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05 December 2005

L'insostenibile peso del Corriere Multicolor


Fino a poco tempo fa c'erano due giornali rivali: Il Corriere della Sera e la Repubblica. Chi non voleva sposare la linea editoriale di sinistra di Repubblica acquistava il Corriere, ritenuto più moderato. Ultimamente dopo la nuova svolta Mieli (con vicedirettori Gianni Riotta e Pierluigi Battista) si compra in pratica lo stesso giornale.
Da giugno scorso in poi non abbiamo più il vecchio Corrierone in bianco e nero, ma il Corriere Multicolor con dorso milanese incluso e graffettato all'interno. Tuttavia, alla quantità (si arriva perfino alle 75 pagine) non fa riscontro la qualità. Le tanto decantate immagini a colori, inutile ricordarlo, fanno pensare ai rotocalchi femminili come "Novella 2000". Senza offesa per quest'ultimo, che fa anche piacere sfogliare sotto l' ombrellone d'estate. Ma il punto è un altro: in un quotidiano importante, le attese sono diverse.
Veniamo alla sostanza. Il Corriere è legato da un patto di sindacato, cioè da 15 imprenditori azionisti nonché potenziali "editori" di riferimento. Paolo Mieli nelle sue apparizioni televisive a "Otto e mezzo" da Ferrara ce l'ha messa tutta per convincerci che la linea editoriale del suo giornale è indipendente e non tiene conto degli equilibrismi interni. Dobbiamo proprio credergli? In parecchie occasioni il Corriere è sceso in campo (come si dice nel gergo), cioè si è schierato apertamente col centrosinistra. Né perde occasione per orientare i suoi lettori sul piano delle opinioni. Ciò si evidenziato clamorosamente durante il referendum sulla fecondazione assistita del 13 giugno scorso. Pazienza, aver cercato fino all'ultimo di orientare per il SI all'abrogazione della legge 40. Ma l'indomani della cocente sconfitta, ha fatto finta di nulla senza un minimo di disamina circa le ragioni della sconfitta.
Altre occasioni in cui ha mostrato "parzialità" è negli articoli di Ennio Caretto, il quale non ne ha mai azzeccato una sull'opinione pubblica americana circa il governo Bush. Per non parlare poi degli articoli di Sergio Romano, continuamente all'insegna dell'antiisraelismo e perfino antiamericanismo nonché della sua vocazione a ritoccare la storia a suo uso e consumo. E per non dire di quelle cronache spicciole che nascondono a pag. 40 le scuole islamiche a Milano di Via Quaranta e altre malefatte dei fondamentalisti islamici e dei terroristi.
Dunque che cos' è rimasto ultimamente da leggere per un lettore "moderato" di area liberale sul Corriere Multicolor & Multiculturalist?
Ben poco: qualche editoriale di Panebianco, di Galli della Loggia, di Magdi Allam. Piero Ostellino, unico di area liberalconservativa, mostra evidenti segni di camicia di forza (non sua, ma editorialmente imposta). Per la politica internazionale sconsiglio vivamente Alberto Ronchey e i suoi articoli color-can-che-scappa che, in fatto di analisi, approdano a un bel niente. Ovvero l'arte di girare intorno al lume senza trovare la retta via. Poi, nelle pagine degli spettacoli, ci sono i critici cinematografici che invece di stroncare ti fanno il riassuntino del film come Porro e Mereghetti, tanto per fartelo digerire anche quando è indigesto (vedi il film di Benigni). Per cui è rimasto solo Aldo Grasso a fare il mestiere più odiato del mondo. Ma in tv è più facile: si spara sulla Croce Rossa, in quanto c'è sempre da stroncare e da parlarne male. E Grasso fa il suo mestiere.
Ci sono tre penne femminili verso le quali dovrei dirne bene per solidarietà di genere. E invece proprio non mi riesce.
Una è lsabella Bossi Fedrigotti (IBF) che aspira a fare l'Alberona di sinistra. Ma le sue, sono banalità saccenti, supponenti e spesso velenose condite di ideologia non richiesta: la sua. L'altra è Lina Sotis che io chiamo Lina Sottise, (in francese, sciocchezza) maestra di bon ton milanese che quando interviene sul costume e la moda usa pause lunghissime, sorride, si guarda intorno compiaciuta per poi snocciolare chissà quali bons mots. Forse aspira a passare all'immortalità dei biglietti aforistici nei cioccolatini Perugina, come La Rochefoucauld. Ma la vera perla solferinica è lei, la Mata Hari con il ciuffo alla Veronica Lake: Maria Laura Rodotà, figlia di cotanto padre Stefano già garante della privacy. E proprio perché suo padre è un rigorista della privacy lei ha imparato a fare l'intrusa voyeur, spiando dal buco della serratura nelle camere da letto degli italiani. I suoi articoli preferiti: il sesso, quando lo fai, dove lo fai, quante volte in un mese, settimana, giorni, i luoghi preferiti... Il Viagra fa bene, fa male. La pillola del giorno prima, quella del giorno dopo. Una vera campionessa del Welfare sex. Vederla in tv poi è un vero programma: parla con la voce roca e grave come Greta Garbo-Mata Hari quando sospirava dall'alcova: "Per favore...dammi una sigaretta!" . Poi si nasconde misteriosamente dietro al ciuffo alla Veronica Lake. I 15 editori di riferimento hanno così ottenuto le "quote rosa" per la gioia delle loro mogli: Tronchetti Provera per la sua Afef; Diego Della Valle per la sua signora, Pesenti e Ligresti, idem. Romiti, pure. Buona lettura bisex and multiculturalist!
Per fortuna arriva il giovedi, giorno della raccolta differenziata. E dopo una settimana di acquisti giornalistici devo portare fuori dal cancello almeno 550 pagine di carta del Corrierone Multicolor da consegnare ai netturbini. Con tanto di Magazine del giovedi e con quello del sabato "IO donna", compresi. Problema: pesano di più 5 chili di carta o 5 chili di piombo?

