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12 November 2005

Biffi il cardinale veggente e l'integrazione religiosa

Diamo a Cesare ciò che è di Cesare, a Dio ciò che è di Dio, a cardinale ciò che è di cardinale. Prima dell'11 settembre, prima ancora della stessa Oriana Fallaci fu proprio lui, Giacomo Biffi, allora Arcivescovo di Bologna a vederci chiaro nell'oscurità di quel fatidico mese di settembre 2000. Cioè un anno prima dell'Apocalisse di Mannhattan, con le due Torri ancora in piedi. Renato Farina su Libero di giovedi 10 novembre ha stampato a chiare lettere le sue note pastorali, per sdoganarle dall'oblio, alla luce di quanto sta accadendo nelle periferie parigine e francesi. E nel timore di quanto possa accadere anche qui da noi  in Italia. Ecco dunque cosa chiedeva il cardinale assai "laicamente" ai politici di buona volontà in "La città di S.Petronio nel terzo millennio".
"I criteri per ammettere gli immigrati non possono essere solamente economici e previdenziali. Occorre che ci si preoccupi seriamente di salvare l'identità propria della nazione. L'Italia non è una landa deserta o semidisabitata, senza storia, senza tradizioni vive e vitali, senza un'inconfondibile fisionomia culturale e spirituale, da popolare indisciminatamente, come se non ci fosse un patrimonio tipico di Umanesimo e di civiltà che non debba andare perduto".
E ovviamente sottolinea come  in vista di una fruttuosa convivenza nonché auspicabile integrazione, le autorità civili e politiche non dovrebbero trascurare di analizzare le diverse "condizioni di partenza dei nuovi arrivati".
"Sotto questo profilo, il caso dei musulmani va trattato con una particolare attenzione. Essi hanno una forma di alimentazione diversa dalla nostra, un diverso giorno festivo, un diritto di famiglia incompatibile col nostro, una concezione della donna lontanissima dalla nostra (fino ad ammettere la poligamia). Soprattutto hanno una visione rigorosamente integralista della vita pubblica, sicché la perfetta immedesimazione tra la fede e la politica fa parte della loro confessione indubitabile  e irrinunciabile, anche se a proclamarla e a farla vedere aspettano prudentemente di essere  diventati  preponderanti (ndr: allusione alla pratica della taqiya, la dissimulazione).
Alla domanda se l'Europa sarà cristiana o non sarà, Biffi risponde con estrema lucidità.
"Io penso che l'Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è "la cultura del niente" della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale che sembra essere l'atteggiamento dominante nei popoli europei, tutti più o meno ricchi di mezzi ma poveri di verità. Questa cultura del niente (sorretta dall'edonismo e dall'insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all'assalto ideologico dell'Islam che non mancherà: solo la riscoperta dell'avvenimento cristiano come unica salvezza per l'uomo - e quindi solo una decisa resurrezione dell'antica anima dell'Europa - potrà offrire un esito diverso".
Pochi giorni dopo, il 30 settembre 2000, Biffi stilò un elenco delle nazionalità da favorire: latino-americani, filippini, eritrei, europei dell'Est. Poi via via gli asiatici induisti, buddisti ecc. Il criterio è laico e non razziale, quello dell'inserimento più agevole e meno dispendioso. Chiese ,in detta nota, la reciprocità in materia religiosa con gli stati islamici.
Apriti cielo! Fiumi di accese polemiche a non finire anche all'interno della stessa Chiesa.  Primi fra tutti Don Zega ex direttore di Famiglia Cristiana. Poi, come è ovvio, il leader dell'UCOII (fratelli musulmani) Hamza Piccardo. Don Vitaliano Della Sala, il prete no global denunciò Biffi per odio razziale. Tra i laici, Mario Pirani di Repubblica, Michele Serra che lo accusò di volere la legge dell'occhio per occhio, dente per dente. A sinistra Biffi fu difeso solo da Giovanni Sartori. A destra, dalla Lega. In quegli stessi giorni il vescovo di Como Alessandro Maggiolini gli offrì (tra i pochi) supporto dichiarando: "Non esiste il diritto di invasione e di converso non c'è il dovere di lasciarsi invadere".
Poi avvenne quel che sappiamo: l'11 settembre 2001, l'11 marzo 2004, il 7 luglio 2005  e il cardinale bolognese, attualmente a riposo (ma non nella sua mente), lì a ribadire che non si può eludere la questione islamica tenendola separata dalla questione del terrorismo quasi che esso fosse senza radici e senza matrici culturali. A Biffi curiosamente  toccò lo stesso destino di Oriana: amato dal popolo, vilipeso da intellettuali e politici. 
La settimana di ferro, di fuoco e di violenze di ogni genere della Francia ci riporta alla ribalta quelle sue stesse intelligenti indicazioni fatte in tempi non sospetti. 
"Non si può integrare chi non ama la Francia nella Francia che professa di non amarsi", asserisce con vigore l'intellettuale ebreo-francese Alain Finkielkraut, inorridito da quanto accade nelle banlieues. E racconta al Foglio che era già tutto scritto in un rapporto del ministero della Pubblica Istruzione, "dove gli studenti alla domanda sulla loro nazionalità, ripondevano musulmana e non francese e dicevano di rifiutare i filosofi dell'età del Lumi. Ovvio che rifiutino l'integrazione: il volto della Marianna non può limitarsi a essere solo quello attraente ma secolare di Brigitte Bardot,  di Catherine Deneuve o di Laetitia Casta. Alla République è stato inferto un vulnus  assai grave. Un viol  (stupro, in francese) di cui recherà danno per molto tempo. Poiché, come ha preconizzato il card. Giacomo Biffi, l'Europa che davvero vuole risorgere  e preservarsi dagli assalti brutali sarà cristiana o non sarà affatto.

