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12 April 2006

Le Monde osteggia il classicismo del '900 italiano: "E' arte fascista!"

Anche quest'onta ci tocca sopportare dai francesi e dal loro piccolo, ottuso, crudele e angusto Le Monde, quotidiano di area socialista. La nostra bella mostra non è ancora sbarcata a Parigi che già c'è stata l'alzata di scudi contro pittori del calibro di un Giacomo Balla, di un De Chirico e di un Carrà : arte imperial-fascista, la chiamano già con disprezzo. Ma almeno l'avete vista, criticonzoli dei miei stivali? E lo sapete o no che Balla è esposto e conservato con cura al Lingotto e che fu amato dall'avv. Giovanni Agnelli, il quale forse di affari non se ne intendeva, ma di arte, di senso estetico (comprese belle donne) ne aveva molto più di voi? Ma no, le tout petit monde di Le Monde insiste come un povero Oblomov, il ministro staliniano: "Quell'arte è fascista!"
E rimpiange la diserzione di un Guttuso dalla collezione. E che ci azzecca Guttuso con questa rassegna? Ma guarda un po' che c'è da rimpiangere: un noto esponente del realismo socialista con tanto di cortei operai e di pugni chiusi raffigurati nelle sue opere: una vera palla! E non un Balla, che evidentemente è altra cosa.
La mostra ITALIA NOVA, un'avventura nell'arte italiana, fino al 31 luglio al Grand Palais di Parigi e curata da Gabriella Belli, raccoglie opere del Novecento italiano da Balla a De Chirico, da Savinio (fratello del più famoso Giorgio, ma tutto da riscoprire) a Carrà e Boccioni. Da Morandi a De Pisis e Sironi. La rassegna s' incentra in particolare su due momenti topici: la dimensione innovativa del futurismo e il classicismo di ritorno, laddove classico e moderno non sono più in antitesi tra di loro.
"Italia nova" è dunque una scelta coraggiosa, al limite della provocazione, che forse proprio per questo, ha suscitato immediate polemicuzze velenose e aspre diatribe intellettualoidi già prima dell'inaugurazione stessa: "superficialità" dicono i cervelloni di Le Monde, "revisionismo" (che parole originali!) secondo la più trita equazione: "classicismo imperiale uguale arte di regime". La curatrice Gabriella Belli, parla di un attacco premeditato da parte di Le Monde, il quale per voce del suo critico Philippe Dagen, ha giocato sadicamente (e con estrema ignoranza) con il sottotitolo della mostra trasformandolo da "avventura" in "una disavventura dell'arte italiana".
Per fortuna esistono in Francia molti altri critici che non la pensano così. Come il sublime Jean Clair, autore di tre testi-chiave contro il relativismo estetico: "Critica alla modernità" "Medusa, l'orrido e il sublime nell'arte" e "De Immundo". (De Chirico incarna in modo esemplare l'immagine di una modernità come progetto incompiuto in cui i fantasmi anticheggianti che sono all'origine della sua arte, si uniscono ad una coscenza del presente realmente "profetica". La sua ossessione del passato, il suo attaccamento alla cultura classica, la sua nostalgia di un locus patriae, si accompagnano ad una proiezione nel tempo che gli permette di elaborare fin dal 1910, un universo che non solo sul piano formale è "rivoluzionario" ma che precede sul piano iconografico, di quindici anni il surrealismo . ( Prima op. cit pag. 151).
E aggiungo io più modestamente, se ancora oggi ci affascina è perché il sentimento romantico del ritorno alla Patria perduta dell'infanzia, si accompagna al mondo labile della "non-permanenza", tipica del catastrofismo postmoderno dell'era tecnologica: l'incontro impossibile tra il colonnato greco e la ciminiera.
Ma cosa vogliamo aspettarci dal beau monde di Le Monde, giornale ottusamente e provincialmente politically correct? Basta ricordare che è stato quello stesso giornale che ospitò i deliri paranoici di Antonio Tabucchi (considerato grande scrittore, solo perchè scrive per L'Unità) contro Giuliano Ferrara nell'articoletto "Fatwa à l'Italienne" del 10 ottobre 2003, negando a Giulianone il diritto di replica (sì, le droit de réponse di voltairiana memoria) per potersi difendere dalla calunnie e corbellerie contenute nel pezzo pubblicato, e inaugurando dunque (caso unico nella stampa d'Europa) il giornale di chi ascolta una campana sola. A martello, s'intende. Anzi, a falce e martello.
Ma torniamo a "Italia nova". Una mia previsione? La mostra sarà un successo inaudito di pubblico.Ma anche di critica intelligente e non schierata. E ancora una volta "la Bellezza salverà il mondo" (Dostoevskij). Io mi accontenterei che salvasse l'Italia e la Francia dagli imbecilli e dagli incompetenti dottrinari. Non è poco. (Nessie)

50 comments:

Anonymous said...

La spocchia dei francesi e' arcinota, ma farebbero meglio a guardarsi in casa. Penso che queste righe esprimano bene cio' che sta accadendo in Francia (anzi: Francistan):

Esopo in versione classica: «La formica lavora duro tutta l’estate. Costruisce la sua casa e mette via le provviste per l’inverno. Nel frattempo la cicala se la gode, canta e ride al sole e pensa che la formica sia una stupida. Quando arriva l’inverno, la formica se ne sta al calduccio ed è ben rifocillata. La cicala tremante di freddo non ha di che ripararsi e mangiare, e muore».

Un amico francese ci manda la versione che circola a Parigi in questi giorni: «La formica lavora duro tutta l’estate. Costruisce la sua casa e mette via le provviste per l’inverno. Quando arriva l’inverno, la formica sta al calduccio ed è ben rifocillata.

La cicala tremante di freddo organizza una conferenza stampa e domanda perché la formica ha diritto a stare al caldo e ben nutrita mentre altri, meno fortunati come lei, devono patire il freddo e la fame. La televisione organizza una trasmissione in diretta dove si mostra la cicala tremante dal freddo e mette in onda spezzoni di video con la formica al calduccio nella sua casa confortevole e con un tavolo pieno di leccornie. I francesi rimangono colpiti che in un paese così ricco e benestante si lasci soffrire la povera cicala, mentre altri vivono nell’abbondanza.

