Nessie New Logo

30 November 2006

Manifestazione del 2-12: vado o non vado? Massì che ci vado...

E' vero che questa è una Finanziaria da rapina "interclassista" che tartassa brutalmente tutti gli strati sociali. E' vero che le masse si mobilitano solo se le tocchi nel portafoglio, molto più che per degli ideali. E' pure vero che la Rivoluzione Americana iniziò con la lotta alle gabelle imposte dalla madre patria inglese. Tutte cose vere. Ma io ho per la mente, un paio di fisse che trovo prioritarie perfino alla sottrazione delle mie risorse economiche, al Grande Fratello dei conti correnti bancari, all' ICI e ai ticket sanitari in aumento: l'immigrazione selvaggia e incontrollata proveniente dalle nostre coste, la guerra di religione mossaci dal fondamentalismo islamico, l'identità e la salvaguardia dell'Occidente: tutte cose che non fanno guadagnare suffragi né di qua né di là, tenuto conto che anche gli immigrati sono potenziali "bacini d'utenza" e voti. Perciò l'unica differenza che vedo oggi tra la destra e la sinistra, è che mentre quest'ultima lascia porte e finestre spalancate, la prima le lascia dischiuse. O semichiuse. C'è poi Fini che non ne dice una giusta: ora anche l'ora di Corano. Eh no, bello mio, il Corano nella nostra scuola te lo puoi scordare!
La faccio breve. Con le premesse fatte, vale o non vale la pena di andare alla manifestazione del 2 dicembre organizzata dalla CdL? E cosa può cambiare, realisticamente ragionando? Poco.
Non credo che il governo Prodi verrà spedito a casa prima del tempo da una manifestazione di destra, per imponente che sia. Mancano i sindacati e le loro legioni di adepti, i loro ricatti e ostruzionismi per far cadere un governo. Sappiamo bene la Trimurti da che parte sta. Mancano i casseurs, i disubbidienti, i Cobas e la loro massa d'urto rissosa e piazzaiola. Insomma, tutta la "gioiosa macchina da guerra" dell'agorà istituzionalizzata.
E allora cosa diavolo mi spinge a partecipare al corteo del 2 dicembre? il malore di Silvio Berlusconi? Sinceramente no, anche se gli faccio i miei migliori auguri di lunga vita. Dopo questo colpetto-avvertimento, il Cavaliere dovrebbe affrettarsi a strutturare il partito e ad organizzare il ricambio generazionale, visto che giovincello non è più.
Insomma qual è la molla che mi induce a fare una sfacchinata su un pullmann che parte dalla mia città, a dormire di notte su scomodi sedili, ad arrivare a Roma con gli occhi pesti e le occhiaie, facendo, durante il percorso, spuntini con paninazzi asciutti che mi fanno pure male ? Per poi ripartire l'indomani dello stesso giorno alle 21 e arrivare a casa con gli occhi ancora pesti, le occhiaie e tutto il resto? Ci dev'essere una ragione, perbacco!
Sì, che c'è. E sono le ripetute dichiarazioni di queste ore degli uomini politici di sinistra in tv. I quali hanno la faccia di tolla di fare boccucce schifate quando sentono parlare del raduno del 2 da parte dell'opposizione. Come osano fare di questi "raduni sediziosi", quelli? (si dice sempre così quando la manifestazione non è "rossa"). La vera opposizione, la si fa in Parlamento. Coi suggerimenti, i consigli, gli emendamenti da accogliere e bla, bla, bla...Ma venite qua, sediamoci intorno a un tavolo, parliamone...
Ah sì-ì-ì? E' così? E allora, signori miei, come mai che delle manifestazioni, dei cortei selvaggi, scioperi, ostruzionismi voi avete fatto per omnia saecula et saeculorum amen, il vostro sport nazionale preferito? E come mai che esiste pure il doppio binario del Partito di Lotta e di Governo? Il quale, oltre ad occupare tutte le cariche istituzionali, governative, amministrative pretende pure sguinzagliare i descamisados per le piazze italiane? Magari con la fronda dei bruciatori di bandiere, di fantocci, con gli scassa-lampioni, scassa-semafori dal volto coperto da passamontagna o kefiah e con le spranghe in mano ecc.? Per poi, magari, dover sentire il Mortadella dichiarare che , fatte salve le debite eccezioni, "era un corteo pacifico"?
E' una buona ragione per sfacchinare fino a Roma andata e ritorno? SI', la è.
E ce n'è un'altra. E' bello vedere la gente della mia Regione (la Lombardia), quella che lavora, si fa un mazzo grosso così, produce reddito, paga fino all'ultimo centesimo di tasse, paga per i soliti sussidi di un Sud che non vuole saperne di crescere; non perde mai una giornata di lavoro, non fa mai gite fuori porta in permesso sindacale prepagato con striscioni e fischietti, crede ancora nell'uomo e nella sua opera ed operosità, è bello - dicevo - vederla aderire in massa a un'idea, a un progetto, un sogno di libertà da lacci e lacciuoli dello stato e del parastato vampiresco e parassitario. Mobilitarsi pagando di propria tasca, vestita con decoro, senz'ombra di eskimi sessantottari addosso. Vuole dire una cosa: che c'è una parte sana d'Italia davvero resistente che ne ha piene le cosiddette, di lavorare e tacere, di farsi gabbare e gabellare. E che è giusto che la si veda fisicamente sui media (sciopero dei giornalisti permettendo). E questa è la seconda ragione.
Poi, se frugo nel mio cervello, ce n'è pure una terza. La sinistra non si vergogna mai dei suoi alleati anche quando sono nefandi come Diliberto, Caruso e altri rifondaroli ultrà. Perché a destra dobbiamo sempre avere tante puzzette sotto il naso? Bisogna fare i conti con quello che abbiamo, e pazienza. E se non funziona, dobbiamo dar loro delle tarellate e degli scrolloni affinché si mettano nella direttrice di marcia giusta. Perciò , vado o non vado alla manifestazione del 2 dicembre? Massì che ci vado. Magari poi lo racconterò pure ai miei parenti comunisti. Mi vedo già il film (una commedia all'italiana) a tavola mentre pranziamo insieme, io che parlo e loro con le facce schifate e disgustate. Forza Italia? Puah! Il Silviaccio? La Lega? Doppio puah! Ma dico, ma sei impazzita? E questa è la mia quarta e ultima ragione per esserci.
"Mia cara", mi disse un amico americano che certamente si riconoscerà in queste righe, "In Italia, chi non ha un parente comunista? Più facile che avere uno zio prete..." . E difatti è toccato pure alla sottoscritta.
Dalle brume della Padania fino a Roma, con furore...anticomunista. Il resoconto della giornata, prossimamente su questi schermi.