35 comments:

Anonymous said...

Ricordo benissimo questa importante e lucida intervista, e ti ringrazio di averla richiamata alla nostra memoria.
Alla fine, come sempre, sono i cristiani che difendono la civitas.

Anonymous said...

I veri razzisti stanno a sinistra come sempre, prima l'odio per i borghesi, poi l'odio per gli americani, ora che si sono inborghesiti per gli Italiani.

paoletto

Nessie said...

Grazie a te Arm, e ai visitatori che ti hanno preceduto. Benvenuti nel blog Alef e Grisotomo. Mi è parso doveroso riscrivere alcune note pastorali del cardinale dimenticato e andato in pensione. Sommerso di livorose critiche da parte di politici e intellettuali pusilli e inetti. Ah, se lo avessero ascoltato nei criteri di integrazione!

Anonymous said...

Ottimo, davvero.
La tua analisi, ben affiancata da quella dell'incompreso e vilpeso Cardinale, mi consente di rafforzare una mia idea: la zappa sui piedoni che si stanno dando i "sinistrati" a causa della scelleratezza che li contraddistingue, ha proporzioni che nemmeno immaginano!
La cultura islamica non solo avversa la cristianità per integralismo culturale, ma ha gran fastidio del libertarismo. Le proposte liberali sui PACS, sui gay, la liceità della pornografia o della mercificazione del corpo, la satira politica, il libero mercato e tante altre belle (?) liberali conquiste civili e sociali non credo gli aggradano; gli anfitrioni "de noantri" non sanno che sono alla stegua dei "crociati", intesi in senso estensivo come antagonisti culturali (in fondo ci riconoscono un'identità collettiva, al contrario di noi) e ho sentito dire in giro - sono di Bologna - che loro non sono proprio del parere.
Una dimostrazione è Theo Van Gogh, di sicuro anticlericale, notoriamente antisemita, ma molto liberal e nonostante ciò mooolto morto, al di là dell'accoglienza e della tolleranza (che sono solo simulacri, parole vuote, dei pavidi e dei senza radici).

Nessie said...