Le associazioni contro la povertà manifestano davanti alla casa della formica. I giornalisti fanno

interviste dove si domanda come mai la formica è diventata ricca sulle spalle della cicala e fanno interpellanze al governo perché aumenti le tasse alla formica, affinché anche lei paghi la sua giusta

parte. Sull’onda dei sondaggi, il governo fa una legge sull’uguaglianza economica e una legge (retroattiva all’estate) anti discriminazione.

Le tasse della formica aumentano e la formica paga pure una multa per non aver assunto la cicala. La casa della formica viene messa sotto sequestro dalle autorità, così la formica non ha più denaro per pagare la multa e le tasse.

Allora la formica lascia la Francia e si trasferisce in Svizzera. La televisione fa un reportage

sulla cicala bella ingrassata che se la spassa e sta per finire le ultime provviste della formica, ebbene la primavera sia ancora lontana. La vecchia casa della formica, diventata alloggio sociale per la cicala, si deteriora, perché questa non fa niente per mantenerla. Allora rimprovera il governo per lo stato di degrado in cui fa vivere la cicala.

Per studiare il fenomeno viene istituita una commissione d’inchiesta, che costerà alle casse dello Stato 10 milioni di euro.

La cicala muore di overdose.

I giornali commentano il fallimento del governo a intervenire con efficacia per risolvere il problema delle ineguaglianze sociali. La casa è occupata abusivamente da una gang di ragni immigrati. Il governo si felicita per la diversità multiculturale in Francia. I ragni organizzano un traffico di marijuana e terrorizzano la comunità.

La formica diventa ricca in Svizzera».


Ricambio gli auguri di buona Pasqua, cara Nessie!

Nessie said...

Très bien Ago (pronunciato con l'accento tonico sulla "o"). E' il caso di dire che "tout Le Monde est pays".
Straordinario, preziosissimo e insostituibile il grande Sauro che ha fatto pure il logo italiano di Giacomo Balla! :-) Allons enfants, che non è ancora finita. La battaglia culturale deve continuare.

Lo PseudoSauro said...

Nessie: ho preferito il futurismo cinetico, non foss'altro che il fascismo non esisteva nemmeno e Mussolini era ancora impegnato a organizzare cruente "settimane rosse" con i socialisti che oggi tanto si scandalizzano. Aldila' del fatto squisitamente artistico - i regimi hanno sempre prodotto arte migliore delle democrazie - si sa ormai quanti morti abbia fatto il fascismo regime e quanti invece l'ideologia in nome della quale tanti si stracciano ora le vesti. Queste repubblichette - compresa la nostra - sono delle unioni sovietiche in miniatura, altro che palle...

Anonymous said...

Non ditelo a me che vivo in una provincia francofona suddita culturale della Francia, dove esiste anche una commissione permanente di difesa della lingua francese e ogni giorno si sorbisce in radio e televisione tutti gli intellettuali francesi in trasferta. Non voglio dire che sono tutti di sinistra, però quelli di Le Monde entrano dalla porta principale.
Comunque hai fatto bene Nessie a sottolineare questa notizia, perché é una volta di più dimostrazione di come, non solo chi non é di sinistra é ostracizzato, ma che anche dei grandi come De Chirico vengono criticati per motivi di ignoranza e stupidità.

Bellissima anche la favoletta di Ago86!

Però io sono di umore pessimo oggi...ho proprio paura che ci abbiano scippato il voto e leggo delle cose che mi fanno venire i brividi.
É vero che posso sempre starmene in Canada, ma la mia famiglia vive qui e a questo punto la vedo male..

Un bacione a tutti!

Anonymous said...

Perle ai porci, cara Nessie, perle ai porci! Francesi spocchiosi

Condivido la tua battaglia per la cultura, è un argomento a cui sono molto sensibile e che presto affronterò anch'io.
Buona Pasqua :-)

Nessie said...

Bravo Siro! La cultura ed educazione è sempre stato il cavallo di Troia principale in cui si è insinuata la sinistra nelle democrazie liberali. E non la mollano! Poi attraverso i mass media cercano pure di fare opinione e di stabilire i criteri di "buon gusto", secondo loro. Sauro non è una regola fissa quella dei "regimi". Se mi parli del regime zarista, posso essere d'accordo con te: ha dato i natali a un Tolstoij, un Puskin e a un Dostevskij. Ma il regime socialista e la sua edificazione ha prodotto solo dei "servi" e degli artisti ruffiani. Poco importa che Gramsci li chiami "organici" al Partito.
LOntana, les intellectuels de la gauche me font chier. Che tradotto per chi non sa il francese: gli intellettuali di sinistra francesi mi fanno cagare. Non dobbiamo abbatterci perché le battaglie culturali e politiche sono sempre lunghe. Per non dire infinite. Ciao :-)

Anonymous said...

Ottimo Nessie, però purtroppo in Italia per le destre un conto è la battaglia politica (che si estende su temi variegati) e un conto è la battaglia culturale (forse è stata accantonata perché le stronzate della sinistra hanno saturato le teste e uscire con della cinematografia, del teatro o con un libro, se i diessini impazzano, è impossibile). Io punterei molto sulla fusione dei due fronti per scardinare tutta la culturella da quattro soldi di sinistra. Molti intellettuali di pregio vengono oscurati, se non ridotti alla morte civile o all'oblio, da questa imperante subcultura rozza, paradossale e sgrammaticata.
Però noi non possiamo presentarci in giro con la solita retrospettiva d'artista. Serve aria nuova.
Non imitiamoli: a teatro scassano la uallera con i soliti pirandelli (l'alternativa è zelig), al cinema coi i soliti fessi (e il culto caciottaro d'essay dei soliti vecchi noti) e in libreria c'è quello che c'è.
Se Berlusconi ha una pecca è di non aver pensato a tirare fuori delle teste nell'arte, nella letteratura, nella filosofia italiane.
Credo che i franzosi sinistri ci sfottano perché vanno orgogliosi di ciò che sono riusciti a devastare i loro compari italioti.
Salutoni.

