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29 April 2006

L'Appello di Michael Ledeen, Max Boot e altri contro le violazioni di Ahmadinejad

I primi firmatari dell'appello contro l'Iran dei mullah che non rispetta gli obblighi imposti dalla comunità internazionale per il nucleare e crea una rete per cancellare Israele, violando i diritti umani. L'Occidente, a fronte di ciò, non ha una strategia. Tra i primi firmatari:

Martin Peretz, proprietario e direttore di New Republic, pricipale settimanale liberal americano
Leon de Winter, scrittore e commentatore politico olandese
Pailo Cosaca, eruoparlamentare socialista portoghese
Max Boot, analista del Council on Foreign Relations
Norman Podhoretz, scrittore e saggista americano
Michael Ledeen, analista americano dell'American Entreprise Institute
Mark Palmer, ambasciatore e saggista americano
Thomas Cushman, direttore del Journal of Human Rights (magazine liberal) e docente di sociologia al Wellesley College
Mtthias Kuentzel, saggista e analista politico tedesco
Stephen Pollard, commentatore politico del Times di Londra
Benny Peiser, antropologi della Liverpool John Moores University
David B.Kopel, direttore delle ricerche all'Independence Institute del Colorado
Nile Gardiner, analista dell'Heritage Foundation.

Ecco il testo dell'appello:

Oggi la Repubblica islamica dell'Iran costituisce la minaccia più grave per la comunità mondiale. Non passa un giorno senza un atto di sfida lanciato dalla leadership iraniana che tratti delle sue ambizioni nucleari e delle sue minacce di guerra all'Occidente. Gli appelli alla distruzione di Israele proclamati dal presidente Mahmoud Ahmadinejead sono così frequenti che la stampa non ne dà quasi più notizia. "E' soltanto questione di un relativismo colmo di pregiudizi", afferma la mullahcrazia di Teheran, e la comunità mondiale s'inchina, intrappolata nell'incessante sforzo di trovare una giustificazione a queste parole. L'Iran sta deformando il mondo in cui viviamo con le minacce e le intimidazioni, e l'Occidente non reagisce.Preoccupata di assumere una posizione precisa, la comunità internazionale si nasconde dietro a dettagli tecnici. Dopo tre anni di inutili negoziati, la diplomazia continua a fare lo stesso gioco del bastone e della carota, sperando che alla fine la tempesta finirà. Altri vorrebbero placare la furia del regime iraniano con un grand bargain, un grande patto, come se i mullah fossero degli interlocutori affidabili, anzi, degli interlocutori tout court.
Nel frattempo, l'appello della maggioranza iraniana, messa a tacere con la forza, è dimenticato e sacrificato all'altare del realismo politico. Anche l'Iran ha i propri Sacharov e Solgenitsyn rinchiusi in carcere, ma nessuno se ne preoccupa. Per i cosiddetti pragmatici, i diritti umani e la democrazia degli iraniani sono un'ispirazione romantica che deve essere subordinata alla realtà della politica di potenza. Al contrario, ciò che i fatti concreti dimostrano, è che al regime iraniano non può essere data fiducia. Questa non è una questione che può essere risolta attraverso una controversia sul livello di arricchimento dell'uranio e sulle centrifughe utilizzate: non si può posticipare ancora una schietta discussione sulla natura e sull'urgenza della minaccia iraniana.
da il Foglio di venerdi 28 aprile 2006


18 comments:

Anonymous said...

Bello e giusto questo appello, spero abbia la massima diffusione...
Il guaio è che non solo l'Europa non ha una strategia davanti alle minacce di questo pazzo, ma secondo me mette la testa sotto la sabbia sperando che la tempesta passi.
Alla fine toccherà alla solita America difendere libertà e democrazia, ovviamente prendendosi insulti e sberleffi da tutti i compagnucci che nella loro vita politica non ne hanno mai azzeccata una.

Nessie said...

Grazie Siro. Non avevo dubbi che saresti stato sensibile al problema. Si attendono marce, sit-it e cortei da parte del fasullame del solito sinistrume. Possibile che nessuno di costoro abbia la percezione di quel che potrebbe accaderci? Vedrai che se gli Usa e Israele interverranno, si beccheranno pure la solita accusa di "nazisti". Ma che disgusto!

Lo PseudoSauro said...