Caro Ruby,
intanto benvenuto nel blog. Conosco molto bene la tua città (Bologna la grassa, Bologna la rossa) e la voce solitaria del vostro cardinale è tanto più coraggiosa in quanto ha dovuto lottare contro due fenomeni paralleli: l'islamismo che viene da fuori e il materialismo ed ateismo di sinistra che vi dimora all'interno. Non è un caso che i ripetuti attacchi fondamentalisti si siano rivolti proprio contro la Basilica di S.Petronio, a proposito del dipinto di Maometto all'inferno.

Anonymous said...

Complimenti Nessie un post molto bello,non sapevo nemmeno io del Cardinal Biffi e della sua lucida lungimiranza. Purtroppo anche nell'ambito ecclesiastico, per una visione profondamente cristiana della carità, i preti stessi hanno contribuito al radicare dell'Islam nella nostra società.
Poche voci autorevoli e adesso questo grande Papa, propugnano ora il recupero e il consolidamento dei valori cristiani, e forse se che ci diamo una mossa e ci svegliamo dal sogno/incubo del multiculturalismo,qualcosa si può salvare della nostra identità storica e religiosa.
Ciao Mary

Lo PseudoSauro said...
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Lo PseudoSauro said...

Esatto Mary. L'inevitabile umanitarismo cattolico ha di molto favorito l'immigrazione clandestina e la sua "regolarizzazione" attraverso la gestione dei permessi di soggiorno che dovrebbe essere appannaggio della Pubblica Amministrazione. Le ACLI ed altre organizzazioni, peraltro meritorie, assistono spesso i clandestini e li informano sulle opportunita' di lavoro e li dirottano nelle citta' in cui e' piu' facile trovarlo. Un comune cittadino non usufruisce di questi benefici, ed e' accaduto che qualche cittadino italiano si sia finto straniero per trovare lavoro; "si dice" che a queste persone siano state mostrate liste dalle quali scegliere, con immenso stupore degl'interessati. Certo non si puo' fare una colpa alle organizzazioni cattoliche di funzionare meglio dello stato, ma di fatto il principio di sovranita' va "a farsi benedire" in questo modo. Tutto cio' per concludere che il Card. Biffi era una mosca bianca e che Santa Romana Chiesa era in ben altre faccende affaccendata. Non ci rimangono che la lucidita', la sapienza e la praticita' teutoniche.

Nessie said...

Grazie Mary, anch'io spero tanto in papa Ratzinger e nella sua teutonica mente sopraffina. Vi siete pure dimenticati di citare la Caritas, tra quegli enti benefici, che nel nome del Bene fanno solo dei gran danni. Molti settori del mondo cattolico sfuggono come schegge impazzite a un doveroso coordinamento interno. Fra questi, c'è pure quel buonista del cardinale milanese Dionigi Tettamanzi, che avrebbe proprio potuto fare a meno di farsi fotografare a bracetto con quell'imam di Gallarate che poi è stato espulso per terrorismo. Ora ci riprova con gli auguri di Natale agli imam :(
Sauro, vedo che riceviamo visite non gradite da chi insiste a insultare in anonimo.

Lo PseudoSauro said...

Cuginetta Nessie: se alludi al commento cancellato, e' stato un mistacchio del sauro, per il quale apologizza umilmente

Anonymous said...

Propongo una terza ipotesi: la crescita della fede cristiana, in termini numerici, non ci sarà. Ma ci sarà in termini reali "qualitativi" (i soli che per me contano. Non credo però che vinceranno i musulmani. Vincerà la linea francese o zapaterista: si creerà un sincretismo apocalittico, governato da un laicismo rousseauiano (si legga l'ultimo capitolo del Contratto sociale: "Della religione civile".
Salutoni. Paolo di Lautreamont (Le guerre civili).

Nessie said...

Lautréamont o Maldoror? Quel fleur du mal!:-) Sì, comunque anch'io sono persuasa su una possibile crescita "qualitativa". Ratzinger le chiama le nuove "minoranze creative" . E io mi auguro che possano crescere ed espandersi. Non vedo invece, caro Paolo, un gran futuro per le ideologie laiciste e zapateriste. E in questo la penso come il card.Biffi. Tra dei "non valori" e dei "valori" la gente sceglierà sempre questi ultimi.

Lo PseudoSauro said...