Nessie said...

Anch'io punterei sulla fusione del politico col culturale. In questo senso il manifesto di Pera per l'Occidente mi pare un buon punto di partenza. Ma il fatto è che poi si deve "partire". E ovviamente, puntare su persone di qualità non vuole certo dire mettere la Lecciso o Lando Buzzanca in lista, solo perché scelgono il centrodestra. Quanto alla spocchia francese, farebbero bene a ricordarsi che senza i nostri grandi Maestri a noi trafugati durante le loro scorribande, il loro Louvre potrebbe pure chiudere i battenti. Salutoni e auguri pasquali!

Lo PseudoSauro said...

Forse a Ruby sfugge che la sinistra ha avuto qualcosa come 80 anni per instaurare la sua cultura... in tutto il mondo... con enormi finanziamenti di paesi sovrani... in questo contesto un Berlusconi e' esattamente cio' che viene pubblicizzato e cioe': un parvenu dell'ultima ora. Ci vogliono decenni per instillare goccia a goccia una qualunque alternativa. Ma nessuno investe un soldo per cui...

Quanto alla mia precedente affermazione sulla migliore produzione artistica vigenti regimi autoritari, credo sia molto difficile poterla smentire. Ogni vero artista lavora bene nello "stretto": sia esso formale, o sostanziale; il che non significa che produca arte "di regime". Questa denominazione sta a "revisionismo" come Marx stava ad Engels. Perche': l'arte napoleonica non era "di regime"? Quella di Roma antica non era "di regime"? E quella assiro-babilonese, o quella islamica?

La nuova concezione di "propaganda" e' nata con il marxismo, non con Pericle. E i "manifesti" e i movimenti pop: anche. Fino nella Germania nazista c'era un minimo di pluralismo, tra la concezione assolutista - arte degenerata - di un Rosemberg e quella piu' "moderna" di un Goebbels... E tutto cio' perche' si voleva un'arte "popolare" da dare in pasto al volk; esattamente come in URSS. Tanto che il nazismo veniva definito coram populo NationalBolschewismus.

Gli artisti "di regime" italiani, sovietici e tedeschi hanno prodotto un'arte incomparabilmente piu' complessa di quella dei dissidenti. E' un dato di fatto. Tutto il resto e' trionfalismo in stile Brenno.

Lo PseudoSauro said...

Aggiungerei solo che tutta l'arte sacra e profana dell'occidente cristiano e post-tale era " di regime". Diciamo che alcuni regimi culturali sono un po' piu' gelosi di altri...

Antonio Saccoccio said...

Nessie,
ho messo il link di questo tuo bel post sul blog NeoFuturistiItaliani.

Io dico solo un paio di cose.
L'egemonia culturale della sinistra c'è ed è fortissima.
Riescono a spacciare per arte robetta da quattro soldi.
E riescono ad oscurare la vera arte, quando non è allineata alle loro posizioni.
Ma Berlusconi non ha fatto nulla per scardinare quest'egemonia.
E si è trovato di nuovo tutta la stampa, il mondo dello spettacolo e del cinema contro.
Ci vogliono idee nuove. Ci vuole coraggio.
Anche per questo è nato il multiblog NeoFUturistiItalinani.
A presto
e complimenti ancora

Anonymous said...

E' vero Saurone, la goccia scava la roccia, ma noi invece di cominciare stiamo qua a dire "uh, che merde".
Negli anni '60 e '70 la cultura di sinistra ha sfornato personaggi di relativo spessore (Pasolini è l'esempio più noto e che può valere per i lettori più "piccini" della nostra Nessie), tralasciando i contenuti delle loro opere, una volta almeno si ponevano dialetticamente e il dibattito non era così defunto come oggi.
Oggi se la cantano e se la sonano soli, arrivando a produrre uno spettacolo da due soldi (tette e carrambate) e riuscendo ad attribuirlo alla destra (che culturalmente è ormai muta), mettendo in scena un interlocutore inesistente con delle pesanti responsabilità culturali, affinché loro possano passare per i meglio fighi del bigonzo.
L'ho detto altrove, ma repetita iuvant: "costanzosciò", "amici", "uomini e donne", per dirne alcuni, hanno la regia di un rifondarolo (Pietrangeli), quello che scrisse "Contessa" che è un altro "avanti popoppolo alla ricotta" (grazie Bernardo!), non ne avessimo già abbastanza di belle ciao.
Capito la strategia?

Nessie said...

X Ruby. effettivamente è ora di uscire dalla fase pugnettara e del
piagnucolio da pittime contro le "pisciatine di pollo" prodotte dagli
altri della sinistra. Del resto qualche "irregolare" che non si è mai
schierato esiste anche da noi. Certamente, fa una vita infame, da
eroe, ma esiste. Mi viene in mente ad esempio il cattolico Eramanno
Olmi che riesce ancora a dirigere film come "Il mestiere delle armi" e
il recente "Danzando dietro ai paraventi".

X Sauro. Qua il discorso è
assai più complesso e bisognerebbe innanzitutto capire cosa si intende
per "regime" sul piano storico. A partire da quale epoca storica si
configura "il regime". Poi c'è un secondo aspetto: esiste un'arte
apologetica PER e un'arte CONTRO. Non è affatto scontato affermare come
fai, sul fatto che le migliori opere erano quelle "organiche" al
regime. Dunque PER. Scusa ma mi pare un discorso da realsocialismo
sovietico, molto ideologizzato. Hai presente quegli orrendi mezzi busti
di marmo che il regime sovietico pretendeva dai loro scultori in
omaggio all'operaio stakanovista caduto durante i piani quinquennali?
E quella sarebbe "buona arte di regime"?
E un Boris Pasternak e le
sue poesie e il suo stesso bellissimo romanzo "controrivoluzionario" e
"antileninista" "Il dottor Zivago ", sarebbe forse inferiore
all'"organico" Gorki e alla sua "La Madre" che è una palla
realsocialista unica? Io credo che avere fretta di liquidare discorsi
così complessi in quattro formule non renda francamente onore alla
verità.
Poi c'è anche il fattore psicologico umano. In restrizioni di
libertà è certamente più probabile affermare che un artista abbia una
motivazione INTERIORE maggiore ad esprimersi. Ma anche questa non è
sempre una regola fissa, poiché esistono persone che hanno vissuto in
ambienti ricchi, colti e liberi che hanno prodotto cose splendide. Un
esempio? Marcel Proust e la sua Recherche, che non ha mai fatto un tubo
in vita sua. O anche Flaubert. Nelle arti figurative un Leighton o un
Balthus che è un aristocratico colto. In poche parole, applicare gli
stessi parametri della politica alla libera espressione lo trovo
fuoriviante e limitativo, perché quando si parla di politica, parliamo
di concetti collettivamente intesi. Quando parliamo d'arte, c'entra la
persona "singola" e la singolarità, tipicità e specificità della sua
esperienza umana. Mi rifiuto di credere sempre e solo nel DETERMINISMO
delle forze storiche-sociali. In questo senso rifiuto i manuali di
storia "sociale" dell'arte di Hauser o di Argan di marxiana memoria.
Spero di essere stata chiara. Saluti a tutti e buona Pasqua!