E' quello che si chiama "preparazione dell'opinione pubblica". Tanto sull'Europa non ci fa piu' affidamento nessuno, tantomeno se stessa. Lo sai che apprezzo molto Ledeen; non per il suo "Fascismo Universale" che pure e' uno dei testi che chi e' interessato alla materia dovrebbe leggere, ma per tutto il resto. E poi sua moglie si chiama Barbara, mi pare... Aggiungi anche questa dell'Iran e vedrai che non ci rimane altro che l'emigrazione.

Nessie said...

Mi fa molto piacere. Anch'io stimo molto Ledeen con il quale una sera mi sono imbattuto nel suo sito e ci siamo pure scambiati alcune email. E' stato gentilissimo e mi ha risposto subito. E in Italiano. Quando penso a certe mezze cartucce di casa nostra e a come se la tirano...Da lì capisci già che l'America è un paese superiore.

Anonymous said...

Noto soprattutto l'assenza di reazioni e azioni da parte dei Pacifisti; non che avessi dubbi sulla loro ipocrisia. Eppure sono minacce di distruzione quelle che provengono dall'Iran.
Quanto all'Europa è troppo impegnata con gli intrallazzi finanziari delle lobby che la esprimomo e con i giochetti delle sue burocrazie per curarsi di queste cose.
Scarthorse

Anonymous said...

Un appello efficace, che dimostra l'urgenza del problema.
Solo che i pecoroni si sveglieranno (forse) solo se, tanto per ripetermi, si troveranno una testata nucleare dietro il loro prezioso posteriore.
Ma temo che nella attuale situazione l'Italia farà una vile politica di appeasement.

Nessie said...

Ciao Scart, ciao Eudora. Più che appeasement temo, conoscendo i nostri polli, di ben peggio. Che addirittura facciano delle marce pacifiste per il diritto di sterminio nucleare del capraro puzzolente Ahmadinejad verso l'Occidente. Sapete com'è: al masochismo e alla Sindrome di Stoccolma non c'è mai fine, a quanto pare.

Anonymous said...

Penso che l'urgenza di affrontare il problema, come giustamente sottolineato con forza in quest'appello, vada di pari passo con una (veloce-velocissima!) comprensione del problema stesso. A quanto pare, leggendo opinioni diverse di politici, ambasciatori, strateghi e anche semplicemente osservatori internazionali, nessuno ha ancora sufficiente conoscenza del nemico. Penso che in guerra il socratico "conosci te stesso" diventi il fondamentale "conosci il tuo nemico".
In poche parole: che vuole Ahmadinejad?
Vuole usare il programma atomico cosiddetto civile per questioni di politica interna? Da più parti si dice che la sua è una lotta tra un personale populismo conservatore e il potere teocratico degli ayatollah.
Ha invece in mente in realtà un programma militare? Approfittando dell'impegno americano in Irak, sa che ora una risposta bellicosa da parte americana sarebbe molto complessa. Sa che l'opinione pubblica americana è spaccata e giudica la guerra in Irak sempre più con grosso scetticismo.
Ha in mente, come fatto intendere "Colloqui da pari a pari con gli altri Paesi che possiedono la tecnologia nucleare", per dire la propria sul ridimensionamento ad esempio, di un'altra potenza atomica come Israele? Se fosse, può il mondo permettersi du affiancare Iran a Pakistan o Corea del Nord, correndo il rischio che violi il Trattato di non proliferazione?
Capirlo è il presupposto per mettere in campo la strategia giusta: sanzioni pesanti, raid aerei, colloqui, o anche sostegno della propaganda "rivoluzionaria" interna (vera o presunta?). Capirlo in fretta è diventato necessario.
Di fatto la realtà resta che come al solito è l'America a spingere, simulando wargames, aprendo anche possibili scenari di guerra a tavolino.

Anonymous said...

Sai Nessie, leggere il tuo post, guardare le reazioni dei politici, l'assenza di posizione dei pseudopacifisti etc etc alle varie esternazioni del presidente iraniano mi fa pensare a Indipendence Day e a quei "rincoglioniti" che sui tetti dei grattaceli salutavano gli alieni e che poi finiscono per beccarsi il primo colpo. Utili idioti di cui l'Europa e l'Italia purtroppo sono pieni.

saluti Paoletto

Anonymous said...