27 November 2006

Professoressa, lasci in pace i ragazzini!

Cara Professoressa di Matematica,
come vede uso le maiuscole perché credo ancora nella dignità di una professione. E tutto sommato, avendoci insegnato per qualche decennio, anche nella dignità di una scuola che sempre più perde il suo potere di trasmettitrice di sapere e di istanze educative e formative. Lei è stata reclutata nella graduatoria delle supplenti. Se non sbaglio, desidera intraprendere la carriera dell'insegnamento. E sempre se non sbaglio, insegna la difficile ed astratta scienza dei numeri. Ora mi si spieghi: perché insegnare i numeri, in questo divertente paese dei Balocchi dove tutti restano degli eterni Pinocchi e  Lucignoli, vuole dire "fare" e "dare" dei numeri come quello di spogliarsi e dare lezioni di sesso a dei ragazzini? Cosa doveva fare, signora Professoressa? La conta dei pisellini di Pollicino? Non le sembra, signora o signorina Prof, che se aveva qualche smania o foia, la scuola fosse il luogo meno adatto per sfogarsela? Non le pare che l'attuale società offra un vasto campionario di scelta, in quanto a luoghi ludici e lubrici? Va bene che ora a scuola ci entra di tutto e di più,  peggio che alla RAI. Va bene che sempre di recente, una psicologa è andata in un'aula femminile di dodici e tredici anni a dare lezioni di sessuologia iniziando a scrivere sulla lavagna la parola SESSO a caratteri cubitali. E poi rivolgendosi con candore alle ragazzine ha chiesto "Che cosa vi viene in mente?". Naturalmente bambine, se restate incinte oggi c'è la pillola abortiva con kit tutto compreso per  il dopo e per il fai-da-te. Insomma oramai sono tutti oSSESSionati dal SESSO (con la SS ) e dalle sue conseguenze . E se perfino alla psicologa non è venuto in mente che a quell'età si possa desiderare ancora un rapporto tenero e sognante, e che l'"educazione sentimentale" dovrebbe venire prima di quella sessuale (specie se non richiesta),   ebbene lei, cara Professoressa, un alibi giustificativo, in fondo ce l'avrebbe. Così va il mondo...
 