Lo PseudoSauro said...

Ruby: ti adoro. Ma cosa credi che ci stiamo a fare qui? A fare ginnastica per le dita? Come ho risposto piu' volte sul blog del sauro: ci vogliono dine', soldi, scudi, dobloni... e chi ce li deve mettere in uno stato "libbberale"? La societa' civile. Tu conosci un fioraio disposto a finanziare con un mazzo di margherite una qualunque iniziativa in questo senso? Io no. Largo al pensiero individuale, ma come ho sperimentato nell'Open Source, il volontariato gratuito a vita stanca presto. Vogliamo l'ammmerica? Facciamo come gli ammericani. Sul regime sindacale in RAI ed altri ameni siti potrei scrivere una specie di elenco telefonico per esperienza diretta... che poi anche Mediaset privilegi una ca certa cultura, cio' e' dovuto alla mancanza di alternative. Non so se hai presente il "deserto" di cui parla Oriana Fallaci...

Lo PseudoSauro said...

Nessie: come al solito ci soccorre la Political Correctness... l'avranno ben fatta per qualcosa, o no? Il "regime" e' per definizione una dittatura connotata a destra o un governo delle destre ancorche' "libberali". Punto. Questo e' cio' che la "cultura" dominante intende con il termine suddetto. Ogni forma politica altra-da-se e' "regime".

Naturalmente noi usiamo il dizionario ante '68 natum, dunque consideriamo "regime" qualunque forma di governo autoritario e autocratico. Allora: prima dell'avvento della democrazia parlamentare anglosassone - rimaniamo agli ultimi due millenni - l'unica forma politica, pur nelle sue infinite varieta', anche la piu "libberale" si poteva ben dire un "regime". Era tale l'influenza dell'egemonia cattolica quando non vi era separazione tra sacro e profano, ed un sacco di altre cosette. Il Cenacolo di Leonardo e' opera di regime. Condividi? Non puo' esistere alcuna forma artistica avulsa dal contesto sociale e politico perche' l'arte e' comunicazione e questa si fa con gli strumenti che sono a disposizione. La nostra concezione di "libberta'" comprende anche la liberta' artistica e fino quella dalla forma - vedi futurismo - ma cosa accade quando in concreto esiste tale liberta'? Vedi alla voce "relativismo", "soggettivismo" e tutte quelle belle cosette che renderanno incomprensibili ai posteri le opere che noi oggi consideriamo "artistiche". Un po' alla volta proseguo.

Lo PseudoSauro said...

Segue:

Ho voluto estremizzare quando ho scritto che al di fuori del contesto politico dominante la creazione artistica fosse ininfluente. In regimi particolarmente oppressivi, come quello sovietico, non e' stato cosi'; ma non e' lecito dedurne il contrario; e cioe' che l'arte "di regime" fosse tutta da buttare e i rispettivi artisti dei corrotti o ripetitivi celebranti dello stesso noiosissimo rito. E quelli che hanno dipinti cristi dall'anno zero a oggi, allora cosa sarebbero? Nell'Italia Fascista convivevano tutte le forme artistiche purche' gli artisti si collocassero in una corporazione; spesso cio' avveniva anche al di fuori dal contesto del "regime". Quindi la definizione dispregiativa "fascista" nasconde, nella fattispecie, una gretta ignoranza storica, o piu' semplicemente, la solita vendetta postuma; il tentativo di esclusione degli avversari-affini. Nello stesso nazismo - che fu particolarmente oppressivo, anche se di brevissima durata - coesistevano la raffinatezza degli intellettuali e l'esigenza di creare un'arte popolare facilmente comprensibile. Goebbels fu un esponente della prima tendenza - ebbe un maestro ebreo simbolista - e Rosemberg, della seconda. Il caso sovietico e' assolutamente unico in virtu' dell'ideologia; non e' tanto il "regime" inteso come forma di governo, ma la pianificazione e l'esecuzione burocratica di dettami che pervadevano ogni aspetto della vita e quindi della cultura. Va da se che questo fu di gran lunga il peggiore fra tutti i "regimi", pero' la cultura dominante e' intrisa di marxismo, dunque ecco spiegato l'arcano.

Lo PseudoSauro said...

Segue:

pero' non ci siamo capiti... eppure l'avevo scritto che l'arte nei "regimi" novecenteschi si confonde con la propaganda... tutto al servizio dell'ideale: fascista, nazista o sovietico che sia. Pero' non tutti furono oppressivi come si crede. L'unico tremendo fu il Socialismo, gli altri non ebbero nemmeno il tempo materiale per instaurare una cultura durevole.

Quanto ai mezzi, io intendevo la "forma" che e' una costrizione per noi moderni e post-futuristi, ma che fu l'arte stessa fino all'inizio del novecento. La forma e' la palestra dell'ingegno; potresti concepire un Bach, un Mozart o un Brahms senza la forma? E bada che ho messo proprio i piu' originali... Piu' questa e' severa e piu' l'artista deve essere artigiano e scoprirne ogni dettaglio per poterla riempire o scardinare. (continuiamo in privato)

Lo PseudoSauro said...

