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11 January 2006

La Coop sei tu? No, le Coop sono Loro

Loro chi? I DS naturalmente. L'avete visto D'Alema da Vespa lunedi sera (ndr 9 gennaio) quando gli fu chiesto perché mai avesse querelato Ferrara?Rispose che non l'aveva querelato lui, l'ha querelato  il Partito: "un atto dovuto" - ha concluso asciutto. Della serie, le Parti c'est moi.  Alle domande sulla scalata di banca fatta da  Consorte per Unipol, si trinceò con un non so, riguarda il  movimento cooperativo. Ma allora lo slogan la  Coop sei tu; la Coop siamo noi com'è da interpretarsi presso la dirigenza diessina?
E' evidente che la Coop, o meglio le varie Coop che sono circa 46 aderenti Legacoop il cui direttore è Giuliano Poletti,  dispongono di un sistema costruito a "matrioscie"  russe, che si incastra e si inanella l'un l'altro -  sistema che  permette contiguità , ma nei casi ambigui, anche di prenderne le distanze  e di tacciare i loro manager di  "bonapartismo", scaricandoli nei momenti di crisi (il caso Consorte). 
Ma analizziamone la galassia. Esistono cooperative alimentari e agroalimentari legate alla distribuzione nei supermarket (Coop, Conad, Despar, A&O, Sigma, Latte Granarolo, Corticella pastifici, consorzi agrari, ecc) . Ne esistono di edilizie (le edilcoop) che praticano mutui particolarmente  agevolati e vantaggiosi per gli iscritti al Partito (della serie, chi è titolare ha i suoi privilegi - altro che American Express!). Ce ne sono di turistiche, di finanziarie, di assicurative, di agricole.  Ne sono state ideate su modello "agenzia di intermediazione" per allestire eventi "culturali" legati a spettacoli, i quali si appoggiano poi a Enti locali (spesso "rossi" anche questi), e così via. Perfino legate al volontariato no profit e ai paesi del Terzo mondo. 
Le cooperative godono di un agevolato sistema fiscale, perché in origine furono progettate come mutualistiche e non ai fini speculativi. Ma si parla di bei tempi andati, quando c'era il partito di classe coi suoi legami con operai e i lavoratori,  e le coop ne erano, insieme ai sindacati, la cinghia di trasmissione. Oggi il partito di classe non c'è più, ma la cinghia di trasmissione si è via via  trasformata in un  vero e proprio cordone ombelicale che nutre e alimenta la poderosa macchina (stavo per dire da guerra) del partito. Come fosse una simbiotica macchina industriale che foraggia coi suoi utili detassati, quella politica, la quale poi si appoggia a quella finanziaria in un possente blocco oligarchico, unico nel suo genere. Inoltre in un contesto con finalità mutualistiche, che senso ha avere una banca e perseguire fini speculativi? Nemmeno la FIAT ha mai avuto una banca tutta sua. Eppure a sentire Poletti l'altra sera a Porta  a Porta, pareva che senza una loro banca,  le coop non potessero sopravvivere. Se ne è accorto perfino  quel furbacchione di D'Alema, il quale avendo fiutato l'aria brutta che tira, ha preso le distanze dal direttore di Legacoop. Della serie, jamais couché avec.
Ieri Bankitalia ha bloccato l'OPA di Unipol su BNL. Ma certamente ne studieranno un'altra, magari attraverso Monte dei Paschi di Siena, il cui sindaco Maurizio Cenni di Siena  (DS, tanto per cambiare) che insieme alla Provincia controlla la fondazione a capo del 49% sulla MPS, ha rilasciato sul Corriere di sabato 7,  un'intervista al fulmicotone. Detto sindaco  "rosso"  ha aspramente criticato la nuova legge sul risparmio di Giulio Tremonti poiché a suo parere  "lesiva del diritto in generale, ma addirittura contraria ai dettami della Costituzione". Com'è noto, detta legge sul risparmio blocca al 30% i diritti di voto delle Fondazioni nelle assemblee bancarie. E' una buona legge che è piaciuta ai vertici dell'UE e che sbarra l'ingresso ai "cavalli di Troia". Ma il signor sindaco l'ha criticata e l'ha definita "fatta a Roma, ma pensata per Siena".
Si aprirà dunque nel futuro immediato una breccia nella pesante e immutabile cortina di ferro  delle Regioni rosse? E' quel che auspichiamo. Nel novembre '89 è crollato il Muro di Berlino. Anni prima, quello polacco, grazie al Papa e a Solidarnosc. Se vinceranno "loro" è evidente che la legge Tremonti sul risparmio, verrà congelata e resa non operativa. E allora saranno guai.
In Italia esistono ben 4 regioni "murate vive" (Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Umbria) dove il paesaggio è paesaggio "blindato", irrespirabile - spiritualmente e culturalmente pervaso dal pensiero unico. Quattro regioni-feudo e altrettanti comuni e province disseminati per la Penisola.  Paesaggio composto da uomini politici e amministratori "rossi",  legati da solidi cordoni ombelicali col mondo delle coop, delle banche, delle Confindustrie locali, delle fondazioni, delle giunte regionali e municipali in un regime di totale mancanza di concorrenza e di intercambiabilità. Costituito da una numerosa clientela autoreferenziale che si autoelegge blindando i collegi elettorali. Essi promuovono gare d'appalto su società e ditte che spesso hanno per amministratori loro stessi, in un boa costrictor  che si autoalimenta ingrassandosi. Dopo Tangentopoli e Bankopoli, avremo Cooperativopoli? E' quel che stiamo aspettando. Nulla è eterno, nemmeno muri e muretti regionali.
Perciò TEAR DOWN THE WALL !  Ovvero, che il muro sia abbattuto!