Dicono, o meglio, scrivono sui giornali,  che lei si fosse scambiato il numero di cellulare con uno di quei quattordicenni, per eventuali appuntamenti. E dato che questo è già accaduto in America (lo ricorda il caso  di Mary Kay Le Tournau, maestra elementare 34 enne che ha avuto un figlio dall'allievo 12enne?),  perché non provarci anche qui in Italia? Eppoi andiamo, come si può pensare che una donna sia "una violentatrice"? Eppure sempre nella stessa vituperata America le molestatrici si fanno la galera o pagano forti sanzioni pecuniarie esattamente come i molestatori. Specie se approfittano di una posizione di forza e di prestigio sociale ed economico per adescare. Se lo ricorda il caso di Liza Minelli? Molestò sessualmente  un suo dipendente approfittando della sua posizione di potere e fu condannata a pagare un'ammenda salatissima.  Ma che cattivacci puritanoni questi americani! Peccato però che da noi la par condicio, le pari opportunità e l'uguaglianza dei diritti, non vengano mai applicati quando trattasi di doveri. Improvvisamente, di fronte alla parola dovere, scattano le alleanze più strane, per eluderlo.
 
E allora maschilisti incalliti e femministe possono pure andare a braccetto nel nome della sexual correctness a loro uso e consumoVediamo le ragioni dei primi. Ho sentito con le mie orecchie perfino i cosiddetti sani  padri di famiglia trattarla con indulgenza e benevolenza. Dopotutto - è stato l'argomento da me sentito - se alla loro età io ho avuto la "nave scuola" perché mio figlio non dovrebbe avere altrettanto?". Ecco un caso di compiaciuto narcisismo trasferito di padre in figlio, allo scopo di "migliorare la specie" (si fa per dire). Si dà il caso che la "nave scuola", un tempo gli adolescenti andassero a cercasela nei luoghi preposti, come ben narra Fellini nei personaggi della Saraghina e della Gradisca, mature figure femminili rituali e iniziatiche delle sessualità adolescenziale d'antan. Ma qua, Professoressa, lei converrà che si è comportata come la "flotta ammiraglia" di Nelson a Trafalgar: ha sbaragliato. E da quando in qua poi si pretende di guadagnarsi uno stipendio dalla scuola, restando in tutt'altre faccende affaccendata? Tanto poi ci pensa papà Stato, a pagare lo stupendio, vero? Il quale paga, paga sempre, anche  in casi di inadempienze o di  comportamenti devianti.
 
