supporter di partito, in caso di disfatta. Puntualmente, davanti all'evidente e schiacciante vittoria del voto, i supporter socialisti si sono messi a dar fuori di matto provocando disordini e lancio di molotov. E il bello che berciavano pure "Sarko fachaud! " (Sarko fascio), gli squadristi della molotov permanente e della spranga! La racaille (la feccia) non ha colore di pelle, evidentemente, e la signora Royal (assai poco regale), con quel suo discorsetto ricattatorio fatto a denti stretti sapeva bene di che parlava e a chi si riferiva. "Votatemi francesi o sarà peggio per voi", è stato il ricatto (chantage) non detto esplicitamente, ma lasciato intendere tra le righe. Qualcuno la chiama già "jihad giacobina". Niente di più vero. Si dà il caso , però che i francesi detestino i ricatti e che non siano dei cons (coglioni). Perciò non ci sono cascati.

Ieri sera in tv, dopo i soliti improvvisati raduni in studio condotti da Monica Maggioni su Rai 1, c'era da ridere nel vedere come anche i sinistrati di casa nostra erano gialli e verdi per la bile. Avevano puntato tutte le loro speranze: dopo Zap, anche Ségo, e non ne hanno mai fatto mistero. Tutti i nostri media (il solito CorServa in testa a tutti) hanno fatto una cordata pro-Ségolène Royal arrivando perfino a mistificare e a raccontar panzane grossolane sul suo "schiacciante successo" durante il ping-pong televisivo tra lei e Sarkozy. Come se non avessimo occhi per vedere né orecchie per sentire noi stessi dove stava la verità. La Royal ha perso le staffe parecchie volte ed è caduta in una sorta di aggressività ideologica camuffata da un bon ton del tutto apparente.
Frattanto, in collegamento da Parigi spuntava la giornalista di Repubblica Myriam Mafai (e cioè la compagna di Giancarlo Pajetta, il vecchio comunista picchiatore in Parlamento nonché lanciatore di calamai) la quale dava la sua versione "comunisticamente corretta" di cosa rappresenta Sarkozy per i francesi. Ma dico io! A Repubblica non hanno proprio nulla di meglio che propinarci inviati da Pio Albergo Trivulzio? Su, brava gente, svecchiate un po' il vostro personale!
Segue La Stampa con Barbara Spinelli, più o meno sulla lunghezza d'onda della Mafai. E finalmente Giulio Tremonti in collegamento si spazientisce e fa notare che non serve a nulla giudicare il voto francese con le lenti italiote.

Ma una nota particolare la voglio riservare a Romano Prodi che ha tentato con ogni mezzo di inserirsi meschinamente in questa vicenda. Voleva andare a sostenere Ségolène durante i suoi comizi, ma poi glielo hanno sconsigliato, perché i sondaggi premiavano Sarko e lui ci avrebbe fatto una ben triste figura. Allora ha tentato con ogni mezzo di inserirsi negli inciuci attraverso Bayrou e la "rutelleria margheritina". Bayrou avrebbe, secondo i piani di lorsignori, dovuto sbilanciarsi nell'affermare che i suoi voti sarebbero andati alla Royal. Il furbacchione non c'è cascato: sarebbe stato bruciarsi le ali ancora prima di prendere il volo. Però qualche "petites combines" sottobanco con la candidata socialista ha tentato di farla - combine prontamente denunciata da Sarkozy. Beh, è andata male, caro Prodi: la tua insana utopia di una coalizione centrista-sinistrata estesa alla Francia, te la puoi scordare.
Sarko a gagné malgré tout. E ha vinto con impegno, onestà, energia e giocandosi la faccia in prima persona. Congratulazioni Monsieur le Président! Può essere una prima crepa nel muro del veterosocialismo eurobabbeo e accattone.

03 May 2007

Per Ferrero il Nord è razza bovina. Ma la destra che fa?