14 comments:

Nessie said...

Ho letto il tuo post di cui riporti gli stralci, Paolo. Ma c'è un piccolo particolare su cui ti inviterei a riflettere: le coop rosse hanno come partito di riferimento i DS, un monolite rimasto pressoché invariato dai tempi di Tangentopoli e dalla caduta del Muro. Le coop "bianche" invece non hanno più come partito di riferiemento la DC. La Margherita ne è solo un ramo. Poi c'è l'UDC e l'Udeur, altre sue propaggini. Mi pare che faccia la differenza. Ciao e grazie per la visita.

Anonymous said...

Ti ringrazio moltissimo cara Nessie, di questo post chiarificatore.
Hai esposto molto bene la situazione, che tra parentesi, non conoscevo, anche se , leggendo qua e là ne avevo idea.
Esistono anche qui le cooperative, aziende e banche legate ai sindacati ( perché non c'é un partito vero e proprio di riferimento) che in teoria dovrebbero ridistribuire i profitti ai membri.Per questo non pagano tasse anche loro. Le tasse le pagano i membri su quello che ricevono.
In una logica di mercato queste cose non dovrebbero esistere.Ma sono il retaggio delle politiche socialiste populiste del passato.
Mi auguro solo che questa storia serva a far capire che razza di potere hanno i nostri "poveri" amici DS..
Ciao!

Nessie said...

Cara Lontana,
sono ligure di nascita (regione rossa) e alcuni di questi ce li ho pure in famiglia (nessuna famiglia è perfetta). Ecco perché conosco bene dal di dentro questo paesaggio regionale. Ciao :-)

Anonymous said...

Nessie! Ma, con tutto l'affetto, tu devi essere matta!
Ma stai parlando degli antifascisti, dei padri e dei figli degli eroi della Resistenza!
Mica vorrai essere accusata di blasfemìa? :-D

Bravissima!
Solo un'aggiunta: se al governo del mondo libero non ci fossero stati Reagan e Tatcher credo che il muro sarebbe ancora lì-

Se non lo fossi ancora ti segnalo io a Tocqueville.

Un abbraccio

Perla

Nessie said...

Credo che, tu abbia toccato il tasto giusto Perla: qui in Italia mancano proprio dei Reagan e delle Margaret Thachter capaci di condurci fuori da muri e muretti, regioni-feudo e collegi blindati.

Anonymous said...

Io in una regione rossa ci sono nato e ci vivo: l'Emilia-Romagna e non e' difficile vedere presidenti di cooperative alla guida di lussuose auto, alla faccia dello scopo mutualistico, barche e auto di lusso. E' tutto sotto gli occhi di tutti ma se guidi una Mercedes da 100.000 euro sventolando un fazzoletto rosso tutto cambia e agli occhi del "compagno" diventa un'utilitaria indispensabile ai fini cooperativi.
Siamo ancora al tempo del compagno Peppone, quello che dice e fa' il capo non si discute.
Cio' che Guarreschi ha scritto vale tutt'ora e Peppone e' piu' attuale che mai.

saluti Paoletto

Nessie said...

Alla faccia! Good Luck Paoletto, sei quasi messo peggio di me che sono ligure. Chissà che fegato ti farai con le tue idee lì in Emilia dove vige il pensiero Unico-bulgaro! :-)

Anonymous said...

Ciao Nessie, ho letto il tuo bel post, molto illuminante...., domani quando sono un po' meno cotta, lo commento meglio.
Per adesso leggendo i commenti ho scoperto che sei ligure, che forza:-))))..lo sono anch'io. La mia famiglia vive a Rapallo e io ho abitato lì fino a 20 anni.Poi sono venuta a lavorare a Milano, mi sono sposata e qui sono rimasta.
Mio nonno fu un partigiano duro e puro, però i miei sono fra i pochi liguri a non essere più rossi, Grazie a Dio, se no sai che litigate;-)
Ciao un baciotto della buonanotte Mary

Nessie said...