Ragazzi, anche Baudelaire... e' una pacchia per i vecchi ed obsoleti sauri.

Nessie: il problema sta nel fatto che alla gente non verra' consentito di scegliere. Altrimenti non saremmo a questo punto.

Nessie said...

No, "I canti di Maldoror" sono di Isidore Ducasse conte di Lautréamont, non di Baudelaire. Da qui - suppongo - il nick del nostro ospite. Io ho esclamato: "Quel fleur du mal!" per inserire Lautréamont nella letteratura del male. Da qui, l'equivoco.

Nessie said...

PS: Dimenticavo. Sulle scelte valoriali, io credo invece che gli imbroglioni zapateri (e omologhi laicisti francesi) non potranno andare molto lontano. E la riprova è nelle oceaniche marce contro la scuola scristianizzata di Zap in Spagna.

Lo PseudoSauro said...

Beh, anche i sauri si possono sbagliare, sebbene assai di rado, ma ci stanno talmente male...

Nessie said...

Ah di rado,eh? :-) La Nessie invece sbaglia. Non di frequente, ma sbaglia. Però se ne frega. L'errore serve a crescere. Se fosse perfetta non ci sarebbero evoluzioni. E lei ha intenzione di svilupparsi in molte direzioni :-)

Nessie said...

E' interessante in Biffi vedere il link tra islam e fondamentalismo e terrorismo. E' una cosa che la classe politica italiana/europea vuole disconoscere con il discorso dell'islam moderato e amico dell'Occidente. E pensare che sotto il cono d'ombra di ciascuno di quei paesi musulmani "amici dell'Occidente" sonnecchiano gruppi fondamentalisti pronti a svegliarsi seminando morte (Giordania e Egitto docent).Ciao Andrea.

Lo PseudoSauro said...

Sartorius: e' vero, ma ove piu' comunita' si installano massicciamente i problemi prima o poi arrivano lo stesso. I latino americani, a Genova, ma non solo, hanno gia' bande agguerritissime di minorenni che marcano il territorio, e sono piuttosto feroci. L'affinita' culturale e' solo sulla carta. Il punto e' che non c'e' bisogno dell'immigrazione massiccia che si vorrebbe. Bisognerebbe domandarsi perche' questa gente non va in USA, Canada o Australia, dato che li il coefficente abitante-territorio va dai 4 ai 29 abitanti per km2. In UE si sta mediamente intorno ai 100, con punte estreme di 392 (Olanda). Pare evidente che l'immigrazione e' strategica all'annacquamento delle identita' nazionali, quindi si puo' parlare di pianificazione demografica etnico-culturale. Non mi pare una concezione molto diversa da quella di "purezza della razza"; in altri termini si considerano le etnie e le culture autoctone indegne di esistere cosi' come sono. Questa e' la tipica concezione socialista comune a menscevichi e bolscevichi, ma non mi pare che il socialismo sia politicamente predominante in Europa, dunque si tratta del tradimento della democrazia rappresentativa.

Nessie said...

E invece purtroppo la socialdemocrazia uscita da una costola dalla II Internazionale è prevalente eccome in Europa. Ed è grazie a questa che abbiamo quel "gulag intellettuale" di uniformità di cui ha parlato Vladimir Bukowski. In ogni caso, se certi lavori (come ad esempio le badanti per anziani) i nostri sfaticati giovani con tanto di puzza sotto al naso, non li vogliono fare, è naturale che si apra un mercato per ucraine, filippine o slave. Il punto è sempre quello delle quote (poche) e ovviamente del criterio religioso di cui ha detto Biffi. Penso sia anche giusto scendere nel pratico e nello specifico. Altrimenti si rischia di rimanere nella stratosfera.

Lo PseudoSauro said...