Raccoglieremo firme di petizioni, faremo un gran casino, scenderemo in piazza e magari ci incateneremo davanti ad un parlamento mai stato così minuscolo (e non solo nella lettera P). Tutto si può dire di un ministro che con la scusa di praticare la solidarietà agli "altri" calpesta i diritti di "noi stessi" (e cioè di noi Italiani nati da generazioni qui in Italia). Lo ius sanguinis è stato calpestato nel nome di un indiscriminato arrembaggio (ius soli) nei confronti di un'Italia che rischia di diventare l'Eldorado per chiunque, tranne che per chi vi è nato. Tutto si può dire, fuorchè Ferrero non mantenga i suoi scellerati propositi. Ecco ciò che questo gentiluomo ha detto quest'estate nei confronti della Lombardia e del Veneto - le due regioni ribelli e non ancora in mano ai comunisti. Perciò ripubblico un mio post del 9 agosto 2006 in cui il ministro di quella solidarietà sociale imposta per decreto-legge lanciò minacce (nemmeno troppo larvate) a quelle regioni refrattarie a sottomottersi al diktat comunista. Citazione pertinente e non di certo autoreferenziale.

Le minacce di Ferrero (PRC) agli elettori del Nord
Dunque tra breve non potremo nemmeno più votare per chi vogliamo noi e si sta preparendo l'invasione islamo-sovietica anche al Nord. Ce lo ha detto fuori dai denti il ministro Paolo Ferrero della cosiddetta "solidarietà sociale" di Rifondazione comunista: udite udite!
"Nelle provincie di Treviso, Bergamo e Brescia e in tutta la fascia pedemontana dove la presenza dei lavoratori migranti è molto forte e dove un partito espressamente xenofobo come la Lega raccoglie alti consensi, l'acquisizione del diritto al voto da parte degli immigrati modificherà la dialettica politica".
Cosa vuol dire tuttò ciò? Semplice: Nord stai in guardia perché abbiamo ottenuto lo ius soli e il diritto al voto da parte degli immigrati potrebbe creare pure partiti islamici che "ve la faranno pagare". A questi punti siamo arrivati! Se ne è perfino accorto Gian Antonio Stella sul Corriere, quotidiano confindustriale che sostiene il governo Prodi, il quale rimprovera Ferrero accusandolo di aperta intimidazione. E Stella non è certo vicino alla destra. Razza padana, razza bovina, dunque. Da educare per amore o per forza.
Questi intenti "pedagogici" si legano perfettamente all'idea leninista e stalinista di Stato-Padrone e dirigista, il quale crea l'uomo nuovo (o meglio, "la nuova umanità") trasferendo qua e là altri popoli alloctoni per "purificare" l'anima dei cosiddetti "autoctoni" ancora attaccati a qualcosa di rozzo e primitivo come il concetto di territorio e di cristianità.
Diffidiamo da chi accusa sempre gli altri di razzismo e xenofobia: spesso è una proiezione fantasmatica del loro stesso razzismo e della loro intolleranza. (pubblicato da Nessie il 9/8/2006).
Come si può constatare, Ferrero fa sul serio e mette in atto ora, quel che aveva già promesso mesi orsono. Metodi stalinisti, certo. Quello di contare sugli extracomunitari per attuare la reconquista di regioni ribelli che votano a destra, è del tutto simile alle pianificazioni etniche volute da Stalin ai tempi della grande "edificazione socialista sovietica".
Dall' agosto 2006 ad oggi, quanti mesi sono passati? Dieci mesi... Nei quali il ddl Amato-Ferrero è già in dirittura d' arrivo alle due camere. Dopotutto era già scritto sulle 280 pagine del programma della cosiddetta Unione durante la campagna elettorale. Ma la destra, a fronte di una legge che contempla lo stravolgimento identitario irreversibile del nostro Paese (forse mai più nostro), che diavolo fa? Si divide, tiene il low profile e mostra di non aver un fiero, strenuo e determinato progetto d' opposizione barricadera per difendere quel che resta dell'Italia. Dobbiamo proprio continuare a farci del male e a doverci sentire soli senza che nessuno ci rappresenti sul serio?