OH! ERA ORA che ti facessi vivo!:) Spero che il tuo pc sia guarito dai virus (la rumenta come la chiama il Sauro) che ti hanno tirato. Sì, lo so che nelle Coop ce ne sono anche di bianche. E so pure che spesso dentro le Coop rosse la ripartizione va anche tra alleati (in quota minoritaria): lo ha detto un certo Tagliavini di Unieco intervistato ieri per Il Giornale. E lo so di per certo perché conosco pure una cooperativa rossa che ha costruito case in Liguria coi seguenti criteri: numero di appartamenti maggiore agli iscritti/coscritti (cioè ai militanti DS), qualche residuo agli alleati. E' tutto un magna-magna. Ciao :-)

Lo PseudoSauro said...

Finalmente possiamo tornare a fare due chiacchiere tra quattro sauri...

Secondo me il post di Arm sui conflitti d'interessi taglia la testa al minotauro. Il problema sono i partiti istituzione; tutto il resto ne' e' una conseguenza. L'accnno di Arm a Montesquieu e' veramente da non perdere e si trova in:

http://armatexon.blogspot.com/2005/12/conflitti-di-interessi-origini-e-cause.html

Ma c'e' un'altro "problemino"; i DS sono gli eredi (o continuatori?) di un'ideologia rivoluzionaria che nega il capitalismo e lo combatte con ogni mezzo; i DC erano semplicemente statalisti come il resto dell'"arco costituzionale" (dentro e fuori). Io ci vedo una certa differenza.

Anonymous said...

questo sono molto pessimista, troppi interessi in ballo. E’ una mangiatoia che elargisce mangime a troppa gente perché si arrivi a qualcosa di concreto.
(Un po’ come sperare di arginare gli sprechi a livello regionale:un’impresa titanica, anche perché, parliamoci chiaro, quando si tratta di “mangiare” la politica è trasversale).
Basti solo pensare cosa c’è dietro alle grandi opere, miliardi e miliardi e davanti ai quattrini, la questione morale puff…si dissolve come neve al sole.(altro che superiorità morale di cui vanno cianciando).
Guarda come si sono defilati Prodi e Ds sulla Tav e le grandi opere, così contestate da Verdi, Prc e dagli abitanti dal luogo, pregiudicando anche l’intesa interna dell’Unione, non l’hanno certo fatto per amore della modernizzazione del paese…ma per una sommetta pari a circa 150 miliardi di lire. Infatti l’apice della potenza delle coop rosse è stato raggiunto con l’inserimento di un sacco di aziende quali Fiat, Impregilo, Snam, Ansaldo, Fintecnica ecc nel programma di costruzione della tav. Programma nato negli anni ’90 grazie ad Amato, Fassino e Bersani (allora ministri), con l’appoggio di compare Prodi…(E che Bersani sia legato a doppio e triplo filo con le coop rosse lo sanno anche i sassi).
Per farla breve quando gli interessi sono così forti e le persone coinvolte così tante e a tutti i livelli, è difficile che un simile sistema venga abbattuto…molto difficile.
Ciao Mary

Anonymous said...

Manca l'inizio del mio post...l'ho scritto con word e poi ho copia incollato saltandone un pezzo....mamma come sono imbranata..
Comunque iniziava così:
Auspicare una “cooperativopoli” è saggio e giusto, ed io sono la prima a sperarci. Ma in questo sono molto pessimista, troppi interessi in ballo.....
Ariciao mary

Nessie said...

Avevo capito Mary, il tuo incipit. E ti ringrazio del contributo. Importante poi ricordare ad esempio il gruppo SNAM/Eni e come ha fatto subito sorgere cooperative edilizie "rosse" quali dimore adiacenti al lavoro dei suoi dipendenti, nate proprio per soddisfare a questo scopo. Certo che ci sono delle differenze tra coop "bianche" e coop "rosse", Sauro! E le rivalità fanno sì che poi nascano contraddizioni tra di loro. E' fuori dubbio comunque che in questi interessi la parte del leone la facciano loro: l'oligopolio DS/UNIPOL/Coop/con possibilità di scalare banca. Fallita la scalata BNL si pensa già a una fusion Bologna-Montepaschi.

Nessie said...

Nel Veneto abbondano le Coop bianche, residuo dei bei tempi andati democristiani. In Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Umbria, le rosse. Poi, ovviamente, c'è ancora in pista il Montepaschi che ha annunciato una prossima manovra di "fusion" tra Siena e Bologna. Staremo a vedere...