Nessie: io intendevo dire che i rispettivi popoli non hanno eletto governi socialdemocratici, con qualche eccezione. Se vale ancora il principio di autodeterminazione e' come dire che il socialismo ce lo dobbiamo prendere per forza, capirai... Quanto ai badanti, sono figure che prima non esistevano; sono state create per giustificare la presenza degli stranieri in Italia. Secondo te guadagnano secondo la tariffa sindacale? E se no, perche' gl'italiani dovrebbero rinunciare alle tutele sindacali?
Siccome il governo di una Nazione che si chiama Italia deve realizzare il bene di quelli che si chiamano italiani, il lavoro lo deve proporre secondo la priorita' che discende dal principio di cittadinanza. Ma siccome il welfare non prevede un'indennita' di disoccupazione se non in casi rarissimi, ecco che lo stato rinuncia ad esercitare quel minimo di pressione necessaria a "costringere" gl'italiani a fare lavori che altrimenti non farebbero. In USA ogni residente ha diritto ad un'indennita', ma il collocamento funziona ed ogni volta che l'interessato si reca negli appositi uffici ne esce sempre con un lavoro per la giornata o la settimana. L'amministrazione propone almeno tre prospettive; se l'interessato le rifiuta tutte gli viene tolta l'indennita'. Fai cosi' anche in Italia e vedrai che la disoccupazione si ridurra' si' e no al 3%.

Nessie said...

Vabbé, vedo che non ci capiamo affatto. Io la badante per mia madre (e come me molte altre mie amiche nella mia condizione) l'avrei voluta italiana. Ma non ho trovato uno straccio di italiana disponibile a "badarla". La caraibica trovata prendeva la paga minima sindacale. E questa è la mia esperienza.Punto. O period per dirla all'inglese.

Lo PseudoSauro said...

Nessie: non e' che non ci capiamo, forse e' che non mi hai letto bene.

Lo PseudoSauro said...

Allora mettiamola cosi': se dove abiti tu c'e' abbondanza di lavoro, perche' i cittadini italiani residenti in altre regioni non sono disponibili a trasferirsi? Per 2 ragioni: la prima e' che nemmeno sanno che vi sia tale opportunita', e la seconda perche'non riuscirebbero ad arrivare a fine mese. A meno che gl'italiani non siano proprio tutti scansafatiche come si dice in giro. Ma se le prime 2 ipotesi sono azzeccate, perche' il lavoro viene offerto agli stranieri? Risposta: perche' stanno gia' sul posto, o credi che vengano apposta dall'Equador? Non mi risulta che la figura del badante sia storica in Italia. E' nata dopo la prima sanatoria per evitare che ad un sacco di gente venisse negato il permesso di soggiorno. Che poi sia un lavoro socialmente utile e faccia risparmiare ai comuni cosicche' possano fare gemellaggi con Cuba, questa e' un'altra storia. Resta il fatto che difficilmente a Lecce sanno che tu cerchi una badante a Torino. Federalismo, d'accordo, ma tornare all'epoca comunale mi pare un po' troppo...

Nessie said...

Io non discuterò mai più i problemi concreti con i parametri delle accademie astratte nelle quali ti crogioli e ti compiaci.
Orlando va sulla luna e io invece sto sulla terra. Non esiste "il badante", semmai "la" badante. Perchè le signore pensionate o casalinghe che venivano a curare donne/uomini anziani e magari non autosufficienti sono sempre esistite ai tempi di: a) mia nonna b) mia madre. E' solo che non si chiamavano così. Con la liberalizzazione delle scuole e titoli di studio, abbiamo una società di giovani schifiltosi che queste cose non le vogliono più fare.Nemmeno se disoccupati. E io ne so qualcosa perché la figlia di mia sorella, non volle curare (o badare) sua nonna nemmeno a pagarla a peso d'oro. Inoltre le case di riposo (sempre più affollate, perchè la popolazione invecchia) costano sempre più care. Ecco che allora le antiche dame di compagnia di una volta si sono trasformate in "badanti". Ma esistevano già. Ed ecco la CISL, le Acli, la Caritas stilarne l'elenco di graduatoria tra le straniere. Ma vengono assunte a paga sindacale e con un giorno libero alla settimana. Informati please. Poi ci sarà anche il discorso demografico, migratorio, il "complotto", il disegno o come vogliamo chiamarlo. Ma resta un fatto: i giovani preferiscono fare un lavoro anche meno remunerato di quello (ma attinente ai loro studi), della badante. Se assumi una giovane laureata a fare l'aiutante dell'architetto in uno studio grafico a metà paga della filippina, lei la ragazza, accetterà. Con ciò, passo e chiudo perchè poi mi stufo a farla lunga.