Per fortuna che ogni tanto arriva Arm con la sua zampata.

Sull'amicizia tra socialisti ce ne sarebbe da dire... Nenni fu proprio quello che dopo essere stato salvato piu' volte da Mussolini, dopo Piazzale Loreto titolo': "Giustizia e' fatta".

Tra tutti quanti... ma io sono convinto che ci sono rimasti i peggiori.

Anonymous said...

Ciao Nessie e Buona Pasqua. :)

Lo PseudoSauro said...

Auguri dalle Highlands alla Colonne d'Ercole.

Nessie said...

Sauro, mi hai scritto un romanzo a puntate. Sulla nozione di "regime" poco importa come la pensano "loro", cioè i compagnucci, ma esiste una sociologia e una storiografia specifica della nozione, che al momento mi sfugge, e che non posso citarti a memoria. La signoria medicea che foraggiò il Rinascimento, non è secondo gli storici "regime". Punto 2.Esistono come minimo una ventina di teorie dell'arte, ma si mi ripeti pessiquamente e fino all'ossessione, che l'arte è emanazione del potere ( o se vuoi, dei vari regimi) è come se mi dicessi che piove acqua bagnata: troppo ovvio! Come mi dicevano i mie genitori, quando facevo "la cattiva", con te facciamo i conti a casa. ;-) Adesso ho voglia di essere buona e di rilassarmi al di là delle colonne d'Ercole!. Eppoi se ti citassi anche solo una decina delle varie teorie sull'arte che circolano (da Wilkelmann, a Walter Pater, da Schelling al Baumgartner, da Walter Beniamin a Nietszche, fino ad arrivare a Gombrich o a Jean Clair)non solo me ne manca lo spazio, ma diresti che faccio la maestrina bacchettona. Perciò W l'acqua bagnata e le ovvietà. Ti ringrazio per il ghost wiriting. Divertitevi e statemi bbbuoni!

Lo PseudoSauro said...

Nessie: mica la scrivo per te... e' un pretesto per riportare le bocce "almeno" al '65.

E poi: la signoria medicea sara' stata anche un isola felice all'epoca. Il relativismo storico e' corretto, ma "eticamente", visto che si ragiona in termini assoluti, sarebbe una dittatura insopportabile per noi moderni, o dici di no? Se il modello politico vigente e' la democrazia rappresentativa e il parametro la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, capirai che tutto il resto e' "regime" senza se e senza ma".

Fai la maestrina bacchettona che non mi dispiace... e ce n'e' un gran bisogno. Perche' credi che io scriva le mie ovvieta'? Perche' ormai cosi' ovvie non sono...

Ancora auguri.

Nessie said...

Insisto. Non tutte le forme di governo sono "regime". E tu lo sai.
Parte seconda. I marxisti ci hanno stressato non poco con quella cavolo di concezione lucacsiana dell'arte (da Lucàcs l'ungherese, of course) e tutta la pubblicistica in corso di storia dell'arte e della letteratura in uso per i licei è ad essa ispirata. Da allora non si sono mai più aggiornati. E dell'aspetto antroplogico dell'arte? Chissenefrega, ti dicono. In realtà l'uomo rappresenta e si esprime figurativamente fin dai tempi delle caverne (scene di caccia nele pareti delle caverne). Gli etruschi rappresentavano arte funeraria, i cretesi micenei, vasellame con scene di guerra ecc. E questo è l'aspetto "ignorato" dai manuali ancora in vigore dove tutto quanto è emanazione della "classe al potere". Non dimentichiamo il tronfio marxista Argan e la sua bufala cosmica sui Modigliani ritrovati nell'Arno ad opera di due geniali ragazzacci che lo presero per il culo mica male. Furono se ben ricordo due "patacche" fate passare per autentici Modì. E da quel momento iniziò la disfatta del prof. Argan e del suo fottutissimo manuale di storia dell'arte. Era ora! Non si può entrare in un bosco e vederci solo un unico albero come fanno loro.

Nessie said...

Sulle ovvietà. Risposta: sì. Un inedito: quasi tutti i poeti russi scrissero contro il regime sovietico e non ne furono apologeti. C'è un saggio dello strutturalista JoKobson che lo testimonia e che si intitola:"Una generazione che ha dissipato i suoi pooeti". Il loro dissidio si espresse anche in suicidio: Blok, Esenin, Marina Cvetaeva, Anna Achmatova. Perfino il celebrativo Majakovskij entrò poi in una cupa crisi depressiva. Furono perseguitati pure i linguisti strutturalisti come lo stesso cecoslovacco Jacobson. Anna Achmatova conobbe Rossana Rossanda, ma quando lei volle darle la mano, plaudendo al comunismo, l'Achmatova, gliela rifiutò e le girò la faccia. E con ragione. Achmatova ne subì le conseguenze. Rossanda invece continua a fare l'aristo-chic del comunismo. Ciao fratello!

Anonymous said...

d'accordo con te sull'arte
Intanto ti faccio notare questo
http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Esteri&loid=1.0.394451587
...ne sai qualcosa?

:-9

Zag

Anonymous said...

Un aggiunta.
L'arte la 'fà' il mercato dell'arte.

Zagazig

Lo PseudoSauro said...

Nessie...rinuncio alla polemica in pubblico, ma ti prometto battaglia in privato.

Quanto ai falsi Modi, e' proprio un ottimo esempio che dimostra quanto un semplice falegname possa imitare una certa arte. Non e' insipienza dei critici e' che e' molto semplice il farlo; almeno piu' che per un Canova. Varrebbe a poco, poi la disquisizione tra "arte" e artigianato" tra "autentico" e "di scuola". Secondo il vecchio principio quando l'arte e' facilmente imitabile non puo' assurgere nemmeno al rango d'artigianato. Questo dovrebbe farci riflettere sul soggettivismo e tutto cio' che confina l'opera d'arte ad un ben preciso momento storico uccidendone l'universalita'.