Sentiamo ora le ragioni delle femministe che in altro post, ho già definito "maschiliste". Loro sono molto preoccupate che non si facciano abbastanza dei doverosi "distinguo" fra la violenza del branco scaturita in questi ultimi tempi di "baby gangs" e di bullismo (vedi il caso del ragazzo down) e la "povera Professoressa", "vittima del regurgito puritano". E' così non è improbabile che, quelle che l'hanno difesa in modo imbufalito al suo paesello natìo  (provincia di Campobasso),  appartenessero a questa genìa. Perché oramai siamo arrivati al punto che non conta più avere torto o avere ragione; avere commesso una cattiva azione o un'azione edificante. Ormai conta il numero e la corporazione (possibilmente rumorosa)  di individui che sostengono la buona come la cattiva azione. E allora di questo passo, anche Unabomber, può trovarsi dei supporter di campanile. E magari farsi passare per un benefattore dell'umanità e andare in tv. Come vede, Professoressa, io non l'ho messa tra le violenze di gruppo degli adolescenti crudeli e perversi, già descritte nel mio post più sotto. Primo, perché lei ha 33 anni dunque ha (o dovrebbe) aver  raggiunto da tempo l'età della ragione. Secondo, perché se di violenza trattasi, è del tipo subdolo, strettamente individuale e legata al profilo psicologico di una presunta personalità immatura e fortemente disturbata che non è in grado di scindere il principio di piacere dal principio di realtà,  e che non attribuisce il doveroso rispetto per l'età giusta dei suoi alunni e del luogo in cui si trova. Ma Prof, provi un po' a pensare che cosa sarebbe successo se al suo posto ci fosse stato un uomo... Come minimo l'etichetta infamante di pedofilo non gliel' avrebbe tolta nessuno. E peggio che peggio se poi quest'uomo fosse stato pure gay: sai la crociata! Perché, per lei, invece no,  è presto detto. Perché noi italiani viviamo beati, beoti e giulivi nell'eterno paese dei Balocchi dove ogni regola è fatta per essere raggirata e infranta, e ogni luogo, può diventare un "non luogo". La scuola in testa. E invece il suo è un abuso tutt'altro che raro.  Pare che anche le donne non siano del tutto immuni da un istinto pedofilo. Ne parla Alberto Bevilacqua nel suo ultimo romanzo confessando  un atto di violenza (che pesa nella sua vita come un macigno) da lui subito all'età di sei anni e mezzo da una vagabonda incontrata per caso sulla riva del Po e scrivendo che questa truce orca e gigantessa , fece di lui "uno straccio di carne".
 
Secondo lo psicologo Claudio Risé, esperto di psicologia al  maschile e terapeuta di maschi disastrati dell'era postfemmminista, certe storie difficilmente emergono negli ambienti chiusi e si tende a coprirle e a darvi una cortina d'omertà. Specie in famiglia. "Una zia promiscua. Un padre assente e una madre che comincia a tenersi il figlio nel letto. L'aumento delle famiglie monogenitoriali fa crescere il rischio. Sono sempre più frequenti i casi di donne che in casi di separazione dal marito si aggrappano sessualmente al figlio. (..) La seduzione e il gioco erotico sono la strategia per legarlo e trattenerlo presso di sé".
Dunque nel caso di Nova Milanese e di quel che è avvenuto in quella scuola, c'è poco da ridere, da ammiccare o da fare facili guasconate di complicità maschile. Tutti concordano sulla necessità di una punizione esemplare: i ragazzi devono imparare a distinguere tra il lecito e l'illecito, e  la scuola non può prestarsi ad essere il teatro delle patologie, delle psicosi  e degli abusi da parte di chi vi transita all'interno. Maschio o femmina che sia.
Perciò, Professoressa, lasci in pace gli alunni, si rivesta e insegni, se le riesce. Altrimenti, cambi mestiere.    
 