15 comments:

Nessie said...

Geniale trovatina del grafico Saurus: Corriere della Sera con la S alla Paperon de' Paperoni! :-) Grazie!

Lo PseudoSauro said...

Bello Nessie. Per i lettori di quotidiani "filologici" l'unico rimane Il Foglio. Che piaccia o meno, e' l'unico che punta sulla parola ben scritta e sul gioco intellettuale che gratifica il lettore evoluto, senza contare l' "optional" dell'obiettivita' e correttezza d'informazione. Naturalmente sul Corriere scrivono anche ottime penne, ma l'impaginazione rovina sistematicamente la festa a chi vuole informarsi, "prendendo per mano" il lettore e costringendolo ad un'interpretazione conforme alla linea editoriale.

Robinik said...

Sottoscrivo ogni parola ;)

Anonymous said...

Comme d'habitude, bravissima Nessie!
Il culmine é effettivamente la Rodotà. Tempo fa protestai invano perché, a causa di un suo articolo scemo,un pettegolezzo su Berlusconi fece il giro del mondo, con sommo piacere degli stranieri che sempre vogliono compiacersi di essere i più intelligenti e democratici. Il Corriere é divenato penoso, sembra di essere tornati ai tempi di...come si chiamava...Piero Ottone? Le cose non cambiano mai..che tristezza!
Baci!

Lo PseudoSauro said...

Ancora una volta la Fallaci coglie nel segno. Non e' che manchino voci autorevoli, ma tutto dipende dal "dove" le collocano e "cosa" ci mettono a fianco. L'impaginazione e il colpo d'occhio fanno l'opinione. Quelli che leggono criticamente ogni cosa sono quattro gatti, e "questo genere di lettori non e' molto amato dagli articolisti".

Anonymous said...

Bravissima Nessie!
Ben scritto e scorrevole da leggere.
Io feci appena in tempo a registrarmi al Corriere online per finire subito nel disgusto della direzione Mieli.

Ti ricordo tra le altre penne femminili, quella della signora Palombelli!
Cribbio, roba che le banalitæ di Enzo Biagi diventano profonditæ imperscrutabili.