Zag: naturalmente la stessa cosa vale anche per la fotografia. Se non un grande artista, almeno un buon artigiano. Uno che non e' nemmeno artigiano sara' difficilmente artista. Pensa che ci sono "musicisti" vincitori di premi internazionali di composizione che non sanno suonare, ne' leggere, ne' scrivere la musica e pretenderebbero di aver inventato nuove sintassi e nuovi modi di comunicare. per questa gente riaprirei volentieri i manicomi anch'io.

Anonymous said...

Con sommo disappunto dei Cattelan e degli Hirst, e relativi tirapedi oggi chiamati "curatori" (riciclando così il ruolo inconsistente di critici dell'arte nell'era post duchampiana, che ancora non passa), sarei per il ritorno al manufatto, per il ripristino dell'opera d'arte sudata e lavorata di brutto -che se non vedo il sangue sgorgare dai calli m'incazzo. Per quanto riguarda la musica contemporanea, sarei per un ripristino della sedia elettrica tout court.

:D

E' un discorso lungo, e sono stata di proposito paradossale, ma non ne posso più di cacche d'elefante su tela (Chris Ofili) e di vasi d'urina infetta (Andres Serrano).

Baci

Anonymous said...

Con sommo disappunto dei Cattelan e degli Hirst, e relativi tirapedi oggi chiamati "curatori"

..è il mercato che decide...i Michelnagelo, i Raffaello e i Leonardo erano comunque artisti 'in voga' del loro tempo pagati profumatamente mica degli sconosciuti.
Ruby a te deve piacere Burri che si definiva un umile artigiano.

Pseudo dipende....ci sono alcuni che superano la sintassi dopo averla digerita e studiata, altri che la 'superano' perchè non l'hanno mai conosciuta.

Zagazig

Anonymous said...

lo dico con orgoglio e malcontento. I primi a bollare Sironi come artista del fascismo sono stati i critici italiani. Mi spiace molto, non perchè sia sardo, ma perchè si è rivelato, alla fine, come uno dei mastri della pittura del '900. Questione di etichette, come al solito.

Lo PseudoSauro said...
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Lo PseudoSauro said...

Ho messo un post dal sauro sull'arte degenerata, per chi volesse polemizzare un po'.

Ruby: un po' d'estremismo ogni tanto non fa male. Chi ha sudato sugli "attrezzi" per imparare il mestiere, che per altro, tutti gli esponenti delle varie avanguardie otto-novecentesche conoscevano alla perfezione, si ritrova ora emarginato da una cultura che di fatto gli suggerisce quali "forme" utilizzare. Soggettivismo=relativismo; mi pare piuttosto pacifico...

Zag: la tua allusione al "mercato" e' significativa. Ma Raffaello Sanzio, come tutti gli artisti pre-industrializzazione vedeva l'arte in chiave evolutiva; cercava, e trovava, nuovi mezzi per esprimere, direi "fotografare", la realta' o la sua immagine fisicamente percepibile. Fondamentalmente vi era un rapporto intenso con la natura che venne messo in discussione solo con l'avvento dell'industrializzazione. Quindi, la nostra lettura di un'opera d'arte - o d'artigianato - antica, non necessita d'intermediazione culturale; e questo e' il motivo per cui la produzione artistica dell'antichita' ha superato la prova dei secoli. Invece, quasi tutta l'arte "di rottura" con il passato va letta conoscendo alla perfezione ognuno dei canoni che essa si proponeva di sostituire. Pertanto sara' fruibile ai posteri solo dopo aver letto corposi manuali d'istruzioni. Domanda: ne varra' la pena?

Quanto al topic, tra tutte le dittature novecentesche il Fascismo fu proprio quella che lascio' la massima liberta' in campo artistico, quindi la sprezzante definizione dei censori francesi, va presa per quella che e': la manifestazione di una grandeur assolutista e negatrice della realta' storica.

Anonymous said...

Fino a un certo punto Pseudo...magari la maggior parte delle opere concettuali necessitano 'cultura' per essere ben intese...ma l'emozione è indipendente dalla lettura colta.
Chi si avvicinasse da 'incolto' alla Gioconda di Leonardo o alla Primavera di Botticelli ne recepirebbe comunque meno di quanto farebbe dopo la lettura di Argan.

Zagazig

Anonymous said...

Zag, zigozago caro, dimentichi un dettaglio: la fama di un artista e di conseguenza il suo mercato, venivano decretati dalla sua grandezza e dal committente.
Il rapporto era diretto, quindi, tra il collezionista e l'artista.
Mi interessa poco che i Leonardi fossero ricchi e famosi analogamante ai Cattelani, la cui fama, per contro, è stata pompata da una galleria d'arte (intermediario inesistente ai tempi) che non ti pensare che credesse in lui particolarmente; ma siccome le gallerie costituiscono il megafono pubblicitario di un'arte che già di per sé è uno spot, si mettono all'opera per sensibilizzare il mercato rispetto al loro catalogo di artisti.
Oggi l'opera d'arte nel suo linguaggio è niente di più che una merce, nel senso più spregevole del termine, altro che committenti clericali! i quali, benché pagassero, attribuivano all'arte tutt'altra grammatica rispetto a quella a cui risponde la trovatella cazzara di questi poveracci, la cui arte non parla d'arte ma solo dell'artista e, come dice Sauro, tantomeno la sua fenomenologia risponde a un linguaggio universale (come accadeva per Michelangelo) ma a un codice forzoso, contraddittorio e modaiolo che non arriva a nessuno, ma che torna come un boomerang sempre e solo sull'autore. Ti sarà capitato di dover sentir dire "cosa voleva dire l'artista?" Ecco, riassunta in questa domanda da idioti, formulata da idioti, alla quale taluni idioti -noti anche come curatori- rispondono pure e si sperticano in spiegazioni da sganasciarsi, vi è tutta la storia dell'arte contemporanea, probabilmente da Warhol in poi. L'arte non deve "dire" proprio niente e proprio da quando ha cominciato a pretendere di "dire", ha chiuso. Oggi tutto il linguaggio dell'arte è autoreferenziale, che deve dire quindi? E' un dire fittizio, artificioso, zavorra parolaia che sorregge in piedi con le stampelle e giustifica i soliti nudi della Beecroft. Quello che tenevo a sottolineare ridendoci su (che non se ne può più di fruire di mossette e gabinetti rovesciati!!) è che l'arte dovrebbe parlarci d'arte e non dei manutengoli del glamour.
Nessie, correggimi se sbaglio. ;) ;)

Lo PseudoSauro said...