21 November 2006

Bulli, Pupe e Maladolescenza studentesca

Vogliamo parlare seriamente di violenza, abusi e sevizie da parte di bande di adolescenti a scuola e in altri ritrovi o vogliamo ancora credere alla favole hollywoodiane di "Bulli e Pupe" come ai tempi di Sinatra e di Marlon Brando? Perché i mass media stanno facendo come al solito confusione e sciocca retorica tra atteggiamenti da guappetti smargiassi e vere violenze, sevizie, stupri di branco. Fossero seri, abolirebbero i termini "bullo" e "bullismo" che sono davvero depistanti e ipocriti. Mi fanno ridere a crepapelle poi Rosy Bindi e Fioroni che hanno già pronto un decreto antibullismo. E che cos'è? Una legge contro l'ingresso dei cani bull dog nelle scuole? Vediamo di riordinare un po'.
Violenze sessuali inflitte a una undicenne (dunque una bambina) filmata poi con telefonino per poterla ricattare. In un istituto tecnico di Torino, gli studenti di una classe hanno preso di mira un povero down, seviziandolo con calci e percosse, riprendendolo e inviando in rete le immagini. Gli stupri e le molestie a coetanee o a minori si moltiplicano. Claudio Magris sul Corriere di domenica 19 ha scritto sull'argomento un pezzo di una banalità davvero sconcertante. Da quando si è messo a fare il tuttologo non è più lui. Forse don Ciotti o Don Mazzi che di solito eccellono in luogobuonismi ne avrebbero scritto uno migliore. Non passa giorno oramai in cui le scuole non vengano colpite da atti di teppismo e di vandalismo, di violenze di gruppo, regolarmente filmati e "aggregati" (si dice così) in rete, prolungamento tecnologico-voyeuristico della vanteria da bar o del turpiloquio da caserma. Ma la cosa più sconcertante sono le ovvietà di improvvisati psicologi della mutua e di cosiddetti esperti nei talk-show e nelle tavole rotonde televisive. Sentiamone qualcuno:
1) C'è una progressiva caduta di valori (No!? ma davvero?)
2) La disgregazione della famiglia crea una sorta di adolescenza interrotta (nuovo termine assai in uso per descrivere atteggiamenti devianti e involuti).
3) Si delega troppo alla scuola mentre invece l'educazione dovrebbe avvenire in seno alla famiglia (vero ma non basta a focalizzare il problema).
4) La scuola e la famiglia dovrebbero cooperare di più (è la solita teoria del dialogo e del confronto merce di scambio buona per tutte le stagioni).
5) Tutta colpa della tivù, della Play station, del cellulare e di Internet (vero, ma non è sufficiente e si caricano troppo i mezzi di responsabilità che sono umane troppo umane).
A questo punto manca quello che sospira: "Non c'è più religione" eppoi possiamo pure dichiarare a chiare lettere la nostra Caporetto sociale. La verità è che siamo tutti figli della propria storia. E si grida all'imbarbarimento sociale dimenticando le generazioni che hanno preceduto questa "interrotta" (termine ridicolo!) maladolescenza in piena tempesta ormonale con scarpe Nike, zaino griffato e cellulare ultimo modello. Genitori e insegnanti appartengono alla generazione della "contestazione studentesca" (come si chiamava il '68 e gli anni '70). E allora?
Se uccidere un fascista non è reato, se il povero "basco nero" era condannato ad un posto al cimitero, se lo stato borghese si abbatte e non si cambia, se "fascista dove sei ho qui la Hazen 36", e altre bellurie simili, perché i figli dei figli dei fiori non dovrebbero abbassare l'età della loro "arancia meccanica" come il perverso Alex del film di Kubrick? O l'età per spararsi una canna, con tanto di autorizzazione ministeriale del ministro Turco? O abbassare l'età per praticare il sesso, possibilmente violento ed esibito in rete? E se poi ai teppisti col passamontagna in testa e l'estintore in mano, si intitola pure un'aula del Senato, perché non provarci? E se quelli dell'esproprio proletario ai supermercati vengono pure eletti deputati con un ricco emolumento, capirete bene che il "disubbidiente" e il "violento" può essere considerato una carriera come un'altra. Dirò di più, un percorso facilitato.O come si dice in burocratese, "una corsia preferenziale".