'Notte :-)

Perla

Nessie said...

Grazie a tutti quanti, amici. Ci sentiamo presto, sono fuori in viaggio. Sì, Sauro, l'Oriana aveva già ragione di arrabbiarsi, quando l'indomani dell'11 settembre allorchè scrisse quella lunga invettiva che poi venne ripresa sul libro "La rabbia e l'orgoglio", il Corriere ritenne opportuno pubblicare le varie repliche (altrettanto lunghe) di Dacia Maraini, Tiziano Terzani ecc. in nome del cosiddetto pluralismo. Fu lo sfoggio delle "cicale di lusso" (come lei le chiamò). E oggi nel Corriere le cicale sono aumentate. Ciao a presto.

Anonymous said...

Nessie questo tuo post e le ultime dichiarazioni di Cinfindustria mi inducono ad un pensiero.
Considerato il fatto che dietro al Corriere vi sono gruppi industriali e finazieri come possiamo spiegare questa svolta a sinistra?
Forse i grandi industriali hanno proprio bisogno di un governo di sinistra, ecco perche.
- Tornare al sabato lavorativo,
- dimininuire gli stipendi e i salari, ( combattere la disoccupazione con l'immigrazione ha solo questo scopo ),
- rendere piu precaria la condizione contrattuale dei lavoratori ( ancora una volta saturando il mercato con l'immigrazione ),
Tutte cosucce impensabili per un governo di centro-destra ma possibilissimo per la compiacente sinistra e i signori sindacalisti.
Ricordiamoci sempre ad esempio che i contratti a tempo determinato furono inseriti dal centro-sinistra, cosi'come la liberalizzazione delle licenze.
Non so' voi ma la vedo male con Prodi al governo.

Anonymous said...

Scusate non mi sono firmato su'

saluti Paoletto

Lo PseudoSauro said...

Quello sopra e' sicuramente Arm. Complimenti per la riflessione, al solito, geniale.

Nessie: tanti auguri dalla comunita' dei sauri alla loro vedette. I sauri da valanga volevano mandarti qualche fiasca di grappa, ma io ho preferito fare diversamente. :-)

Anonymous said...

Ciao Nessie sono appena rientrata e mi sono gustata con calma il tuo bel pezzo sul Corrierone...Complimenti anche per la nuova veste del tuo blog, molto fine e artistica (La venere botticelliana é sempre un bel vedere).
In effetti leggere Il Corriere fa venire lo scoramento, io non lo compro più, gli do un'occhiata in rete.
Repubblica poi non ne parliamo, é peggio ancora. Leggo Libero alla quale sono abbonata, e mi piace perché si trovano notizie che vengono di solito "trascurate" dagli altri quotidiani.
Penso che questa situazione pregiudichi non poco la qualità dell'informazione e tanti, che non sono abili a cercarsi fonti alternative, finiscono per "bersi" tutta la propaganda e per esserne influenzati.
Paoletto hai perfettamente ragione solo i governi di sinistra possono far passare certe misure drastiche in campo socio-economico. La legge Treu e la Riforma Dini non hanno prodotto un solo giorno di sciopero...E Prodi parla già di modello danese, ehehehehehhhh vedremo:-P)
Ciao Mary

Anonymous said...

a Nessie: http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/

Nessie said...

Saurus grandiosus, da chi sei stato illuminato per la nuova veste grafica? Te l'ha detto un Uccellin che vien dal mare? Questa è Simonetta Cattaneo Vespucci, che D'Annunzio nell'Alcyone chiamò "la bella Vespuccia". Più nota per essere stata la modella di elezione del Botticelli sia nella Nascita di Venere, che nella Primavera, che in una Sacra Famiglia in veste di Madonna. Dirti grazie è troppo poco! Sono appena tornata. Salutissimi!!!

Lo PseudoSauro said...

Nessie: La Vespuccia e' stata concubina del sauro per qualche tempo. Niente a che vedere con la zoofilia, naturalmente. Sono felice che ti piaccia.

Anonymous said...

Ciao Nessie, ben tornata:-)...e buona notte Mary