Zag: direi che Ruby ti ha gia risposto con il solito stile inequivocabile e poco "relativo".
Potrei aggiungere ben poco, ma ti ricorderei che la pittura, ad esempio, acquisi' mezzi di espressione potentissimi che nel divenire dei secoli l'avvicinarono progressivamente sempre piu' all'oggetto rappresentato che, sebbene corrispondesse sempre ad un ideale personale dell'artista, aveva caratteri del tutto oggettivi. Piu' l'opera sembrava "vera" e piu' l'artista veniva considerato grande, seppure con qualche eccezione. P.P.Rubens veniva spedito in giro da Vincenzo II Gonzaga per fare "fotografie" delle dame che questo ambiva possedere fisicamente. Se gli fosse tornata un'immagine cubista temo che il malcapitato avrebbe quantomeno perso la testa. Il problema di catalogare storicamente l'opera artistica e desumerne una sensazione a seconda dello stile e dei mezzi impiegati e' prassi del tutto moderna, in quanto nel passato i collezionisti erano molto pochi e vigeva un metodo piuttosto assoluto che sarebbe sgradevole ai moderni: l'arte degli antecessori veniva quasi sempre buttata per essere sostituita con la nuova che si riteneva piu' avanzata. Il che ci dice del fatto che vi era una effettiva acquisizione di mezzi tecnici che agli occhi dei contemporanei rendevano obsoleta l'arte piu' antica. Naturalmente i modelli della classicita' venivano imitati e salvaguardati, proprio perche' v'era una consapevolezza del fatto che era avvenuta una frattura insanabile tra una civilta' e l'altra, ma per tutto il resto il discorso vale con pochissime eccezioni.

Anonymous said...

Cosa c'è che non va nel mio stile? :D
Ok, ok, comincerò ad esprimermi un po' più in punta di penna.

Anonymous said...

Ma se osservate la Gioconda..secondo voi cosa voleva dire l'artista?
E se osservate Caravaggio..su cosa vi soffermate di più su quello che voleva dire..o su come l'ha detto?
E Picasso? Che fareste ne salvereste solo il periodo descrittivo?

Sarà pur vero che ci sono lobby o gallerie che 'pompano' un artista ma il valore di mercato dell'opera non dipende solo dall'attivtà di lobbyng.

Chiudo con una osservazione provocatoria...molti aritsti del '900 sono morti in manicomio, considerati pazzi da un ambiente che raramente ha avuto la sensibilità per carpirne la modernità.
Siamo sicuri di averla noi?
L'artista è il visionario per eccellenza...non penso che siamo sempre in grado di coglierne il mistero.
Michelangelo è indiscutibile...ma sarebbe un barba osservare sempre lui o una sua moderna riproduzione di stile .

Zagazig

Anonymous said...

Proprio Picasso con la scomposizione cubista della forma si avvicina paradossalmente al linguaggio della tradizione del Rinascimento, esattamente nel medesimo momento in cui decide di abbandonarne la visione.
Secondo te la Guernica non parla già di e per se stessa?
Apprezzerei il ritorno di innovatori del linguaggio come Picasso, piuttosto che tenermi le Beecroft i cui nudi asfissianti attirano solo un numero impressionante di brufolosi adolescenti, però dice, la Beecroft dice e fa parlare le sue opere come un ventriloquo :"la condizione della donna nell'epoca posteriore alla minigonna viene narrata dalla sofferenza dei colori espressi dai variegati ciuffetti pubici; e la mutanda, non sottovalutiamo la mutanda! che sottende alla gabbia intellettuale nella quale le donne sono imprigionate, le cui forme vuluttuose propagano per tutto l'ambiente della mostra personale, come voci che provengono dall'aldilà cosmico dove è radunata tutta la sua forza di genitrix".

Bacini

Lo PseudoSauro said...

Ruby: il tuo stile l'adoro, quindi guardati bene dal cambiarlo.

Zag: se tu mi porti il '900 ad esempio non ci capiamo piu'. Aldila' del fatto che se io fossi nato in quel periodo sarei stato sicuramente socialista e sicuramente mi sarei dedicato a rivedere modelli e mezzi espressivi, ma e' passato un secolo... fingere che gli artisti odierni operino come quelli dei primi del '900 e' pura ipocrisia. Nella stragrande maggioranza dei casi gli artisti del nostro tempo non possiedono ne' i mezzi tecnici, ne' quelli culturali dei loro antecessori. Perche'? Perche' il "mercato" e' qualcosa di piu' simile ad uno zoo che non a quello che e' sempre stato; e cioe' una delle tante forme di scambio vigenti in una societa' che "consumava" l'opera d'arte. Finiti i "committenti", finito il "mercato" e finita l'arte. Si tratta di un mercato di zombie che vive solo per l'intermediario che decide del tutto autonomamente su chi sia "grande" e su chi non lo sia. Quando veniva commissionato l'affresco della Cappella Sistina v'era denaro e v'erano robuste motivazioni culturali che la Chiesa dell'epoca "consumava" cosi' come ogni potere dedito alle proprie celebrazioni. Ce lo vedi Prodi che commissiona una sua statua equestre? Appunto... Io arriverei addirittura a dire che l'arte e' finita con la democrazia: guarda un po'...

textman said...

Un milione di articoli di Le Monde non valgono un appunto di studio di De Chirico. Questa è la triste (per loro) realtà.

Nessie said...