Anonymous said...

laicamente e moderatamente d'accordo...
camelot

Lo PseudoSauro said...

Nessie: il problema e' concreto. Comunque, anche ammesso che il mio approccio fosse astratto, i principi su cui si fonda uno stato sono sempre di questa qualita'. Se vogliamo vedere le cose nella loro concretezza dobbiamo ammettere, per esempio, che la "soft infibulation" e' pur sempre meglio della "hard" dello stesso nome, ma nel momento che ci affidiamo alla concretezza buttiamo nel cesso i principi su cui e' fondata la nostra civilta'. Il principio di Sovranita' e' cio' che contraddistingue lo Stato di Diritto. I cittadini hanno un ruolo previligiato nella propria "patria". Prima ci si preoccupa di loro e poi del resto del mondo. Se si scavalca questo passaggio l'essere cittadini non serve piu' a niente, tantovale restituire il passaporto. (non t'arrabbiare che stiamo solo discutendo)

Lo PseudoSauro said...

Arm: d'accordo anche con la tua analisi sulla scolarizzazione e sulla pianificazione, ma c'e' sempre il solito punto che nessuno vuole cogliere. Ad un medico disoccupato deve comunque essere offerta una possibilita' di sopravvivere; da noi lo si mette in collo alla famiglia e tanti saluti. La storia per cui gl'italiani "istruiti" non vogliono abbassarsi o sporcarsi le mani e' falsa; il dire che un giovane laureato preferisce il sussidio di disoccupazione alla raccolta dei pomodori e' falso. In realta', chi non ha avuto "almeno" un rapporto lavorativo ininterotto per due anni non ha diritto ad alcuna indennita'. Id est 0 € mensili: chiaro? Il nostro si chiama Stato Italiano, almeno, dal Risorgimento, il che implica un minimo di coordinamento sul territorio. Questo coordinamento non c'e'. A Torino cercano una figura professionale "al massimo" nella propria regione e se non la trovano dicono che "gl'italiani" non vogliono lavorare. Saranno i torinesi, non gl' "italiani". Ma anche se fosse vero, perche' mai in USA vincolano il sussidio alla proposta di tre opportunita' da parte del collocamento ed in caso di mancata accettazione lo revocano? Perche' sanno che cosi' incentivano la gente a lavorare anche con basse qualifiche, e nessuno si vergogna di svolgere impieghi di bassa qualita', perche' l'educazione e' diversa e le opportunita' esistono; l'america si e' formata proprio su questo principio. L'Italia non e' un paese fondato sull'immigrazione: lo vogliamo capire?

Lo PseudoSauro said...

La famiglia ha sul groppone i figli, e per fortuna che sono pochi, mentre lo stato crea figure professionali per giustificare l'immigrazione. Abbiamo quasi l'8% di gente a spasso, per non parlare che di quelli che al collocamento ci vanno ancora. Dagli un minimo d'indennita' mensile e coordina domanda ed offerta sul territorio nazionale dopodiche' vedrai se il laureato disoccupato non andra' anche a scaricare cassette di frutta, se necessario. Per le eccedenze si chiameranno persone da fuori, ma solo per le eccedenze. Se l'educazione ha funzionato per 50 anni nello stesso modo non si puo' pensare che nel momento che cambiano le regole tutti abbiano la stessa duttilita'. Ovviamente se vi fosse un libero mercato il problema non ci sarebbe; ma il libero mercato in Italia non c'e', e non si puo' far finta che ci sia solo perche' e' scritto nella costituzione. Spero di essermi spiegato.

Nessie said...

3 repliche a 1: hai vinto Sauro, prendendomi per stanchezza. SNORT! BZZzzz!
)

Occhi chiusi e sonnolenti!

Ps: eppur si muove e so di avere ragione io.