15 November 2006

Nullità della Consulta e i dolcetti avvelenati di Dachan

Magdi Allam denuncia in un suo articolo di lunedi 13 ottobre che Nour Dachan dell'Ucoii avrebbe scritto una lettera di stato nel quale si rivolge agli immigrati firmandosi on. Giuliano Amato, ministro dell'Interno. In detta lettera avrebbe pure proposto l'attivazione di due linee verdi differenziate (sic: una per uomini e una per donne) in caso di problemi e disagi. Detta lettera sarebbe stata distribuita di suo pugno nella sede stessa del Viminale a tutti i partecipanti della Consulta, in assenza dello stesso Amato. Poi ha portato pure dei dolcetti durante la riunione "come se si trattasse del salotto di casa sua e non del Ministero dell'Interno" (cit. dello stesso Allam nell'articolo "La lettera apocrifa del "ministro" Dachan). Ora nel leggere un simile articolo di denuncia sul Corriere, quotidiano ammiraglio della stampa italiana, ci si chiede: ma perchè Amato non querela il "falsario" di lettera apocrifa nel quale usurpa il suo nome? E perché non presiede egli stesso a detta Consulta invece di lasciar spadroneggiare Dachan? E la magistratura lo legge il Corriere della Sera?.


La sottoscritta ha dedicato all'argomento Consulta islamica qualche post, l'ultimo dei quali risale al 30 agosto u.s. (si veda l'archivio di detto mese) dal titolo "Ma quella Consulta non si doveva fare" che ripropongo alla lettura dei visitatori di questo blog. Perchénon si doveva fare?

1) Perchè è un riconoscere che esiste il problema Islam e chi lo rappresenta, mettendoci una pezza che non tiene.

2)
Perché dà rappresentatività a individui autoreferenziali e sedicenti, i quali , nel nome del "pluralismo democratico" chiedono di essere rappresentati.

3) Perché nessun altro credo religioso gode nel nostro Paese di un simile privilegio.

4) Perché è facile per chi predica la "taqiya" (la dissimulazione) fingere di attenersi a regole democratiche per poi violarle.

5) Perchè le consulte sono strumenti multiculturalisti per società multiculturaliste la cui faciloneria e miopia consiste nel continuare a dormire coi serpenti. In Francia, la Consulta non servì a nulla durante i roghi delle banlieues, e in Gran Bretagna, si è fatto entrare l'integralista Tariq Ramadan e i suoi, nel tentativo di ingraziarseli.

Per concludere, Oriana Fallaci illuminò il nostro percorso a pag. 172 de L'Apocalisse circa la nullità di questo strumento, ma evidentemente si sono ignorate le sue intuizioni. Ora la realtà le sta dando ancora una volta ragione. Giuliano Amato, continua, imperturbabile , a sonnecchiare coi rettili, mentre Dachan distribuisce a tutti gli astanti della Consulta, i suoi dolcetti avvelenati.

06 November 2006

IL BESTIARIO LuogoComunista

Bestiario: mostri marini


E questi sarebbero i rivoluzionari? Gli innovatori? In 60 anni che la sinistra amministra di fatto (nelle amministrazioni locali, negli inciuci consociativi, nella Kultura, nell'agroalimentare, in Rai, nei sindacati, nella magistratura, nel pubblico impiego ecc.) non fa che triturare, ruminare e regurgitare i soliti logori luoghi comuni. Ovvero i luogocomunismi. A cominciare dal lessico sinistrese con forme di ragionamento sclero-socialista.

A come Analisi - In ultima analisi è uno dei suoi più triti intercalare. Ma sarà davvero poi l'ultima questa analisi? Non sarà piuttosto "analisi finale"? Da buttare senza rimpianti giù dal faro come fece Richard Gere con Kim Basinger nell'omonimo film.

B come ben altro. O Benaltrismo. Quando viene messa alle strette la sinistra va volentieri off topics e allora dice che il problema non mai "quello", ma che è ben altro. Cioè l'altrove che non si trova.
C come compagni. L'omologo sinistro di camerati. Ovvero, tutta ciurma all'ammasso all'ordine di Padre-padrone-partito. Poi, tra questi, ci sono i famosi compagni che sbagliano. Cioè i terroristi.