Piano, piano con le generalizzazioni
contro i soliti francesi dalla "grandeur assolutista" e "negatrice delle realtà storiche". Le MOnde, ovvero le petit MOnde, innanzitutto non è TUTTA la Francia, né tutta l'intellighentzia francese. Direi invece che trattasi dei soliti "socialistucci mitterandiani e jospiniani" amici di quella Mme Catherine Tasca (ex-ministro socialista della Cultura) che quando ci fu un sottosegretario ai Beni Culturali a loro non gradito, poichè portavoce del governo Berlusconi, lo fecero fischiare prima ancora che parlasse alla Fiera del Libro, e prima ancora che aprisse bocca. A prescindere. Parlo di Sgarbi, personaggio a me poco gradito sia quand'era con Berlusconi che ora che ha risvoltato la casacca ed è passato al campo avversario. Ma il fatto è che se lo stesso personaggio si presentasse oggi, a nome di quelle sinistre che hanno appena vinto, i fischi per lui, improvvisamente non ci sarebbero più. L'ho detto e lo ripeto: basta buttarsi a sinistra e improvvisamente si diventa "unti del signore". Tout "Le MOnde" est pays. Ma non tutti i francesi sono "gauchistes" e siamo anche qui nel regno delle minoranze assai "rumorose" e facinorose quanto inconsistenti. Saluti a tutti e grazie per i vostri appassionati interventi.

Lo PseudoSauro said...

Nessie: la droite golliste ha una posizione identica; e' il socialismo mischiato al nazionalismo che caratterizza la Francia post-Mitterand. Non credo sia solo un piccolo segmento di stampa, ma la stragrande maggioranza. Quando c'era De Gaulle l'animosita' era dovuta alla guerra; diciamo che si tratta di una somma di diversi elementi compresa la grandeur inacidita come una vecchia zitella. Per trovare posizioni obiettive e competenti bisogna uscire dall'Europa dacche' anche l'Inghilterra e' sulle tracce di T.E.Lawrence verso Aqaba...

Ben tornata Nessie :-)

Anonymous said...

@Pseudo
@Ruby
Non è che io sono uno strenuo difensore dell'informale contemporaneo...ma nella accozzaglia c'è qualcosa che vale.
Anche a me piace più Antonello da Messina che Damien Hirst.
Le mutande lasciamole ad altre cose...:-)..
p.s. ..considerate che Achille Bonito Oliva è nato a poche decine di chilometri da me...

@Ruby
Bacini

Zagazig

Nessie said...

Ma il mio discorso non era riferito alla classe politica francese, Sauro. Lo so bene anch'io che Chirac è ostaggio delle sinistre e a sua volta, intriso di nazionalismo becero e veterocoloniale con punte di paternalismo pro-islamico. Sui siti francesi ci bazzico spesso e quel che volevo dire a Ruby è che esistono, per fortuna, intellettuali francesi di tutto rispetto come Glucksmann, Finkielkraut, Jean-François Revel. Idem nell'ambito della critica letteraria e artistica. Purtroppo prevale la fuffaglia (come da noi, del resto) perché è quella più ridondante e arcibanale. Zag, Bonito Oliva ha una spocchia insopportabile. Adoro invece quel simpaticissimo, grassoccio elfo affabulatore di Philippe Daverio. Per me il più simpaticamente intelligente e ironico, con quella voce da gran mangiatore di cazzoeula e costine di maiale, mentre la conta su. Datemi pure della yankee nordista. Vi segnalo quel suo programma sulla Rete Tre, "Passepartout". Ben ritrovati!

Lo PseudoSauro said...

Zag: ma allora Salerno caput mundi... complimenti per Antonello da Messina :-) Guarda che non si vuole buttare tutto, ma si vuole denunciare una tendenza. Siccome per quanto riguarda la musica ho un'idea precisa dei disastri dovuti ad un certo tipo di educazione e ne sono stato penalizzato personalmente si tratta di cosa che mi manda letteralmente in bestia piu' di quanto gia' non sia. Sono convinto che la stupidita' sia del tutto bipartizan, ma il metodo esclusivista e discriminatorio fa parte del bagaglio storico del marxismo il che costringe anche chi avrebbe un po' piu' di comprendonio a mantenere steccati ideologici che non avrebbero piu' ragione di esistere. Quando si ragiona su di un piano individuale, come vedi, il problema non esiste. Magari fosse sempre cosi'.

Anonymous said...

@Nessie
Il programma di Daverio è bello...e Daverio è simpatico..Bonito Oliva è spocchioso..ne sanno qualcosa gli artisti che cercanoil suo patronage.
E' comunque dotato intellettualmente..ed è un buon mercante..anche di se stesso.

@Pseudo
A me piace molto il Pontormo.
Cmq guarda caso oggi su Repubblica ci sono degli 'estratti' dele lettere-testamento di Michelangelo.
Magari un giorno faccio un post con delle foto dell'ultima arte fiera che ho visitato a Bologna l'anno scorso.

Zagazig

Lo PseudoSauro said...

Non riesco piu' a capire se siamo noi che stiamo diventando sovietici o e' Zag che sta diventando un pericoloso controrivoluzionario...

Su P. Daverio mi trovate perfettamente daccordo. Michelangelo e' indubbiamente interessante a prescindere dalla sua grandezza nelle arti figurative; ci sono giunte sue belle poesie ed anche qualche musica, a riprova del fatto che il genio rinascimentale aveva una visione unitaria della cultura che noi non riusciamo piu' a comprendere. Secondo me non si tratta solo del tipo di educazione, ma di quando inizia il ciclo dell'istruzione.

Nessie said...

Ho cercato di aggiornare il blog con un nuovo post, ma finora non è comparso. Non è che il Balla occupa troppa memoria?

Anonymous said...

http://www.adnkronos.com/3Level.php?cat=Cronaca&loid=1.0.399462377

Cattelan fà scuola..:-)..

ZAG

Anonymous said...

ottimo pezzo, Nessie. Sono un amante del Novecento, e di quel Novecento di cui dai la stessa definizione di come l'ho introiettato nel mio immaginario, in cui “classico e moderno non sono più in antitesi tra di loro.” A dire il vero, pure io sembro uscito un po' da quell'epoca, esteticamente intendo. Le Monde?? Ignoranza ideologizzata. Che nervi! Non ho visto questa mostra con esattezza, ma ho visto e studiato a lungo comunque molti di qs. pezzi mostrati in altre occasioni (in realtà credo tutti) e questo conferma solo l'ignoranza dei sinistri, sia in arte e cultura, sia in 'esegesi' della stessa. I comunisti (o sedicenti post-tali) si fanno sempre riconoscere!