Lo PseudoSauro said...

Nessie: e' una tattica anche questa, c'e' chi usa il fosforo bianco e chi la logorrea, ma siamo un po' fuori tema, per la qual cosa apologizzo umilmente.

Lo PseudoSauro said...

Arm: me lo sto chiedendo da anni, ma ultimamente comincio a trovare le risposte giuste. Pensa che sull'onda della "cultura" attuale, anch'io ho pensato che il concetto di Nazione fosse superato, ma mi sono svegliato 5 anni fa. Non ho mai dato peso alle tesi complottistiche, ma il caso europeo, e euro-arabo, mostra troppe coincidenze di fatti e di tempi per pensare che possa trattarsi di un evento casuale; e poi la sparizione dell'URSS ad opera della democrazia.... mi ha sempre convinto poco per cui mi riconosco nelle tesi di Bukovskij. Se si guarda bene, in Russia comanda il KGB ancora adesso... Ma il sospetto che l'URSS possa essere traslocata nella UE mi manda letteralmente in bestia ed ancor piu' che nessuno veda quanto questa faccia strame delle prerogative della democrazia rappresentativa.

Lo PseudoSauro said...

Arm: perfettamente d'accordo: Nemmeno io ho mai inteso il concetto di Nazione come estensione di quello fascista. Tant'e' vero che ti ho portato l'esempio del nazionalismo tedesco che con il nostro avrebbe ben poche parentele culturali, se non l'estensione di una concezione arbitraria della classicita' al mondo moderno. Pero' il lato piu' comune ai due fenomeni e' la regionalizzazione di entrambi; penso al Magdeburg di Jahn e alla Padania di Bossi. In entrambi i casi si tratta delle regioni che hanno "fatto" le rispettive Nazioni.


Con la tua citazione mi confermi ancor piu' nella mia convinzione; infatti pare evidente che l'Unita' d'Italia, sotto l'aspetto culturale, non e' ancora avvenuta. Non a caso la Lega e lo stesso Berlusconi sono espressioni di istanze localizzate nel nord del Paese. E' un'aspetto della questone che ho sempre avuto ben presente. Dunque la soluzione starebbe nel riprendere da quando e' nata l'anomalia, e cioe', da quando e' scomparsa la Destra Storica; molto prima dell'avvento fascismo; direi in concomitanza con le sommosse socialiste di inizio secolo. E i tempi sono gli stessi di Cassese, mi pare. Se ricordi bene ho sempre sostenuto questa tesi anche nelle nostre passate conversazioni.

Diciamo che l'ipotesi delle "derive culturali" e' piu' ragionevole, ma il complotto si addice ad ogni forma di socialismo; non e' nemmeno immaginabile che non possa esservi stato, soprattutto dopo la "svolta" di Breznev. Non e' che io mi beva ogni cosa soddisfi il mio bias di conferma a prova di bomba, ma le tesi "complottistiche" di Bukovskij e quella di Bat Ye'or le trovo molto convincenti, piu' che affascinanti.

Lo PseudoSauro said...

Chiedo scusa per il reiterato OT.

Lo PseudoSauro said...

Beh Arm, comprendo il tuo scetticismo, ma le internazionali comunista e quella socialista avevano i mezzi di cui parli e l'ipotesi della caduta "controllata" della cortina di ferro mi pare suffragata da molte prove documentali esibite anche pubblicamente. Il caso italiano e' del tutto particolare, ma resta il fatto che in concomitanza con la "sparizione" di DC e PSI il PCI e' di fatto divenuto l'unico partito socialdemocratico. Secondo Bukovskij questo sarebbe avvenuto anche tra il PCUS e l'internazionale socialista e si sarebbe configurato tramite un accordo tra le due internazionali a danno di quella europea. Lui fa risalire la genesi della UE a questa supposta "rappacificazione" tra menscevichi e bolscevichi. Che l'Italia abbia un ruolo preminente a livello ideologico, mi pare pacifico, in quanto l'unico partito che da comunista e' divenuto socialdemocratico fu quello italiano che non era certo l'ultima ruota del carro...