D come da una parte e dall'altra. Li avete mai sentiti? Quando affrontano una questione la girano come una frittata. Cioè la ribaltano e dicono: da una parte .....ma dall'altra..... Ma se la questione in oggetto ne avesse sei o otto di lati? che fare?

Globale, globalismo, globalizzazione, No Global, New Global. Dalla "contestazione globale" alla mondializzazione della masse depauparate. Ovvero "il pauperismo au pouvoir". Cioè la transumanza dei diseredati senza patria.
Fascisti - Dai fascisti mussoliniani agli ultrà di sinistra (cioè quegli estremisti eretici e malati di "infantilismo di sinistra"). Perciò per la sinistra: i monarchici sono fascisti (vedi il caso Sogno) . I liberali sono fascisti (vedi Montanelli). I DC sono clerico-fascisti ("San De Gasperi protettore dei fascisti"). I socialisti sono fascisti con un Craxi disegnato con stivaloni e camicia nera. Le BR sono fasciste, pagate dalla CIA. E pure "sedicenti". Quindi "rosse" per caso, ma in realtà nere.
Internazionale - Internazionalismo proletario. E' sempre l'asse portante di una sinistra che vede oggi nella società multietnica multiculturale e multireligiosa, una "risorsa" import-export.
Lotta di classe. Esiste ancora? più che mai. Da alternare al Partito di Governo. Meglio se poi, come Giano Bifronte è partito di Lotta e di Governo. L'unica forza politica deputata a opporsi alla sinistra, è la sinistra stessa. E alla faccia della democrazia!
Marxismo - Non chiedetevi se Marx e il marxismo sono a tuttoggi proponibili. Chiedetevi piuttosto se è inevitabile. La risposta è sì. Un marxista è per sempre. Un po' come la pubblicità dei diamanti.
Misura - Nella misura in cui. Un altro di quelle espressioni idiomaticamente demenziali. Poi c'è in qualche misura: molto adottato nei salotti buoni "melandrini" (e non malandrini).
Monte - A monte e a valle. Niente di più tragico! Roba da buttarsi giù dal monte.
Né ...né - Ovvero né con lo stato né con le BR. Da lì nacque una nuova filosofia sinistrese detta Nénéismo.
Odio - Odio di classe e odiocrazia. Non dite che a sinistra non è più di moda odiare. L'ultima grande odiato dalla sinistra ha un nome e un cognome: Silvio Berlusconi.
Oggettivo - Oggettivamente. Il primo è un aggettivo con proprietà taumaturgiche: rende vero anche il falso. Il secondo è un avverbio che continua a perpetrare crimini e misfatti. L'ultimo è il caso Pansa. "Con i suoi libri Pansa fa oggettivamente il gioco della destra".
Religione - Un tempo era l'oppio dei popoli. Da quando con l'islam, da oppio è passata ad anfetamina delle masse, la sinistra va in Ecstasi. E se ne impasticca per ottenere voti.
Rivoluzione - Parola abusatissima e mai riuscita. In realtà le rivoluzioni della sinistra finiscono tutte nella pattumiera della storia. Tant'è vero che di fronte ai palesi aborti e reietti, la sinistra parla di rivoluzione "tradita".
Sindacato - Prima era cinghia di trasmissione del partito di classe. Ora che a sinistra si scopre che "interclassismo è bello", il sindacato aspira a fare Arturo Toscanini: il grande concertatore.
Ulivo - La fogliolina di fico della Quercia.
Unione - Proviene da Trade Unions inglese, ma anche da Unione Europea. Uniti si perde, perché a sinistra uniti non si è mai. Nel 1921 il PCI iniziò a Livorno con una clamorosa dis-unione: dai socialisti. E continua...Da allora i peggiori nemici dei comunisti sono i comunisti stessi (Stalin contro Trotzky, Kruscev contro Stalin, Vietnamiti contro Cambogiani, ecc). Oggi in Italia c'è Diliberto contro Bertinotti, D'Alema contro Mussi, Bertinotti contro Ferrando. E tutti dichiarano di averci in tasca la linea giusta.