Io, i pacifisti, non li ho proprio nominati.
Se Ahmadinejad una mattina si alza presto e dice che gli piacerebbe distruggere Israele, i pacifisti si rimettono a dormire tranquilli: in fin dei conti i palestinesi, no gli iraniani, no i poveri iracheni, insomma tutti loro, lì, gli arabi, hanno pure il diritto di difendersi.
Se si alza Bush e dice che gli piacerebbe bombardare tutti i dodici e qualcosa siti nucleari iraniani, c'è da scommettere che verranno fuori le bandiere sotto naftalina dal 2003, perché non ci si vuole difendere, ma fare i superiori. Perché un paio di grattacieli annientati con migliaia di persone dentro non può essere ritenuto un attacco, ma una giusta rappresaglia cui deve seguire il dovere di fare un serio esame di coscienza. Quale? Quello di non avere trovato Bin Laden sotto Clinton a suo tempo e averlgi risevato il trattamento che merita.
I morti civili israeliani (ce ne sarebbe qualcuno dalla totale distruzione di Israele?!) sarebbero effetti collaterali di una difesa legittima, quelli iraniani sarebbero terrorismo.
Allora, finché i pacifisti opereranno distinzioni ideologiche mascherandole dietro nobili principi di facciata, buoni per tutte le occasioni, non mi sento neanche di ascoltarli o nominarli. Messo poi che certi principi come "no alla guerra senza se e senza ma" siamo nobili e non ciechi. La Storia davvero non insegna niente, allora.

Nessie said...

Ciao Paoletto, ciao Raf. La verità è che mentre le cancellerie europee fanno quaquaraquà, gli unici che si preparano al peggio, sono come al solito Israele e gli Usa. I secondi come, hai già detto, fanno war games. Israele ha già costruito bunker antiatomici, mostrati da Fiamma Nirenstein nel corso della trasmissione "Orient-Express" (canale 5), ai confini con Gaza. Inoltre dispongono anche di sofisticatissimi intercettatori per deviare gli eventuali missili nucleari. E noi? Nisba. Anzi, nemmeno se ne parla. Ma forse è meglio così, piuttosto che sentire Fassino dire in tv che bisogna convincere l'Iran per vie diplomatiche (sic!)e convincerlo a fare il buono. Buona domenica!

Anonymous said...

É un grave momento e in tutto il mondo se ne parla con preoccupazione salvo che in Italia, in altre faccende affaccendati.
Penso che stavolta non saranno gli USA a muovere il primo passo, ma Israele, che ha tutti i diritti per farlo, perché direttamente minacciata.
Non credo che Israele possa permettersi di stare a guardare mentre noi e l'ONU chiacchieriamo sul tempo che fa.
In Italia si sa già come reagirà il nostro governo fantoccio: non reagirà.
Ciao Nessie!!! :-)

Lo PseudoSauro said...

Proprio stanotte e' stato lanciato in Russia un satellite spia di nuova generazione fatto in Israele. Direi che ormai ci siamo quasi.

Nessie said...

Lontana se non reagisse limitandosi solo a starsene zitta, non sarebbe nemmeno la peggiore delle disgrazie. Il fatto è che mi ronzano già le orecchie e sento già i soliti ebeti e mentecatti che si chiederanno come mai che Israele possiede armamenti atomici e l'Iran invece non dovrebbe detenerli. Ma forse sono pessimista. Oggi sul Corriere è uscito un pezzo di Franco Venturini sull'argomento, a dir poco penoso. "Washington parli con Teheran", concludeva. Ma dove vanno a pigliarli certi "esperti"? Ciao!

Anonymous said...

In realtà hai ragione...non staranno neppure zitti..si schiereranno per i vari Hamas e Ajmajine...ma come si scrive, non hanno neanche dei nomi decenti!

Nessie said...

Arm, il sito di Michael Ledeen te lo ridarò appena lo ritrovo.
Lontana, a pensar male ci si azzecca: chissà come mai. Detto fatto, Beppe Grillo (stavo scrivendo Grullo) è in giro col suo nuovo spettacolo nel quale dice che in Occidente le traduzioni dell'arabo sono tutte controllate da un'associazione israeliana e che perciò quello che si fa sapere su Ahmadinejad non sarebbe vero, perché i soliti ebrei manipolerebbero le dichiarazioni. Siamo alla logora teoria zarista, eppoi nazista, eppoi comunista, eppoi islamista dei Protocolli dei Savi di Sion, rispolverata dal Grillo sparlante e scemo. Mio Dio come sta cadendo in basso questa sinistra non ancora insediata! Mi vengono i brividi.

perdukistan said...

l'iran ha un piano, e noi?

http://perdukistan.blogspot.com/2006/05/liran-ha-un-piano-e-noi.html

Nessie said...

Ho letto il tuo post, Perdukistan. L'Iran a un piano e noi siamo, come al solito, i migliori eredi di Monaco '38.