01 May 2007

Dai ghetti identitari ai partiti etnico-confessionali

Le disgrazie non vengono mai sole. Il ddl Amato-Ferrero non è ancora stato varato che già si profilano all'orizzonte, nuove sventure e nuove iatture. Sappiamo già dai quotidiani cosa ci riserverà questo nuovo disegno di legge, che se non verrà fermato non so dove ci porterà, e ne riassumiamo sinteticamente i punti:

1) Programmazione di "quote triennali" da poter aumentare in base alle necessità.
2) Liste di collocamento all'estero.
3) Sponsor e autosponsor. Quest'ultimo significa che se un immigrato mostrerà di disporre di "risorse" (paroletta magica) proprie, potrà entrare nel nostro paese a prescindere dal datore di lavoro. E senza che nessuno si sogni di indagare circa la provenienza dei denari in suo possesso.
4) Corsie preferenziali per colf e badanti.
5) Allungamento dei permessi di soggiorno.
6) Voto amministrativo (attivo e passivo) per gli immigrati con 5 anni di soggiorno in Italia.
7) Scioglimento dei CPT (centri di permanenza temporanea) riservati solo ai casi di coloro i quali si sottraranno all'identificazione.

Il disegno non è stato ancora approvato dalle due Camere che già gli immigrati in Italia si sono organizzati in un partitino politico (l'ennesimo). Quando ci sgoliamo sui nostri blog a descrivere la rovinosità del multiculturalismo, siamo profeti inascoltati. Ma ecco ora la triste realtà sotto ai nostri occhi... Un progetto di partito-enclave già approntato da mesi che aspettava solo il varo del ddl Amato-Ferrero (più Ferrero, e cioè comunista, che Amato, e cioè socialista) per uscire allo scoperto.

Nasce dunque Il Partito degli immigrati - Nuovi Italiani il cui presidente è il marocchino Mustafà Masouri e il vicepresidente è l'italiano (?) Marco Angelillo "La nostra è una formazione indipendente e siamo disposti a trattare anche col diavolo, l'importante è che ci diano i nostri diritti di immigrati" spiega il suo presidente Masouri ad Hamza Boccolini nell'articolo di giovedi 26 aprile u.s. apparso su Libero. Dunque ciò vuole dire che non basteranno nemmeno i benefits e i diritti (pur numerosi) già contemplati dal ddl in oggetto, ma che costoro chiederanno addirittura di poter essere rappresentati da partiti etnico-confessionali, da essi stessi composti. Hanno già un loro sito internet e una delle loro esponenti della comunità marocchina, si era candidata alla Camera lo scorso anno con la lista Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, ma senza successo. Ecco che allora ci riprovano "in proprio". E c'è di più...

E' perfino imminente una conferenza-stampa dove esporanno il loro programma di partito-immigrati, il cui logo è un globo con quattro sagome di uomini (nero, giallo, rosso, rosa) che fanno il girotondo intorno al mondo, tenendosi per mano. Così assistiamo al paradosso tutto italiota, che mentre negli altri paesi dell'Ue si sta facendo macchina-indietro dopo gli evidenti fallimenti della società multiculturale (si veda in Olanda, in Danimarca, nella Francia delle banlieues in fiamme, nella Germania coi suoi conflitti con la comunità turca), noi, in virtù di questo governo, spalanchiamo porte, portoni e finestre a quei cosiddetti "nuovi italiani" che non si sognano minimamente di integrarsi ma che al contrario, ora puntano a passare dai ghetti etnici dei rioni delle nostre città, alla nascita dei partiti-ghetto a carattere etnico-confessionale. Peggio di così...si muore. E infatti andiamo incontro alla disfatta del nostro Occidente. In nome della democrazia-feticcio, perderemo ogni democrazia sostanziale. In nome dell'utopico fantasma della libertà, perderemo ogni libertà di fatto. Gli esempi catastrofici sotto ai nostri occhi non mancano: sappiamo dei fenomeni di balcanizzazione del periodo dopo Tito e del conflitto nel Kosovo. E sappiamo pure in Libano che succede coi partiti etnico-confessionali: la cosiddetta libanizzazione - quella che si vuole importare anche da noi. Senza contare i cattivi esempi dati ad altre comunità. Avremo, di questo passo, il partito "cinese" dei cinesi? o il partito romeno dei romeni e così via?
Povera Patria nostra, sempre più NO MAN'S LAND.